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I pionieri della “Riva destra” con notti magiche nelle taverne del porto

“Ho vissuto per anni e anni notti magiche alle Taverne, ricorda sul suo diario di facebook Ornella Cantinazzi di Brescia, oggi bella signora un poco attempata. La musica di Gianni Romano (ò Maestro) e dei suoi ragazzi mi faceva sognare.!!!!facevamo mattina con spaghettate dove tutti i nottambuli della Riva Destra infilavano le forchette!!! Mi ritiravo all’alba piena di gioia e i miei passi ripetevano sul selciato borbonico i ritmi assimilati!!!grazie Mauro,Rosario,Giacomino…..ora rimangono solo i ricordi!…..Grazie Ischia!!!!” Con questa significativa quanto preziosa testimonianza da incorniciare, è possibile capire cosa è stata la Riva Destra o Rive Droite dai primi anni ’60 in poi per i turisti italiani e stranieri (in maggioranza tedeschi) che vivevano la lunga, bella stagione delle vacanze nella nostra isola. E si è andati avanti per lo più allo stesso modo fino a quando ai titolari dei numerosi locali alla moda sulla banchina non fu fornite dalle autorità comunali addette al territorio… l’occasione per tremare. Per fortuna, per un tempo che consentì subito la ripresa. Le cose andarono come segue: opera di risanamento o attacco irresponsabile bello e buono di 16 anni fa alla spettacolarità ed al fascino della Riva Destra?

È la inquietante domanda che tutti si posero all’indomani dell’ordine di rimozione emesso prima di quella  estate passata del 2001 dal Comune d’Ischia e notificato a tutti i gestori, caduti nel panico, dei cosiddetti gabbioni alla moda, che dagli anni sessanta in poi hanno incominciato ad occupare metà della Riva Destra , laddove poi sono sorti, anno dopo anno fino ad oggi, night club, ristoranti, taverne e boutique di grande richiamo turistico nazionale ed internazionale. Spariti quindi i gabbioni che facevano colore, la Riva destra “rinasce” con una nuova estetica, senza perdere il fascino delle sue origini. Tutto parte dai primi anni sessanta. La storia della Riva Destra è patrimonio di noi tutti. Abbiamo il dovere di ricordarla e difenderla. Questa strada, in toponomastica ufficialmente via Porto, fino agli anni cinquanta era il posto dove attraccavano grossi barconi a vela o a motore che facevano la spola con la terra ferma trasportando carbone, calce pietre di tufo, vino in  barili, limoni ed altri agrumi, cocomeri, fasci d’aglio e cipolle e melloni. Lungo la strada basolata che portava al Cantiere vi erano androni e negozi adibiti a cantine, depositi per calce viva, grotte a ridosso della montagna, venditori di carboni, depositi di carburante, un negozio-ufficiio per spedizioni, un recapito per la “carovana”, un ufficio della Dogana ubicato al primo piano di un palazzo, cantine per la vendita e imbottigliamento del vino, venditori di chincaglierie e sotto la collina dell’”Acquario” una rudimentale fabbrica del ghiaccio.

Questo era il lato destro del porto, il polo commerciale dell’epoca, dove l’agiatezza era per pochi isolani e la miseria per tanti. Dopo gli anni cinquanta a ridosso degli anni sessanta, il lato destro del porto diventava “Riva Destra” e appena dopo gli anni sessanta”Riva Doite”. Chiamarla in francese è più raffinato e suona meglio sulla bocca dei nuovi turisti! Accadde così il miracolo. I vecchi e fatiscenti androni diventano in breve tempo ristoranti di lusso, bar alla moda, caratteristiche taverne e nigth club. Il pioniere è don Antonio Cervera che trasforma il suo negozio di vino nella “Taverna Antonio” con musica (ove trovano spazio e lavoro giovani isolani con il talento del canto  e degli strumenti a cordaco come Topolino). Appena dopo aprono ristoranti, bar e taverne come “La Cambusa” aperta da Claudio D’Ambra, il “Baunty” diretto da Gino Cacciapuoti, il Ristorante “Da Gennaro” gestito da Gannaro Rumore, “A Lampara – Pizza Pazza”  creata da Tonino Baiocco, “La Carrozzella” Aperta da Giò Pilato, il ristorante ‘O Porticciullo” aperto da Anna Albanese-Fedele, La “Taverna da Nino” aperta ed animata da Nino detto Urzecone, il ristorante “Emiddio” e tanti altri che si sono susseguiti ex novo e per cambi di denominazione e di gestione.

Fra tante Taverne e Ristoranti degli anni sessanta, sulla Riva Destra sorgono l’elegante Boutique della signora Antonia (fu la prima), La Galleria l’”Orsa Maggiore” dell’artista pittore Vincenzo Colucci ove espongono pittori di fama internazionale  da Picasso a De Chirico, la Boutique Minidoque della Dominique di Luciano Marino. In pochi anni la Rive Droite è considerata  la località “In”  tra le più famose d’Italia e non solo, tanto che, diventato il cuore pulsante della mondanità dell’isola Verde, essa riesce addirittura a vincere la concorrenza con luoghi alla moda della costa azzurra e riviera ligure. Di sera la Riva Destra ha un fascìno unico. Quattroceno metri di strada-banchina con i suoi locali e taverne che si specchiano nel porto illuminato da mille luci e colori, specie nelle celebrazioni dei sui anniversari, hanno attirato in passato come oggi,personaggi  famosi dello spettacolo del giornalismo, della Televisione, uomini dell’alta finanza, personaggi politici nazionali ed internazionali, scrittori, artisti e gente comune di ogni angolo del pianeta decretandone la “consacrazione” mondana e turistica livello superiore.

Antonio Lubrano (antoniolubrano1941@gmail.com)

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