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Pascale non ci sta: «Il fango? Lo gettano sul paese»

Di Francesco Ferrandino

LACCO AMENO. «Ignoranza, leggerezza o malafede». Giacomo Pascale commenta così le presunte notizie che vorrebbero totalmente inquinato il mare del litorale di Lacco Ameno. All’indomani della nota dell’Arpac, che ha pubblicato i risultati delle analisi effettuate sulle acque in questione, il primo cittadino del paese del Fungo ci tiene a puntualizzare ciò che emerge dai dati ufficiali. «I dati dell’Arpac in nostro possesso – attacca Pascale – sono più che positivi. Dalle schede tecniche allegate, si ricava che il livello di enterococchi è pari a meno di 10  utc/ml, mentre il valore-limite è di 200. Questo in pratica significa che l’acqua si può tranquillamente definire pulita. È notorio del resto che la baia di Varulo, lo specchio d’acqua antistante l’hotel Regina Isabella, è una delle mete preferite dai turisti e dai diportisti: in quella zona c’è l’unico insediamento di Posidonia che ossigena l’acqua della baia. Lo stesso ministero dell’ambiente ne ha certificato l’assoluta importanza e l’interesse scientifico. Non sono quindi sorpreso dalla notizia positiva scaturita dalle analisi. Anzi, faremo di più: incaricheremo anche un ente privato per compiere ulteriori analisi nel corso dell’estate».

Quindi nessuna ordinanza di divieto di balneazione per tutto il lungocosta del paese dalla punta di Montevico sino alla Fundera…

«Certo che no. Dai dati dell’Arpac emerge soltanto un’unica lieve criticità, localizzata all’interno dell’area portuale. Quindi non c’è alcuna ordinanza da emettere, visto che essa è stata emessa a suo tempo quando l’area fu destinata all’uso portuale, dove peraltro è lecito aspettarsi che nessuno faccia il bagno.  La situazione quindi è totalmente sotto controllo».

Resta però il fatto che l’Arpac ha comunque certificato che una quantità di liquidi fognari sia finito in mare, sia pure in zona non adibita alla balneazione..

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«La fuoriuscita non è stata certo in grado di determinare ingiustificati allarmismi, sia per la quantità minima dello sversamento da rendere ingiustificato l’allarme-inquinamento delle acque, sia soprattutto per il pronto intervento effettuato nell’arco di 24 ore. Anche su questo punto vorrei fare un po’ di chiarezza…»

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Prego.

«Sui lavori fognari che sono in via di conclusione è bene precisare che il nuovo impianto non è ancora completato, né collaudato né tantomeno funzionante. Il Comune di Lacco lamenta una permanente criticità sul vecchio impianto fognario che si trascina sin dal 1950. È un problema di carattere tecnico: un tratto della rete fognaria è in contropendenza. In caso di pioggia intensa, o di stop momentaneo di corrente elettrica che blocca l’impianto di sollevamento al Capitello, essendo la condotta in pressione, si assiste a una fuoriuscita di liquami, localizzata in corrispondenza della Parrocchia. A luglio siamo stati particolarmente sfortunati perché si è verificata una serie di coincidenze negative che erroneamente sono state attribuite ai lavori fognari in corso. Abbiamo innanzitutto avuto una pioggia di forte intensità; nello stesso tempo abbiamo avuto un blocco delle pompe a piazza Girardi, rallentando pesantemente la portata di scarico delle acque, e infine abbiamo avuto una perdita di liquami da un tratto della vecchia condotta che va dal Bar Triangolo fino al Capitello, che ha ceduto in un punto».

In pratica, il tratto che non è oggetto dei lavori in corso.

«Esattamente. Quel tratto non rientra nel finanziamento dell’appalto per l’opera di ristrutturazione in corso. È verosimile pensare che il cedimento sia stato provocato dall’azione dei marosi che si sono infiltrati a fondo sotto la strada: la condotta fu realizzata in creta, ed è situata a una profondità di quasi quattro metri e mezzo, quindi sotto il livello del mare. Siamo immediatamente intervenuti: su indicazione dei tecnici, abbiamo realizzato una soletta di cemento, che serviva a tamponare la falla, a consolidare il muro e a evitare che i marosi continuassero nell’opera di erosione, senza dover bloccare nuovamente il corso Rizzoli. Esiste un progetto di riconfigurazione del litorale che comprende il punto in questione, di competenza della città metropolitana nell’ambito della difesa delle coste. L’ideale sarebbe intervenire ristrutturando anche la vecchia condotta, completando il rinnovamento dell’impianto, ed evitando quella profondità, che non serve per il funzionamento dell’impianto stesso. Non dimentichiamo che è stata realizzata una nuova vasca in adiacenza alla preesistente, per alleviare la fatica delle pompe nel momento in cui i liquami arrivano nel terminale di piazza Girardi».

Ma quell’intervento non sembrava aver raggiunto l’obiettivo, viste le esalazioni persistenti…

«È vero, infatti successivamente si è reso necessario intervenire all’interno della condotta, intervento compiuto sempre nell’arco delle 24 ore, per recare il minimo disagio possibile alla cittadinanza. Ripeto, parliamo di criticità che accadono da oltre mezzo secolo che si acuiscono in presenza di determinate condizioni meteo, e che col nuovo impianto dovrebbero essere fortemente ridotte se non completamente risolte».

Secondo Lei, quindi, l’allarmismo di questi giorni non è giustificato?

«Guardi, è stato semplicemente un festival di chiacchiere, che ha ignorato la sostanza e la realtà delle cose. La cosa più avvilente è che non si è trattato soltanto di gettare fango per offuscare l’immagine del sindaco. In oltre dodici mesi trascorsi dall’insediamento, non ho mai risposto alle provocazioni giornalistiche: non è nel mio stile alimentare sterili polemiche. I cittadini mi chiedono solo di lavorare, ed è quello che stiamo facendo nonostante il momento difficile che il paese vive. Quello che m’infastidisce di più sono certi articoli-farsa con cui si getta discredito e fango sull’intera comunità di Lacco Ameno, in particolar modo come negli ultimi giorni, quando si è voluto screditare un tratto di mare che in realtà è stato analizzato e riconosciuto pulito, lo dicono i dati ufficiali, e che si trova nelle adiacenze di una grande azienda dell’isola d’Ischia come l’hotel Regina Isabella, tra le prime in Europa. Si tratta quindi di un danno d’immagine gravissimo. Evidentemente, una parte della minoranza politica crede che la politica consista nel dare in pasto a un giornale qualche documento protocollato da sbattere in prima pagina, pensando di aver compiuto chissà quale scoop. Penso invece che un consigliere comunale, soprattutto colui che ha anche ricoperto la carica di sindaco, dovrebbe invece compiere riflessioni ben diverse. Le analisi intanto dicono che i valori sono ampiamente nella norma. Questi sono i fatti, mentre qualcuno tenta di fare sciacallaggio politico, senza rendersi conto che non sta giocando soltanto con l’immagine dell’amministrazione, ma con l’immagine turistica, commerciale ed economica delle maggiori aziende del paese. Un comportamento scorretto e squallido su cui l’intera comunità dovrebbe riflettere e soprattutto indignarsi».

Come intende comportarsi?

«Farò notificare la nota dell’Arpac a tutti gli stabilimenti balneari e alle strutture alberghiere di Lacco Ameno in modo che possano affiggerla pubblicamente, così gli ospiti e i clienti potranno prendere visione dei dati reali, senza doversi curare dell’inutile e scorretto sensazionalismo di certa stampa».

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