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Politici ladri e corrotti, le parole di Davigo “spaccano” l’isola

Hanno creato un vortice di polemiche, dibattito e reazioni, le parole del presidente dell’ANM, Piercamillo Davigo, il quale ha parlato di politici corrotti o dediti a delinquere quasi come fosse un clichè ormai consolidato. Ma che cosa ne pensano gli isolani di quello che a livello nazionale da un paio di giorni è gettonatissimo argomento? Noi abbiamo raccolto una serie di risposte, dalle quali emerge un dato sostanziale: in molti la pensano come il magistrato, ma c’è chi invita a non generalizzare ed addirittura pure chi sostiene che in fondo anche tra i giudici non è che siano tutti “immacolati”…

Il nostro giro di orizzonti parte dal consigliere di minoranza, Carmine Bernardo, che nella premessa della sua analisi è abbastanza chiaro spiegando che “purtroppo, Davigo con le sue affermazioni ha confermato un forte convincimento popolare, anche se è ingiusto generalizzare”. Poi l’avvocato scende nei dettagli: “Per quanto riguarda Ischia, siamo stati scossi da fatti inimmaginabili: l’arresto di Giosi per corruzione, l’inserimento del Comune di Ischia tra i comuni monitorati per camorra ( e ciò non è una scelta dovuta, come hanno cercato di veicolare, ma sicuramente basata su notizie a noi sconosciute), l’intervento di Cantone per l’illegittimo  frazionamento degli appalti  per non fare le gare, gravi fatti corruttivi di comuni a noi vicini,  Ciò prova che anche Ischia non è immune da questo cancro della società italiana, rispetto al quale poco si sta facendo e rispetto al quale vi è poca reazione della gente”. Un aspetto, questo, più volte sottolineato negli ultimi tempi da diversi addetti ai lavori e decisamente preoccupante, dal momento che la cittadinanza sembra assistere ormai quasi indifferente e senza indignarsi ad una escalation di fenomeni quantomeno discutibili. Carmine Bernardo, poi, conclude così: “Bisogna sperare in una classe politica totalmente nuova perché anche i giovani formatisi alle corte degli attuali maggiorenti ormai credono che quel modo di operare sia corretto. Il rispetto della legalità, partendo anche dalle cose più banali è il vero antidoto alla corruzione. Fino a quando i comuni saranno il centri della illegalità diffusa ed opereranno in maniera strafottente in dispregio della legge, sicuri della impunità in qualche modo assicurata dal convinzione ‘così fan tutti’, la corruzione non verrà mai sradicata dalla nostra comunità”. Insomma, c’è anche l’effetto emulazione, secondo il consigliere ischitano, a rendere tutto maledettamente più complicato anche in chiave futura.

Gennaro Savio, militante del PCIML, dà invece la sua chiave di lettura partendo a ritroso nel tempo: “Quando negli anni ‘9O in Italia scoppiò tangentopoli frutto delle inchieste giudiziarie  di Mani Pulite che misero a nudo il livello di corruzione diffusa che come una ragnatela aveva avvolto la vita politica e istituzionale del nostro Paese ai tempi dei governi guidati dagli esponenti della Democrazia Cristiana di andreottiana memoria e del Partito Socialista di Bettino Craxi, furono molti ad illudersi che lungo lo Stivale si fosse fatta finalmente  pulizia di tangentisti e corruttori. E ricordo come se fosse ieri che sul mensile comunista ‘L’Uguaglianza Economica e Sociale’ fondato e diretto da mio padre Domenico, ci si sforzava di far capire che per debellare il circolo vizioso delle tangenti, bisognava abbattere l’infame sistema economico e sociale capitalistico dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e delle disuguaglianze economiche e sociali in cui la corruzione è insita. E così come avevamo ampiamente previsto allora, in Italia ad oltre venticinque anni da tangentopoli la corruzione è aumentata e i Partiti ormai privi di identità e di ideali politici, sono sempre più strumenti di questo sistema. E se è vero come è vero che nei decenni passati bastava un avviso di garanzia a far dimettere un esponente politico e oggi, in taluni casi, neppure il tintinnio delle manette serve a schiodare certi politici dalle sedie del potere, vuol dire che effettivamente si è perso anche il senso del pudore e della vergogna!”. Analisi dura, impietosa, ma non per questo meno condivisibile…

Di tenore decisamente diverso, invece, le dichiarazioni del presidente dell’Ascom, Marco Bottiglieri, che proprio non ci sta alla generalizzazione di ogni affermazione o concetto e non lo nasconde affatto. “Dire che tutti i politici rubano – spiega – è uno dei luoghi comuni più banali al mondo. Esistono cattivi politici come esistono magistrati incapaci o professionisti opachi. La differenza come sempre, la fanno gli uomini. Questo paese è stanco delle continue polemiche, delle risse tra le istituzioni, del conflitto permanente che c’è tra Politica e Magistratura. Una persona esposta come Davigo dovrebbe sapere che per oltre venti anni tale conflitto non ha certo portato a risultati significativi. Sarebbe quindi il caso che i vari poteri dello Stato cooperassero tra di loro nel l’esclusivo e supremo bene comune”. A fare da (deciso) contraltare all’opinione di Bottiglieri ci pensa Enrico Muratori, noto ristoratore, il quale nelle sue esternazioni è categorico nel condannare la classe dirigente. Sulle parole di Davigo non ha assolutamente dubbi (“quello che dice è assolutamente vero”), poi aggiunge: “Dopo Tangentopoli la classe politica italiana ha davvero toccato il fondo, con una classe politica priva di dignità, senza identità, ignorante, arrogante e senza più alcuna vergogna. Tutto è lecito, e se non lo è basta sparare una serie di cavolate come giustificazione per mettere in discussione la loro colpevolezza forti della grande ignoranza che imperversa tra la maggior parte della popolazione ed in particolare tra le nuove generazioni”. Muratori aggiunge poi che “a far da contraltare abbiamo una magistratura che laddove è chiamata a intervenire, ha una macchina talmente lenta che la prescrizione piuttosto che l’eccezione pare essere diventata la regola. E vogliamo parlare dell’immunità parlamentare? In Italia serve da scudo, negli altri paesi non è così… Altrove chi sbaglia è chiamato a dimettersi, e soprattutto ad iniziare a dimettersi. Sono sempre stato per una democrazia governata da una Destra Sociale, ma non per presa di posizione, quanto piuttosto perché studiando la storia dell’Italia rilevo che l’unica espressione politica che ha realmente fatto l’Italia e gli italiani è solo quella del Primo Mussolini (fermo restando la condanna e la non condivisione di quanto accaduto per la seconda guerra mondiale). Infatti da sempre la classe politica italiana è stata corrotta, fin da Giolitti, agli inizi del ‘900 dove per i voti alla DC si lasciò il meridione in mano alle Mafie. Oggi serve un azione forte, e per farla in breve, come diceva uno dei migliori presidenti avuti, Sandro Pertini, ‘quando la classe politica non fa cio’ che vuole il popolo, va cacciata, anche con i sassi ed i bastoni!’”.

Così come Carmine Bernardo ad Ischia, un altro consigliere di minoranza particolarmente battagliero siede tra i banchi del consiglio comunale di Forio. Si tratta di Vito Iacono che sull’argomento risponde concedendosi appena il tempo di prendere fiato: “Penso che i politici non provano vergogna per cose anche peggiori da quelle di essere corrotti, se pensiamo alla loro azione amministrativa ed al disastro che ne consegue. E poi perché vergognarsi di condotte che operano in piena coscienza e responsabilità. Penso che come sempre il problema debba appunto riguardare le coscienze. E per questo non generalizzerei. E poi tutto è ‘in linea’ con il decadimento del tessuto sociale del quale questa classe dirigente è espressione e sintesi, una classe dirigente che trova piena legittimazione nel silenzio assordante di tutti, quasi a voler far passare il luogo comune del siamo tutti uguali, faremmo tutti così. Il problema non è solo di chi non prova vergogna, ma soprattutto di chi non si indigna e fa provare vergogna. Ecco in cosa non condivido l’intervento di Davigo davanti ad una platea di studenti: un magistrato avrebbe dovuto rappresentare le circostanze, ma limitarsi a dire ‘noi facciamo la nostra parte, voi fate le vostra’, esortandoli a recuperare il valore della indignazione ed il sentimento della vergogna. A manifestare il proprio disagio e la voglia di cambiare quasi a mettere in opera una sorta di rivoluzione delle coscienze facendo rivivere nuove e diverse sensibilità. Dalle monetine ingiustificate e poi solo a Bettino di allora alla connivenza consapevole ed interessata di tanti oggi, inquieta e preoccupa più quest’ultima. E, comunque, la corruzione riguarda anche la cosiddetta Società Civile, come si è visto con gli arresti anche di giudici tributari a Milano. Per non dire dei recenti arresti addirittura di militari dell’Esercito per corruzione in appalti. Fino a quello che accade nel mondo della sanità, come denunciato dal giudice Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Anticorruzione. La visione di Per Camillo Davigo deve essere rimasta quella di tangentopoli: i colpevoli tutti da una parte…”.

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Quello di Michelangelo Messina, fondatore e direttore dell’Ischia Film Festival, è un commento invece molto più telegrafico, ma non per questo dai toni meno perentori:

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“Per me – dice – Davigo resta inattaccabile. Il resto problema, per la verità, non è rappresentato dall’esistenza di politici corrotti ma il fatto che i cittadini consapevoli della loro corruzione continuino a votarli…”, Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda anche la consigliera comunale di Forio, Grazia Parpinel, che la vede così: “Come dar torto alle parole del presidente dell’Anm Davigo. Il quadro politico da lui delineato è purtroppo reale. Si continua ormai da anni ad operare attraverso politiche becere e miopi. I politici stanno annullando il futuro dei nostri figli. Ritengo che i crimini politici in Italia non vengono adeguatamente puniti e gli strumenti messi a disposizione non aiutano chi vi si oppone. Il profitto, di natura squisitamente personale è al di sopra di ogni cosa, ci troviamo praticamente davanti a gente priva di umanità e rispetto…”. Partendo dalle dichiarazioni di Davigo, invece, il presidente dell’associazione Gaia, Sergio Di Meglio, dirotta discorso ed attenzione in chiave squisitamente locale: “Ad Ischia non credo (anzi lo spero) che i politici rubino, ma per la loro incompetenza e superficialità incapacità nella gestione della cosa pubblica rubano sogni e sacrificio dei nostri genitori, ed il futuro dei nostri figli. Vi faccio un piccolo esempio, basta guardare un pò i conti delle aziende partecipate dei comuni dell’isola, senza andare troppo lontano andiamo a ritroso solo di qualche anno quasi tutte le società dei Comuni sono in deficit o fallite con buchi vertiginosi da capogiro, quasi da manovre finanziare nazionali: ebbene, anche questo è rubare. Chi permette tutto questo e non reagisce è complice e truffatore, mi riferisco ai tanti i revisori dei conti, ai componenti dei cda: a questi cari illustri signori volevo solo ricordare che la giustizia è un po’ lenta ma arriva sempre e su questo sono d’accordo con Davigo, anche questo è rubare: Insomma, ci troviamo davanti a ‘mariuoli’ di sogni di speranza e di crescita per la nostra comunità…”.

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