CULTURA & SOCIETA'

La Candelora ieri per simboleggiare la luce delle candele e il richiamo a vecchi riti

Gli antichi detti popolari: ” Cannelora Estat Rint e Vierno Fore”. “Quando vien la Candelora de l'inverno semo fora; ma se piove o tira il vento de l'inverno semo dentro"

La Candelora e il culto per San Biagio, 2 e 3 febbraio, che si celebrano in tutte lr chiese parrocchiale dell’isol, sono manifestazioni di fede ed esempi di tradizione popolare che intrecciandosi, hanno fatto dei due eventi, appuntamenti di ritualità religiosa intensamente vissuti. Nella ruota dell’anno, la Candelora è una sorta di porta tra l’inverno, oramai incamminato verso la sua conclusione, e la quasi vicina primavera, almeno qui da noi, nonostante il tempo non proprio bello di questi giorni. È il peper riodo adatto ai riti propiziatori per attirare fecondità e fertilità, riti che saranno determinanti per l’annata agricola che si avvicina in forte attesa di ore di piaggia quasi insolitamente assente nei mesi autunnali passati ed in quelli invernali correnti Le origini della Candelora vanno ricercate nelle antiche celebrazioni italiche, legate soprattutto alle divinità romane. Nella Roma antica il mese di febbraio era un momento contrassegnato dal caos, dal rimescolamento tra vecchio e nuovo e non a caso è ancora oggi legato al Carnevale, che lo avremo fra poco, la festa celebrativa della confusione e del ribaltamento delle regole. Non per niente si pronuncia il detto: “A carnevale ogni scherzo vale”. Alla Candelora sono legati vecchi riti osservati sull’isola dalle donne del primo novecento. Si racconta che in abitazioni di famiglie timorate di Dio del centro storico di Ischia Ponte e di Forio, nel giorno della Candelora la donna più anziana di casa, girasse per le stanze con una candela bianca accesa fra le mani per la purificazione della casa stessa e per la invocazione della luce sull’ambiente familiare. Il 2 febbraio, festa della presentazione del Signore al Tempio, è stata anche la Giornata Mondiale della Vita Consacrata comparsa nel programma della Diocesi. E’ la festa che il popolo di Dio ama chiamare la Festa della Candelora. Maria e Giuseppe, portando Gesù Bambino al Tempio per offrirlo al Signore, dopo quaranta giorni dalla nascita, incontrano anche  il vecchio Simeone, che, mosso dallo Spirito Santo, profetizza sul Bambino dicendo “i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”.  La luce viene simboleggiata con la luce delle candele che vengono benedette nel giorno della ricorrenza (ieri 2 febbraio 2021) per la processione, a significare come ogni battezzato risplende della luce di Cristo nella misura in cui  apre la sua mente e il suo cuore per accogliere la Parola di Gesù che è il Vangelo e lo mette in pratica, così che la vita del cristiano diventa la vita di un figlio della luce e non delle tenebre! La Candelora viene celebrata anche nella tradizione laica, ed alcuni studiosi sostengono che si tratti di una festività che ne sostituisce di una preesistente che si chiamava Imbolc nella tradizione celtica, e che rappresentava l’ideale passaggio tra l’inverno e la primavera ossia tra il momento di massimo buio e freddo e quello del risveglio e della luce. La Candelora, si colloca a metà inverno nel tempo astronomico e coincide nel ciclo agreste/vegetativo con la fine della stagione invernale e l’inizio di quella primaverile; il più famoso detto popolare infatti recita: “Quando vien la Candelora de l’inverno semo fora; ma se piove o tira il vento de l’inverno semo dentro.” Questo indica che se il giorno della candelora si avrà bel tempo, si dovranno attendere ancora molte settimane perchè l’inverno termini ed arrivi la primavera. Al contrario, se il giorno della candelora fa brutto, la primavera è in arrivo. Questo passaggio dall’inverno alla primavera viene celebrato attraverso la purificazione e la preparazione alla nuova stagione. A Ischia da sempre il detto più correte è sempre stato “A Cannelora, Estat Rint e Viern Fora”., quando naturalmente le condizioni del tempo non contraddicono la saggezza popolare.

michelelubrano@yahoo.it

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