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Pista ciclabile in pineta, ambientalisti contro il Comune: «Impattante e inutile»

‘Legambiente Ischia’ e ‘Gli alberi e noi’ contestano il progetto e chiedono un incontro col sindaco Ferrandino

Un intervento impattante e inutile. Soprattutto ai fini di una nuova ipotesi di viabilità sostenibile. Un progetto discusso e discutibile, già criticato per l’eccessiva invasività in un ecosistema fragile e circoscritto. I lavori in corso nella “Pineta degli atleti” di Ischia per la realizzazione di una pista ciclabile non smettono di generare perplessità e polemiche. A che serve davvero questa colata di cemento circolare all’interno di un parco dalle dimensioni tutto sommato ridotte? Perché tracciare, in mezzo alla natura, questa cicatrice artificiale d’asfalto che rischia di abbattere o compromettere la sopravvivenza delle alberature che si incontrano lungo il percorso? Vale davvero la pena frantumare qualche “spina di lava”, formazioni rocciose che sono parte (identitaria, qualificante) dell’ecosistema locale, per una striscia ciclabile del tutto sovrastimata rispetto al flusso di persone e alla funzionalità del tratto?

A scendere in campo contro l’amministrazione comunale di Ischia e il progetto delle pista ciclabile in pineta sono adesso anche le associazioni ambientaliste. “Gli alberi e noi” e “Legambiente Ischia”
prendono pubblica posizione contro l’iniziativa e la sua realizzazione, lesiva di alberi, arbusti, rocce, radici e ogni altro elemento naturale rimosso lungo il tracciato per fare spazio allo scavo per la pista. Un comunicato congiunto ne chiarisce bene il senso. «Le associazioni Legambiente Ischia e Gli alberi e noi Isola Verde, in merito al progetto relativo alla realizzazione della pista ciclabile nella Pineta degli Atleti, esprimono una serie di considerazioni riguardanti sia l’opportunità di tale progetto, sia le modalità di realizzazione dello stesso. Prima di tutto, le associazioni si chiedono se il progetto abbia tutte le autorizzazioni urbanistiche e ambientali, andando ad apportare significative modifiche in un SIC (Sito di Interesse Comunitario) soggetto alla Direttiva Habitat e vincolato dal PTP.Inoltre esprimiamo un forte dissenso nei confronti della scelta progettuale di prevedere una pista ciclabile (altrove benvenuta in un’ottica di mobilità sostenibile) in un ecosistema fragile e già provato da diverse infestazioni parassitarie che hanno portato a morte numerosi alberi. Gli interventi finora effettuati hanno già creato danni: infatti lo scavo per la realizzazione della pista ha portato alla rimozione di diverse piante e rocce che costituivano elementi importanti dell’ecosistema del SIC, alterando significativamente la morfologia dei luoghi. Alcuni alberi sono stati seriamente danneggiati esponendo le radici. Infine il materiale utilizzato per la realizzazione della pista, che ci era stato assicurato fosse ecologico, appare invece un misto di inerti di riciclo e terreno, sicuramente non consono al luogo. Ci preoccupa inoltre la prosecuzione del percorso, che a quanto ci è dato sapere dovrebbe snodarsi in una zona ricca di vegetazione e con un’orografia articolata, ecologicamente e paesaggisticamente rilevante. L’amministrazione del Comune di Ischia, che in altre occasioni si è dimostrata attenta nei confronti della comunità riguardo ai valori ambientali, in questo caso sembra operare in maniera perlomeno avventata, ed è auspicabile che riconsideri il progetto, anche alla luce delle osservazioni qui proposte

«La Pineta degli Atleti – spiega Lilly Cacace, volontaria ambientalista dal 1994 e presidente dell’Associazione “Gli alberi e noi – Isola Verde” – è un ambiente molto delicato, che ha già a subito parecchie traversie: infestazioni da Toumeyella, e prima ancora la Marchalina hellenica, con un patrimonio arboreo già indebolito. Ora si interviene, in modo così invasivo, sulle radici di questi alberi, tranciandole, compromettendone la salute. Tutto quello che l’escavatrice incontra sul tracciato previsto viene sistematicamente spazzato via, divelto, o lasciato scoperto. Qui ci sono pini, lecci, macchia mediterranea, proprio a ridosso della pista. Cosa accadrà quando le radici solleveranno la superficie della pista? I pini verranno abbattuti perché ritenuti pericolosi. Da poco, proprio ai bordi della pista, abbiamo piantato con i piccoli studenti delle scuole isolane un esemplare di quercia maggiore (Quercus robur), chissà se sopravviverà».

Le piste ciclabili rappresentano certo uno strumento di mobilità sostenibile che ha anche lo scopo di valorizzare territorio e paesaggio. Ed è sicuramente preferibile pedalare in un ambiente sano, in prossimità del verde, che respirando i gas dei tubi di scarico delle auto. Ma “questa” pista ciclabile, in “quella” pineta, con “quelle” modalità di realizzazione, ha prerogative talmente impattanti sulla natura circostante, che dubbi e perplessità sono doverosi.

«Le piste ciclabili – continua la Cacace – sono utili da un punto di vista ecologico e di mobilità alternativa quando sono fuori dai parchi, quando permettono ai ciclisti di circolare su strada senza rischiare la pelle. Quando offrono un’alternativa valida all’utilizzo dell’auto. Non è questo il caso.
Abbiamo più volte sollecitato un incontro e un sopralluogo con il sindaco Enzo Ferrandino per illustrare quelle che erano le nostre osservazioni anche sui modi di procedere allo scavo del tracciato, ma finora non ci siamo riusciti. Abbiamo incontrato l’assessore all’Ambiente Carolina Monti che ci ha dato anche delle spiegazioni che non ci convincono. Si dice che i genitori potranno insegnare ai bambini ad andare in bicicletta. Si poteva farlo sui viali che già c’erano, senza sconvolgere gli equilibri di uno spazio verde così circoscritto e già fragile di suo.»
«Ci sembrava che l’attenzione per l’ambiente mostrata da questa amministrazione fosse credibile», conclude l’ambientalista. «Dall’Operazione Gussone, per la ripiantumazione degli alberi, all’istituzione del servizio Zizì, si andava verso la direzione giusta. La pista ciclabile nella “Pineta degli Atleti” di Ischia ci sembra invece un passo indietro, una sciocchezza, assai poco significativa in termini di mobilità alternativa. Una scelta inutile e impattante».

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