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Porto di Lacco, ancora un rinvio: stavolta manca il giudice

Ieri mattina, presso la prima sezione del Tribunale di Napoli, dinanzi al collegio B presieduto dal giudice Pellecchia, sarebbe dovuto riprendere il processo per l’affidamento del porto di Lacco Ameno. In particolare,  parliamo della procedura che si concretò nell’assegnamento della gestione dell’approdo turistico all’imprenditore Giuseppe Perrella, imputato insieme all’ingegner Gaetano Grasso per abuso d’ufficio.  Davanti al Tribunale era in programma la deposizione di coloro che agendo nel loro ruolo di polizia giudiziaria ebbero una parte rilevante nelle indagini dirette dal pubblico ministero. In particolare, era stata fissata la testimonianza del Tenente di Vascello Alessio De Angelis, Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Ischia, e di Agostino Piscopo, anch’egli in servizio presso il Circomare di via Iasolino. La scorsa udienza, per un difetto di notifica, il presidente Pellecchia aggiornò il processo, ma anche stavolta c’è stato un imprevisto: la dottoressa Daniele, componente del collegio giudicante, era assente per legittimo impedimento, circostanza che ha giocoforza indotto il presidente a rinviare per l’ennesima volta la testimonianza dei due ufficiali, fissata  al prossimo 6 febbraio.

Nella primavera del 2016, il sostituto procuratore Claudio Basso chiese e ottenne il rinvio a giudizio dei due imputati, protagonisti fra l’altro della contestata assegnazione della gestione portuale alla società di Perrella fino al 2020, a cui si arrivò mediante quel “project financing” proposto dallo stesso imprenditore. Le accuse del pubblico ministero in questo procedimento sono però riferite all’affidamento del porto per la stagione 2015: un affidamento avvenuto, secondo la pubblica accusa, senza il necessario procedimento a evidenza pubblica. Il reato che la Procura ha ipotizzato è quello di concorso in abuso d’ufficio, perché «Grasso, in qualità di responsabile dell’Ufficio Demanio Marittimo del Comune di Lacco Ameno nonché di esecutore materiale del reato,  in concorso con Giuseppe Perrella, in qualità di legale rappresentante della società Marina di Capitello Scarl e di istigatore del reato, nell’esercizio delle sue funzioni e abusando del suo ufficio pubblico, su istigazione del Perrella (che determinandolo concorreva nel reato) rilasciava in data 5 giugno 2015 l’autorizzazione ex art. 45 bis del Codice della Navigazione alla società Marina di Capitello alla gestione degli approdi e specchi acquei» del porto di Lacco Ameno senza l’esperimento di alcuna procedura di evidenza pubblica, procurando in tal modo intenzionalmente alla società di Perrella un ingiusto vantaggio patrimoniale con l’affidamento della struttura dal 5 giugno al 31 ottobre 2015.

Le chiacchierate opacità che avvolgono la lunga vicenda degli affidamenti del porto lacchese, oltre ad aver attirato l’attenzione della magistratura, sono già da tempo al centro di una vasta polemica tra le forze politiche del paese del Fungo, con l’opposizione che nel tempo ha prodotto una vasta mole di interrogazioni all’amministrazione in carica per chiedere lumi sui mancati pagamenti della società di Perrella circa i canoni dovuti nelle stagioni scorse per la gestione del porto.

Francesco Ferrandino

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