CULTURA & SOCIETA'

Procida, gli scatti di Antonio Biasiucci raccontano la reclusione

Fino al 29 settembre una nuova sala nel cuore del Palazzo della Cultura ospita la mostra “Una sola moltitudine”, una selezione di fotografie in bianco e nero realizzati tra l’inverno e la primavera del 2022

Sono partito dal vecchio carcere di Palazzo d’Avalos, arrivando poi a lavorare sul concetto di reclusione, che ho declinato anche attraverso l’immagine di un migrante, costretto da 12 anni a Chios, o quella di un ragazzo a sua volta prigioniero del suo corpo, perché affetto da distonia”.  Cinquantatré scatti in bianco e nero compongono il percorso di “Una sola moltitudine”, la mostra che il fotografo Antonio Biasiucci propone fino al 29 settembre nell’ambito del programma di Procida Capitale Italiana della Cultura, con la curatela di Gianluca Riccio (ingresso libero, info www.procida2022.com).
Nel corso della cerimonia di apertura, Biasiucci ha sottolineato l’omaggio al regista e drammaturgo Antonio Neiwiller, cui lo lega un’esperienza comune proprio a Procida: “Trent’anni fa presi parte a un laboratorio con lui, che è stato il mio maestro: ho trasferito, nel tempo, i suoi metodi teatrali nel campo della fotografia. Così, mi è sembrato doveroso scegliere, per la personale, un titolo che è un omaggio a lui e allo scrittore Pessoa”. Attraverso un polittico intrigante, installato in una nuova sala destinata a ospitare grandi mostre fotografico, la poetica di Biasiucci prende le mosse da una poesia del frate Davide Maria Turoldo (“Io non ho mani che mi accarezzino il volto”, recita), partendo dalla penombra degli ambienti di Palazzo d’Avalos per aprirsi ad accogliere l’intensa luminosità del paesaggio mediterraneo e la mobilità delle sue forme.  Il limite, una volta invalicabile, di quel luogo di prigionia si trasforma così nel punto di partenza per l’apertura verso una moltitudine di racconti e il punto di vista dei detenuti, un tempo rinchiusi, diviene per l’artista la condizione per riunire in un’unica cornice il visto e l’immaginato, il chiuso e l’aperto, il buio e la luce. Storie spezzate, frammentate, di solitudine e sofferenza che per sopravvivere alla follia della reclusione, si aggrappano con forza ad una dimensione immaginaria. Le piante di fico e di limoni, i gabbiani in volo e le nuvole in transito che punteggiano il paesaggio isolano sono le immagini metaforiche dei desideri, dei ricordi e delle fantasie dei prigionieri. Le foto sono state realizzate tra l’inverno e la primavera del 2022.

“Solo una cultura che generi e diffonda emozioni, come accade con le foto di Biasiucci, può ritenersi efficace”, ha sottolineato  Rosanna Romano, Direttore Generale per le Politiche Culturali e il Turismo della Regione Campania. “Una sola moltitudine – ha detto Agostino Riitano, direttore di Procida Capitale della Cultura 2022 – arricchisce il programma di Procida Capitale inaugurando la stagione delle grandi mostre fotografiche. Ed è anche, questa, l’occasione per inaugurare un nuovo spazio all’interno del Palazzo della Cultura: una galleria destinata agli allestimenti fotografici. Stiamo trasformando il borgo antico di Terra Murata in una cittadella dell’arte contemporanea”. “Con Biasiucci, che non a caso sottolinea il filo diretto con Neiwiller, cui il nostro Comune ha voluto simbolicamente assegnare la cittadinanza onoraria post mortem, Procida sembra avere una chiara affinità elettiva, tradotta nella sensibilità di una mostra di alto profilo”, ha sottolineato Antonio Carannante, assessore del Comune di Procida con delega alla valorizzazione del borgo di Terra Murata.

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex