CRONACA

Porto a Lacco Ameno, l’arbitrato in attesa del Tar

Stamane l’incontro delle parti per il tentativo di composizione bonaria della controversia relativa tra Comune e concessionario. Per l’ente, forte del favorevole esito nel giudizio civile sul decreto ingiuntivo, la clausola arbitrale è invalida: oggi la discussione su tale questione preliminare

Oggi si celebra una delle ormai innumerevoli puntate della controversia che oppone il Comune di Lacco Ameno alla Marina di Capitello Scarl, società che da un lustro detiene la concessione per la gestione del molo turistico nel paese del Fungo. Come è noto, in attesa che il Tar decida nell’udienza di mercoledì sul destino della concessione che il Comune revocò la scorsa estate, un altro procedimento è in corso davanti al Tribunale ordinario di Napoli, che a dicembre aveva revocato il decreto emesso “inaudita altera parte” lo scorso 31 luglio, rendendo quindi nuovamente esecutivo il decreto ingiuntivo con cui il Comune chiedeva il versamento del canone annuale della stagione 2019 da parte della società Marina di Capitello, canone pari a 170mila euro. Parallelamente, la società ha tentato la strada dell’arbitrato, risollevando davanti al collegio arbitrale gran parte delle ragioni espresse dinanzi al Tribunale. Da parte sua, il Comune di Lacco Ameno è intenzionato fermamente a far valere proprio la nullità della clausola arbitrale, come del resto aveva stabilito il Tribunale ordinario a dicembre, rendendo nuovamente esecutivo il decreto ingiuntivo: per inciso, anche nel procedimento in sede civile la società Marina di Capitello contestava la competenza dell’autorità giudiziaria ordinaria a favore della devoluzione a un collegio arbitrale di tutte le controversie insorte fra le parti in ordine all’interpretazione e all’applicazione del contratto, ma il Tribunale nella persona del giudice Manera aveva appurato che nel caso specifico è assente una specifica autorizzazione della giunta alla devoluzione ad arbitri delle controversie in questione, quindi “la clausola contrattuale che la dispone sembra affetta da nullità e, di conseguenza, appare sussistente la cognizione dell’Autorità Giudiziaria Ordinaria – non già del collegio arbitrale – sulla materia del contendere”.

Quindi oggi avrà luogo il tentativo bonario di componimento con comparizione personale delle parti in presenza a Napoli presso lo studio del presidente del collegio arbitrale professor Grasso, e poi la discussione sulla preliminare questione appena citata, cioè della nullità della clausola compromissoria che prevedeva l’arbitrato. Qualora essa sia ritenuta valida, si rinvierà per la successiva discussione sul merito della vicenda. Dunque, il ricorso all’arbitrato si intreccia col giudizio in sede civile e con quello innanzi al Tar, a complicare ulteriormente la vicenda originatasi agli inizi della scorsa estate quando, constatato il mancato pagamento del canone, il Comune aveva sollecitato il concessionario, che lo scorso luglio aveva avviato la procedura di definizione bonaria della controversia. Soluzione respinta dal Comune, che richiese il pagamento integrale dell’intero canone annuale di 170mila euro, a cui si è aggiunta la richiesta dell’annualità successiva.

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