CULTURA & SOCIETA'

L’omaggio dei casamicciolesi alla loro Santa Patrona Maria Maddalena nel giorno della sua solennità

La storia della Basilica Pontificia fra distruzione e rinascita da sempre, il faro e la speranza della «Risorta Casamicciola», come amava definirla il venerabile Morgera

Anche quest’anno la celebrazione per onorare Santa Maria Maddalena, Patrona di Casamicciola Terme nel giorno della sua solennità. si è svolta all’aperto sul sagrato. nei giardini antistanti la Basilica Pontificia, officiante il parroco Don Gino Ballirano con l’omelia di Don Antonio Mazzella, alla presenza del Sindaco di Casamicciola Ing, Giovan Basttista Castagna e suoi collaboratori e di numerosi fedeli, nel rispetto delle regole anti Covid-19. “La nostra fede – ci ricorda il Parroco Don Gino – già provata dal terremoto dio quattro anni fa del 2017. quest’anno è stata messa ancora una volta a dura prova dalla pandemia e dalla mancanza di lavoro.

Ma non disperiamo quando tutto sembra crollare e attorno è buio e tristezza. La nostra Patrona ci ricorda che chi è fedele sotto la croce vedrà il Cristo Risorto. Non smettiamo di fissare il suo sguardo, presto ci donerà la vittoria. Nei giorni scorsi abbiamo accolto con gioia il nostro nuovo Pastore il Vescovo Sua Ecc. Mons. Gennaro Pascarella , preghiamo fin da ora affinchè lo Spirito di Dio e la Madonna Santissima possano custodirlo ed illuminarlo nella guida della nostra gloriosa Diocesi “- Cosi Don Gino ha salutato Maria Maddalena e la sua comunità parrocchiale in festa. Maria Maddalena detta anche Maria di Magdala, secondo il Nuovo Testamento è stata un’importante seguace di Gesù. Venerata come Santa dalla Chiesa cattolica, che celebra la sua festa appunto il 22 luglio. La sua figura viene descritta, sia nel Nuovo Testamento sia nei Vangeli apocrifi, come una delle più importanti e devote discepole di Gesù. Fu tra le poche a poter assistere alla crocifissione e – secondo alcuni vangeli – divenne la prima testimone oculare e la prima annunciatrice dell’avvenuta resurrezione. L’aggettivo “Maddalena” viene accompagnato in qualche passo dei vangeli dalla precisazione “detta”: p.es. in Lc 8,2 il testo originale riporta “Μαρία ἡ καλουμένη Μαγδαληνή” (= Maria chiamata Maddalena). In Mc 16,9 questa precisazione non è presente (il testo greco si traduce letteralmente “Maria Maddalena”). Si è posta così la domanda se il soprannome “Maddalena” indichi che la donna proveniva da Magdala – una piccola cittadina sulla sponda occidentale del Lago di Tiberiade, detto anche “di Genezaret” – o abbia un altro significato.

Anche se molti studiosi ritengono valido il senso di semplice riferimento alla città d’origine, qualcuno ritiene che esso si scontri con problemi oggettivi legati alla toponomastica del I secolo (nelle fonti del I secolo Magdala è citata esclusivamente con il nome greco di Tarichea) e all’identificazione della località, resa difficile dalla presenza di diverse località denominate Magdala e dall’assenza nei testi evangelici di riferimenti precisi che consentano di identificare la città natale di Maria Maddalena.[4] L’appellativo “Maddalena” potrebbe avere invece una suggestiva valenza simbolica derivata dal termine ebraico/aramaico migdal / magdal =Torre, usato per sottolineare l’importanza di questa donna all’interno della comunità dei discepoli di Gesù. Già san Girolamo adottò questa interpretazione quando, in una sua lettera, scrisse di Maria Maddalena come di colei che  “per il suo zelo e per l’ardore della sua fede ricevette il nome di “turrita” ed ebbe il privilegio di vedere Cristo risorto prima degli apostoli”.La Basilica di S. Maria Maddalena a Casamicciola rappresenta, da sempre, il faro e la speranza della «Risorta Casamicciola», come amava definirla il Venerabile Morgera. La chiesa parrocchiale di Casamicciola Terme, dedicata alla sua antica patrona, Santa Maria Maddalena, sorgeva in origine sulla collina del Majo ed era stata edificata nel 1540. Purtroppo il violentissimo terremoto del 28 luglio 1883 la rase al suolo, facendo morire tra l’altro il parroco di allora, Mons. Carlo Mennella, che era anche Vescovo ausiliare d’Ischia, e ferendo il giovane viceparroco, il Venerabile Giuseppe Morgera.

Quest’ultimo, divenuto poi parroco nel dicembre dello stesso anno, si prodigò per tutto il resto della sua esistenza terrena alla ricostruzione materiale e morale del paese e fu il promotore della costruzione di un nuovo tempio parrocchiale, che vide la luce, grazie all’impegno del Comune, in un sito leggermente piú in basso del precedente, in modo da trovarsi al centro del nuovo paese, le cui zone della Marina e di Perrone si erano riempite di rioni baraccali mentre le frazioni collinari venivano sgombrate dalla macerie e riedificate piú lentamente. La prima pietra fu posta l’8 luglio del 1894 da Mons. Giuseppe Candido, Vescovo, alla presenza del Clero e della popolazione festanti, mentre la consacrazione e l’apertura al culto avvennero poco meno di due anni dopo, il 30 maggio 1896. Il Venerabile volle che la nuova chiesa aggiungesse un titolo a quello dell’antica patrona: essa infatti fu dedicata in primo luogo al Sacratissimo Cuore di Gesú, a cui tutto il paese venne consacrato e, a memoria di ciò, sulla campana piccola del campanile fu inciso «Casamicciola in corde Domini fundata».È sempre per la medesima ragione che le statue del Sacro Cuore di Gesú e di S. Maria Maddalena inginocchiata ai suoi piedi, dono del re di Napoli Francesco II al suo amico d’infanzia Giuseppe Morgera, ancora campeggiano nell’abside: la Maddalena, per felice intuizione del Venerabile, rappresenta la città che protegge dinanzi al Cuore amorevole di Cristo.

Inoltre al suo interno fu possibile installare, recuperati dalle macerie della chiesa del Majo, l’altare maggiore in marmi policromi, il fonte battesimale, la balaustra e due altari minori: l’ideale continuità dei sacramenti del Battesimo e dell’Eucarestia avrebbe legato i fedeli di Casamicciola oltre la tragedia. Fu proprio in quella chiesa, nell’atto di inaugurare con la celebrazione della Santa Messa un altare minore dedicato al Preziosissimo Sangue, che il Venerabile Morgera subí il colpo aplopettico che lo condusse alla morte due giorni dopo, il 17 aprile del 1898. La parrocchia poi, nel corso del XX secolo si arricchí di molte opere di pregio e di suppellettili preziose, grazie alla devozione e all’attaccamento sentito dei casamicciolesi, presenti ed emigrati,nei confronti del loro principale tempio, e grazie allo zelo dei parroci che si sono susseguiti, fino all’attuale, don Luigi Ballirano. Ricordiamo infatti don Casimiro Monti (1898-1923); don Raimondo Manzi (1925-1931); don Ciro Monti (1931-1951); don Antonio Schiano (1951-1966); don Vincenzo Avallone (1967-2009); don Filippo Caputo (2010-2011). Dal 15 maggio 1965 la parrocchia gode del titolo di Basilica Pontificia Minore, prima chiesa della Diocesi a fregiarsene; dal 12 novembre del 1966 invece le spoglie mortali del Venerabile Morgera e del Vescovo Carlo Mennella riposano al suo interno. La storia della Chesa della Maddalena a Casamicciola e la vita straordianaria e santa del suo parroco Don Giuseppe Morgera si intrecciano.

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