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Trasporti, i sindacati si scagliano contro la Caremar

di Sara Mattera

ISCHIA – Non c’è pace in casa Caremar. Dopo le varie vicissitudini che hanno visto come protagonista, nei mesi scorsi, tra scioperi, referendum e accese proteste, il sindacato Orsa Marittimi – sceso in campo in difesa dei diritti dei dipendenti della suddetta compagnia di trasporto marittimo – dalla Caremar arriva, ora, un’altra stangata decisamente poco positiva. Ad accendere questa volta gli animi, le recenti decisioni intraprese dall’azienda in merito alla gestione dei corsi di formazione e addestramento del personale di bordo. Lo scorso 3 Maggio, infatti, presso la sede della Società Campania Regionale Marittima, l’amministratore della Caremar, il comandante Vincenzo Ponti, ha incontrato le sigle sindacali FILT-CISL, FIT-CGIL e ULTRATRASPORTI per discutere  un accordo riguardante un corso di aggiornamento per il personale di base. Un corso per il quale la Caremar avrebbe stipulato una convenzione con un centro di formazione sito a Torre del Greco e necessario per i marittimi.

Le normative vigenti a tal proposito, infatti, sanciscono che gli aggiornamenti professionali e i corsi di formazione sono indispensabili e obbligatori per la navigazione nonché propedeutici alla stessa possibilità di imbarco per i marittimi. Per tale corso, quindi, la Caremar ha presentato un accordo ai sindacati, proponendo che “le spese del corso formativo fossero a carico, per circa il 60%, dell’azienda, e per il restante 40%  dei dipendenti”. Inoltre, sempre nel suddetto accordo, si stabiliva che “l’importo fosse addebitato direttamente nella prima busta paga successiva all’avvenuta partecipazione del corso da parte del marittimo”.  Ed è stata proprio questa condivisione delle spese di formazione ad aver fomentato le proteste dei marittimi dell’azienda e dei sindacati che, in queste ore, hanno indirizzato una nota alla Caremar manifestando perplessità in merito.

“L’idea che la formazione obbligatoria attinente alle prestazioni professionali e lavorative sia parzialmente a carico dei lavoratori – hanno scritto FIT CGIL e UIL TRASPORTI – modifica lo scenario preesistente ed insinua una prospettiva che riteniamo molto rischiosa. L’ipotesi di condividere l’accordo avrebbe come conseguenza soltanto il risultato di penalizzare ulteriormente i lavoratori in un momento assai difficile per le loro condizioni in termini reddituali e di prospettiva. Non riteniamo, quindi,  corretto e coerente con tali considerazioni quanto contenuto nel testo che è stato sottoposto alle organizzazioni firmatarie”. Pieno dissenso, quindi, da parte dei sindacati verso queste scelte dubbie intraprese dall’azienda di trasporto marittimo: “Con la presente, vogliamo comunicarvi  che tale documento non dovrà trovare applicazione, in quanto peggiorativo. Di conseguenza chiediamo alla società di proseguire, come sempre avvenuto in passato, alla copertura dei costi per i corsi obbligatori e le spese accessorie per sostenerli. Siamo, invece, disponibili a discutere su eventuali modifiche e addendum agli accordi aziendali in essere di quella che oggi è una prassi consolidata e di fatto acquisita. In caso contrario, saremo costretti ad esprimere dissenso, utilizzando ogni forma consentita dalle norme vigenti volte ad impedire un’ ulteriore penalizzazione per i lavoratori”.

Insomma, sembra proprio che, qualora la Caremar dovesse mettere in atto siffatte scelte decisionali, i sindacati siano pronti a ricorrere anche a nuovi scioperi al fine di scongiurare un’ulteriore aggravamento delle condizioni lavorative dei marittimi, che sono ormai da mesi in lotta contro il nuovo assetto organizzativo intrapreso dalla Caremar. All’indomani della sua privatizzazione, infatti, l’azienda, passata in gestione al gruppo Snav-Rifim, ha imposto una rimodulazione – molto contestata – dei tempi di riposo e di lavoro dei propri dipendenti. Rimodulazione che, non tutelando né la sicurezza dei passeggeri né il riposo dell’equipaggio, nel rispetto delle normative nazionali vigenti, è stata la causa scatenante dei diversi scioperi proclamati, nei mesi scorsi, da parte del sindacato Orsa Marittimi. FIT-CISL, FIT-CIGL e ULTRATRASPORTI, invece, a differenza dell’Orsa, hanno firmato gli accordi sindacali proposti dalla Caremar qualche mese fa. Oggi, però, a quanto pare, i suddetti sindacati si ritrovano a dover combattere una nuova battaglia. Insomma, è proprio il caso di dirlo: da quando l’azienda è stata privatizzata non c’è affatto pace per i dipendenti della Caremar.

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