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Porto di Lacco Ameno, è il giorno dell’ultimo atto?

Oggi l’udienza di merito al Tar: i giudici dovranno decidere sul ricorso della società concessionaria contro gli atti del Comune per la gestione diretta del molo turistico

Riprende il duello. Dopo un mese di relativa calma, del tutto apparente, oggi davanti al Tar andrà in scena l’ennesima puntata della controversia tra il Comune di Lacco Ameno e la società Marina di Capitello Scarl, da anni concessionaria del molo turistico.Si discuterà nel merito la questione legata alla validità della concessione oltre la scadenza dell’iniziale periodo pattuito, e degli atti del Comune relativi alla procedura di assegnazione dei servizi ausiliari. L’amministrazione ritiene scaduta la concessione varata oltre un lustro fa col projectfinancing, oggetto di ulteriori proroghe-covid trimestrali, l’ultima conclusa lo scorso 30 giugno.

Di conseguenza, il comune si era mosso varando una procedura per l’affidamento dei servizi ausiliari di gestione nella prospettiva di rientrare in possesso della struttura. Dall’altra parte invece la società Marina di Capitello aveva chiesto con apposito ricorso l’annullamento in via cautelare delle varie delibere di giunta siglate tra la primavera e l’estate con cui il Comune aveva confermato le tariffe dei posti d’ormeggio dell’approdo e varato la citata procedura per l’affidamento di alcuni servizi di supporto nella gestione del porto turistico, ma soprattutto invocando l’applicazione della proroga fino al 31 dicembre 2023 della concessione concordata col citato projectfinancing, in virtù di quanto previsto dalla legge 145/2018, e dal combinato disposto tra il decreto-rilancio del 2020 e la famosa pronuncia dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato dell’autunno scorso sulla questione delle proroghe delle concessioni balneari (che riteneva invalide le estensioni delle concessioni al 2033 che contrastavano con la nota direttiva Bolkestein dell’Unione Europea). È questa, in sintesi, la richiesta del concessionario. Questa interpretazione normativa, secondo la società Marina di Capitello, tende a ritenere dunque illegittimi “sia gli atti di indirizzo adottati sia l’approvazione delle tariffe sia, da ultimo, l’avvio della manifestazione di interesse per l’affidamento dei servizi – e non della concessione demaniale nel suo complesso – per assoluta carenza di potere della P.A. di legittimamente disporre dei beni demaniali di che trattasi”. Censura che comporterebbe l’annullamento degli atti del Comune. La società nel ricorso ipotizzò anche il pericolo di danni irreparabili in caso di sgombero del porto e di perdita definitiva della gestione, in quanto i dipendenti sono già assunti, e i contratti di ormeggio già stipulati, ipotizzando la perdita di lavoro per essi e il pregiudizio per le loro famiglie.

La Settima sezione dovrà pronunciarsi anche sull’interpretazione della società, che ritiene di avere diritto alla proroga “balneare” fino al 31 dicembre 2023, di fatto mantenendo il controllo sul porto anche per la prossima stagione turistica

Da parte sua, il Comune rifiuta tale interpretazione: secondo l’ente di Piazza Santa Restituta, la convenzione tra le due parti e cioè il projectfinancing, è un tipo di accordo che non può essere assimilato alle concessioni degli stabilimenti balneari che duravano da decenni e che sono oggetto della controversia innescata dalla direttiva Bolkestein, su cui il Consiglio di Stato ha negato la proroga “lunga” fino al 2033.

La faccenda si è dipanata in maniera tutt’altro che lineare: il 12 luglioinfatti il Tar non si è pronunciato sull’istanza di sospensiva cautelare proposta dalla società e basata sulla giurisprudenza del Consiglio di Stato, perché i legali di fiducia della stessa società, contro ogni previsione, avevano poi chiesto al Tribunale di rinviare direttamente nel merito la trattazione dell’istanza, rinunciando a ogni pronuncia cautelare. Di conseguenza, il collegio della Settima Sezione aveva fissato a oggi, 7 settembre, l’udienza di merito, lasciando impregiudicata la questione della legittimità della concessione.

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In tal modo il Comune, basandosi sulla sentenza di aprile che stabiliva al 30 giugno la fine della concessione dopo l’ultima proroga-covid, aveva provato a rientrare in possesso della struttura verso fine luglio, trovando tuttavia la ferma opposizione della società e dei suoi legali, che in assenza di un titolo esplicito da parte del Tribunale si erano decisamente opposti inoltrando anche un ulteriore ricorso al Tar, che il 28 luglio lo accoglieva e rinviava sempre all’udienza di oggi la trattazione collegiale, segnando di fatto l’ennesimo punto giudiziario a favore della società concessionaria, che così è rimastaal timone del porto anche per la stagione 2022.

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Nel frattempo, il Comune ha sospeso la procedura di assegnazione dei servizi ausiliari alla società inizialmente designata, in quanto sarebbero emerse irregolarità nella prestazione dell’avvalimento di un’altra società del settore: quest’ultima infatti ha negato di aver prestato tale garanzia, abituale in questo tipo di procedure.
Infine, a metà agosto, l’ultima novità si è registrata sul fronte di una controversia parallela, quella dei canoni annuali che il Comune non incassa dal 2019 e delle pretese di risarcimento avanzate dalla società: il Tribunale ordinario ha sconfessato il lodo arbitrale emesso a giugno, vista la mancanza di un’apposita delibera di giunta che prevedesse espressamente il ricorso agli arbitri, avocando a sé la cognizione su tale materia e fissando a novembre il prosieguo del giudizio. Insomma, come si vede, non sono pochi i nodi da sciogliere in questa vicenda sempre più intricata. A breve potremmo sapere se la decisione del Tar porrà una parola decisiva, se non definitiva, sulla questione.

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