CRONACAPRIMO PIANO

LEGNINI A “GAMBA TESA” SULL’AUTORITA’ DI BACINO

Il commissario straordinario indirizza una nota abbastanza tosta alla responsabile Vera Corbelli nella quale espone una serie di osservazioni e perplessità relative all’adozione del piano di assetto idrogeologico che rischia di “ingessare” Casamicciola e l’isola. Legnini chiede di recepire i contenuti di una relazione del prof. Guadagno, che punta il dito su una serie di anomalie

Il parlar chiaro, come recita un antico adagio, è fatto per gli amici. Un adagio che evidentemente è caro anche al commissario straordinario Giovanni Legnini che ha indirizzato una lunga nota alla dott.ssa Vera Corbelli, segretario generale dell’Autorità di Bacino, i cui contenuti Il Golfo vi pubblica in esclusiva. Il documento, per la cronaca, è stato trasmesso per conoscenza anche al presidente della giunta regionale campana Vincenzo De Luca, (carta intestata Commissario straordinario), al suo vice Fulvio Bonavitacola, all’assessore regionale all’Urbanistica Bruno Discepolo, al sindaco metropolitano Gaetano Manfredi ed al sindaco di Casamicciola Giosi Ferrandino. Oggetto dello stesso è il seguente: “Ossservazioni ai sensi del comma 4-ter dell’art. 68 del Codice dell’Ambiente al Progetto di aggiornamento del Piano per l’Assetto Idrogeologico dell’Isola di Ischia – Primo stralcio funzionale Comune di Casamicciola Terme, adottato dall’Autorità di Bacino con decreto del Segretario Generale dott.ssa Vera Corbelli n. 561 del 4/8/2023, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 61 del 21/8/2023”. Il che, tradotto in parole molto semplice e scevre da tecnicismi, significa che Legnini (e come lui anche Giosi Ferrandino, che ebbe modo di esternare il suo pensiero in maniera inequivocabile nel corso di un convegno dibattito svoltosi a Palazzo Reale) non condivide assolutamente i contenuti eccessivamente (se non addirittura esclusivamente) vincolistici del predetto piano per l’assetto idrogeologico, che rischia di “ingessare” l’isola vita natural durante.

IL LUNGO ITER E L’APPROVAZIONE DEL PIANO IN CONFERENZA DEI SERVIZI

Nella lunga ed iniziale premessa i Commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma e post-frana sull’Isola di Ischia, nominato con DPCM del 30 dicembre 2022, esordisce ricordando “che con l’art. 5-ter del decreto-legge 3 dicembre 2022, n. 186, come convertito, con modificazioni, dallalegge 27 gennaio 2023, n. 9, il legislatore ha attribuito al Commissario straordinario la funzione di impulso e di coordinamento tra gli interventi urgenti di messa in sicurezza idrogeologica del territorio, di ripristino delle infrastrutture degli edifici pubblici e privati danneggiati dalla frana del 2022, e gli interventi di ricostruzione degli edifici colpiti dall’evento sismico del 2017; che il comma 2 del predetto art. 5-ter prevede che il Commissario straordinario provveda ad approvare il Piano di interventi urgenti riguardanti le aree e gli edifici colpiti dall’evento franoso del  26 novembre 2022 nel comune di Casamicciola Terme; che tale Piano è stato esaminato nella conferenza dei servizi del 27 aprile 2023, acquisendo i pareri favorevoli di tutti i partecipanti, tra i quali l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale; che, dopo l’espressione del parere favorevole preliminare in sede di Conferenza dei servizi, l’Autorità di Bacino, con nota del 5/5/2023, acquisita al protocollo n. 1396E/CD/ISCHIA, ha espresso parere favorevole definitivo sulle strategie di intervento e sulla tipologia delle opere contenute nel Piano, formulando specifiche osservazioni; che in risposta a tali osservazioni, i docenti delle Università e Centri di competenza hanno rimesso nota contenente controdeduzioni in data 24/5/2023, acquisita al protocollo n. 1612E/CD/ISCHIA; 

I PARERI ACQUISITI E GLI STUDI APPROFONDITI

La nota prosegue con Legnini che ricorda come egli stesso “successivamente, tenendo conto dei pareri acquisiti e delle controdeduzioni formulate dalle Università e Centri di competenza, con ordinanza speciale n. 4 del 31 maggio 2023 ha approvato il Piano degli interventi urgenti di cui all’articolo 5-ter del Decreto-Legge n.186 del 2022, convertito con la legge n.9 del 2023, riguardanti le aree e gli edifici colpiti dall’evento franoso del 26 novembre 2022 nel comune di Casamicciola Terme nonché la ricognizione degli interventi e delle risorse impiegate e disponibili per il contrasto al dissesto idrogeologico relativo ai comuni dell’Isola di Ischia, emanando le relative disposizioni di attuazione;  che con nota Prot. 1782/CS/ISCHIA del 1/6/2023, il Commissario straordinario ha provveduto a trasmettere all’Autorità di bacino la suindicata ordinanza speciale n. 4/2023, con i relativi allegati, ringraziando per la collaborazione prestata nella redazione del Piano e comunicando di rimanere in attesa degli esiti dell’attività in corso, relativa all’adozione del primo piano stralcio; che il predetto Piano è stato predisposto sulla base di approfonditi studi, indagini sul campo e modellazioni numeriche finalizzate all’interpretazione dei potenziali fenomeni di dissesto, acquisite nell’ambito delle attività emergenziali conseguenti alla dichiarazione dello stato di emergenza del 27 novembre 2022 e delle previsioni dell’OCDPC n. 948/2022; che i suindicati studi ed analisi sono stati condivisi sulla piattaforma Google Drive, resa accessibile a tutti gli enti partecipanti alla conferenza dei servizi, e sono stati esaminati nel corso di incontri informali tra i tecnici della struttura commissariale e quelli dell’Autorità di bacino, e nelle sedute delle Conferenze dei servizi convocate per l’esame del Piano degli interventi di cui sopra; che il comma 3 del citato art. 5-ter stabilisce che le previsioni del Piano commissariale integrano il Piano di ricostruzione post-sisma e post-frana di competenza della Regione Campania ai sensi dell’art. 24-bis del decreto-legge 109/2018”. 

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LE INCONGRUENZE TRA PIANO DI AUTORITA’ DI BACINO E PIANO DEGLI INTERVENTI

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Ancora il commissario aggiunge che “il complesso delle disposizioni contenute nel cosiddetto ‘Decreto Ischia’, emanato per far fronte agli effetti dell’evento catastrofico del 26 novembre 2022, tratteggia un procedimento logico e cronologico in base al quale: il Commissario straordinario redige il Piano degli interventi strutturali di mitigazione del rischio idrogeologico (art. 5-ter); l’Autorità di Bacino aggiorna il Piano per il contrasto del dissesto idrogeologico nel Comune di Casamicciola entro i successivi 60 giorni, individuando gli interventi identificati con CUP; la Regione Campania, conseguentemente, redige il Piano di ricostruzione, di cui il Piano del Commissario è parte integrante (comma 3 dell’art. 5-ter) che dopo la pubblicazione del Piano stralcio da parte dell’Autorità di Bacino il Commissario straordinario ha richiesto alle Università e Centri di competenza di esprimere le loro valutazioni in ordine alla coerenza e compatibilità tra il Piano degli interventi approvato con ordinanza speciale n. 4/2023 e le previsioni contenute nel Piano stralcio; che con mailacquisita al protocollo n. 2926E/CD/ISCHIA del 4/10/2023 il professor Francesco Guadagno, quale coordinatore delle Università e Centri di competenza, ha rimesso nota contenente le osservazioni al predetto Piano dell’Autorità di Bacino; che dalle osservazioni contenute nella suindicata nota si evincono incongruenze tra il Piano stralcio redatto dall’Autorità di bacino e il Piano degli interventi urgenti redatto dal Commissario straordinario; non è inoltre rinvenibile alcun riferimento alle elaborazioni contenute nelle misure speditive di protezione civile e nell’Addendum del soggetto attuatore per il coordinamento delle attività di analisi propedeutiche alla prima definizione della pericolosità dell’area interessata”.

SI VALUTI L’ACCOGLIMENTO DELLE OSSERVAZIONI DEL PROF. GUADAGNO

E proprio a fronte di tutto quanto fin qui esposto, che nella seconda parte della nota Giovanni Legnini espone una serie di osservazioni chiare ed inequivocabili. Il commissario esordisce così: “Nel fare propri tutti i rilievi critici, le richieste di approfondimento e le osservazioni contenuti nella sopra citata nota a firma del professor Guadagno, quale Coordinatore delle Università e dei Centri di competenza, che viene allegata alla presente quale parte integrante e sostanziale, si chiede all’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale di valutarne l’accoglimento, ovvero esplicitare le motivazioni di eventuali contrarietà; Considerato che il Piano stralcio di cui in oggetto, emanato sia nell’ambito delle previsioni di cui agli artt. 67 e 68 del Codice dell’ambiente, che di quelle contenute nell’art. 5-quater del decreto-legge n. 186/2022, costituisce componente essenziale della complessiva strategia di messa in sicurezza e ricostruzione delle aree colpite dall’evento catastrofico del novembre 2022, si richiede all’Autorità di bacinodi tener conto, anche sulla base delle previsioni contenute nel comma 6 dell’art. 67 del Codice dell’ambiente, dell’efficacia degli interventi di riduzione del rischio residuo già realizzati, in corso di realizzazione ed oggetto del Piano approvato con ordinanza commissariale n. 4/2023 è destinata a produrre sul grado di pericolosità idrogeologica e idraulica delle aree interessate; Si formula infine osservazione finalizzata ad ottenere l’integrazione del Piano stralcio con una più puntuale individuazione delle aree  nelle quali si ritiene necessaria la delocalizzazione di edifici ed infrastrutture, e di quelle nelle quali, con la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico ed idraulico di cui al punto 2), il livello di rischio è destinato a ridursi, con il conseguente venir meno dell’obbligo di delocalizzazione. 

Le suindicate istanze di approfondimento, integrazione e migliore esplicitazione dei livelli di rischio e della conseguente disciplina dell’uso del suolo, sono evidentemente indispensabili affinché la Regione Campania possa sollecitamente provvedere alla redazione del Piano di ricostruzione di cui all’art. 24-bis del decreto-legge n. 109/2018. Sono inoltre essenziali per consentire al Commissario straordinario di procedere all’attuazione degli interventi di ricostruzione realizzabili nelle more dell’adozione del predetto Piano, fornendo ai cittadini indicazioni certe nel merito e nei tempi, con riferimento alla possibilità o meno di ricostruire gli edifici danneggiati dal sisma e dalla frana, ovvero delocalizzarli. Confidando in un positivo accoglimento delle osservazioni e delle richieste formulate, si inviano cordiali saluti”. 

TUTTE LE PERPLESSITA’ DI GUADAGNO SUL MODUS AGENDI DELL’AUTORITA’ DI BACINO

E le osservazioni del prof. Guadagno relative al piano redatto dall’Autorità di Bacino sono davvero tante, al punto che in una parte della relazione vengono addirittura sintetizzate ed esplicate nel dettaglio: “Considerate le descritte specificità e complessità dell’ambiente naturale e del costruito, appare rilevante, per la piena comprensione delle metodologie adottate, e quindi dei risultati raggiunti, fornire chiarimenti generali sui seguenti aspetti: a) sulla sussistenza di un documento di dettaglio, ove vengano descritti in modo approfondito le metodologie e le procedure adottate, in modo tale da consentire opportuni confronti sia in termini metodologici che di risultato; b) sulla base dati utilizzata e sulle ipotesi assunte per lo sviluppo delle modellazioni (es. dati litostratigrafici, cartografie di base utilizzate, condizioni iniziali e al contorno prese a riferimento, parametri meccanici e idraulici utilizzati nelle simulazioni e i valori adottati per essi, etc.); c) sull’utilizzo e/o impatto nelle analisi eseguite di documentazioni pregresse redatte nelle varie fasi emergenziali o sviluppate nel post-evento; d) sulle specifiche procedure utilizzate per definire le perimetrazioni riportate nelle carte di pericolosità e di rischio, attesa la natura multi-fenomenologica degli eventi, e in particolare per quelli di frana; e) sulla mancanza di un confronto in termini cartografici e testuali tra le perimetrazioni di pericolosità e rischio vigenti e quelle proposte nel Progetto di aggiornamento; f) sui criteri di ‘regionalizzazione’ del contesto territoriale esaminato, in quanto non è specificato se e in che termini si è fatto riferimento a una specifica mappatura dell’area in sottobacini idrografici e unità fisiografiche omogenee, se e in che misura tale mappatura investe i territori dei comuni confinanti, e se può rappresentare una guida per strategie d’intervento. Si ritiene, infatti, che tali aspetti costituiscano elementi non solo di riferimento per la piena comprensione dei risultati raggiunti, ma fondamentali per sviluppare eventuali azioni correttive sulla base di nuove conoscenze, dati acquisiti o in corso di ottenimento, nonché variazioni delle situazioni topografiche e morfologiche a seguito degli interventi attuati e in corso di esecuzione”.

UN ELENCO DI DUBBI E PERPLESSITA’ SU CUI PORRE RIMEDIO

Insomma, una “lista della spesa” niente male ma le perplessità dell’esperto continuano e si estendono su svariati campi e settori. Il prof. Guadagno, ad esempio, aggiunge che “Con riferimento all’analisi idrologica, andrebbe chiarito se si considerano solo i dati pluviometrici utilizzati nello studio VAPI, che si fermano ai primi anni ’80, oppure sono state considerate anche le piogge del periodo successivo, che forniscono ovviamente informazioni più realistiche in quanto, in qualche misura, risentono degli effetti dei cambiamenti climatici. Inoltre, andrebbero chiarite meglio le modalità con le quali è stato valutato pari a 0.75 il coefficiente di afflusso. Analogamente, andrebbe motivato il valore del tempo di corrivazione assunto pari ad un’ora, che appare eccessivo per bacini con superficie inferiore al km2”. Non è tutto perché l’esperto rincara la dose e scrive ancora: “Appaiono meritevoli di approfondimento i criteri di zonazione della pericolosità e del rischio, per evitare che risultino eccessivamente cautelativi, rendendo più complessa la ripresa del territorio duramente colpito. In particolare, andrebbero adeguatamente giustificate alcune scelte in apparenza contraddittorie, come quella di attribuire ‘ai fenomeni a massima intensità attesa alta una indistinta probabilità di accadimento molto elevata’, dal momento che, di norma, agli eventi di massima intensità corrisponde una probabilità relativamente bassa”. E infine, tanto per citare un altro passaggio, “sarebbe inoltre opportuno comprendere se le modellazioni dei fenomeni valanghivi, di colata rapida e di flusso iper-concentrato sono state sviluppate con riferimento a condizioni di fondo fisso oppure mobile e, in quest’ultimo caso, quali sono i parametri di erodibilità introdotti nei modelli, e i valori ad essi assegnati”. Insomma quanto basta, secondo Legnini, per ridiscutere tutto o quasi. Il braccio di ferro continua, o meglio è appena iniziato.

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