Più risorse, l’appello di Giovanni Legnini
Il commissario alla Ricostruzione in audizione alla Camera lancia l’allarme: “Nei prossimi mesi esaurirò le risorse a mia disposizione. Il rischio è di un rallentamento se non di un blocco delle opere”. Presente anche Bonavitacola che ha detto tra l’altro: “C'è un notevole divario tra i compiti della struttura e le risorse disponibili”

Un piano di protezione civile intercomunale che monitori e prevenga i rischi che riguardano i sei comuni che compongono l’isola di Ischia. Ha parlato di questo Giovanni Legnini, commissario straordinario per gli interventi di riparazione, di ricostruzione, di assistenza alla popolazione e di ripresa economica nei territori dei comuni dell’isola di Ischia interessati dagli eventi sismici verificatisi il giorno 21 agosto 2017. L’ha fatto intervenendo ieri mattina poco dopo le 10 da remoto durante i lavori delle commissioni Bilancio e Ambiente della Camera nell’ambito dell’esame, in sede referente, del disegno di legge di conversione del decreto numero 208 del 31 dicembre 2024, riguardante misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza. Parlando della norma in oggetto, Legnini ha spiegato che “va in un senso positivo ma richiederebbe di essere emendata”. Per il commissario straordinario, infatti, “la norma così come formulata autorizzerebbe ad attingere dai fondi in dotazione alla struttura commissariale, ma porterebbe ad un utilizzo degli stessi solo per il piano di protezione civile, mentre le esigenza sono legate anche al presidio territoriale per monitorare i rischi e al completamento delle opere”.
Le opere di ricostruzione, prevenzione dei rischi e delocalizzazioni degli immobili posti in area a rischio ad Ischia dopo il sisma del 21 agosto 2017 e a causa degli eventi successivi che hanno riguardato l’isola, costeranno complessivamente circa 1,3 miliardi di euro. Questa la stima fatta presso le predette commissioni da Legnini, che poi ha aggiunto: “Gli oneri per la ricostruire dopo il sisma e dopo la frana sono pari a 1,3 miliardi di euro. Finora negli anni sono stati stanziati 235 milioni. La copertura che occorre è dunque superiore al miliardo di euro. Certo, non subito ma attraverso un processo pluriennale. Va ricordato che la competenza della struttura commissariale è stata estesa anche agli altri comuni dell’isola che hanno avuto danni per fortuna diversi da quelli verificatisi a Casamicciola”. “Nei prossimi mesi – ha continuato poi il commissario – esaurirò le risorse a mia disposizione. Il rischio è di un rallentamento se non di un blocco delle opere. Sono 101 gli interventi effettuati, ma ci sono ancora 108 opere da eseguire, metà delle quali sono in corso di realizzazione o di affidamento, mentre un’altra metà è in corso di progettazione. Tutte le indicazione che il legislatore ha finora fatto sono state via via adempiute. Il piano degli interventi per la riduzioni e la mitigazione dei rischi, l’aggiornamento dell’autorità di bacino, il piano di ricostruzione pubblica e ultimo il piano di ricostruzione post sisma e post frana, adottata dalla Regione Campania a dicembre e per cui siamo ora nelle fase delle osservazioni”.
Ad intervenire durante i lavori delle Commissioni Bilancio e Ambiente della Camera anche il vicepresidente della Giunta Regionale della Campania che Fulvio Bonavitacola che tra l’altro ha detto: “Valutiamo positivamente la riconferma del commissario straordinario per la ricostruzione sull’isola d’Ischia, Giovanni Legnini, alla guida di una struttura che si deve occupare non solo dei danni al patrimonio provocati dal sisma del 21 agosto 2017 ma anche di quelli connessi agli eventi franosi e alluvionali del novembre 2022. Ma ora si rende necessaria e coerente una dotazione finanziaria per sostenere l’opera di ricostruzione”. “C’è un notevole divario – ha proseguito Bonavitacola – tra i compiti della struttura commissariale e le risorse disponibili, tenuto conto che il lavoro riguarda sia il ripristino del patrimonio danneggiato dal sisma sia gli interventi connessi al fenomeno alluvionale. In relazione a quest’ultimo, il tema non è solo di carattere finanziario ma anche di adeguamento normativo. Nel piano adottato dalla Regione Campania a fine dicembre sono previsti anche centinaia di edifici che vanno delocalizzati per ragioni di sicurezza legati alla prevenzione idrogeologica. Bene, questa parte non ha copertura finanziaria: serve sostanzialmente una norma che allinei il patrimonio soggetto a danni sismici con quello legato alla sicurezza di fenomeni alluvionali”.

