«Il presidente? Ha più osservato le macerie che parlato, ma forse era giusto così»

È stata una delle protagoniste del pomeriggio vissuto al Maio, di certo ha provveduto ad animarlo prima dell’arrivo di Mattarella, quando a farla da padrone erano caldo, sole e la monotonia tipica dell’attesa, oltre alla tetra sensazione di trovarsi in una zona davvero irriconoscibile. Susy Capuano, casamicciolese doc e residente nelle zone del crollo, di ritorno dalla zona rossa si sofferma a interloquire con i cronisti e facendo riferimento al presidente spiega: «Mattarella è stato laconico, di poche parole. Certo, ha detto che non ci abbandonerà e poco altro. Non è stato decisamente empatico, anche se ci ha detto che comprende il nostro dolore. Noi gli abbiamo portato la rabbia degli sfollati, spiegando la vicinanza dei vigili del fuoco ed anche qualche presenza che forse poteva dare un contributo maggiore alla causa. Lui ci ha ascoltato ed ha preso atto delle nostre parole, ma non si è mai sbilanciato più di tanto».
«Mattarella – ha aggiunto la Capuano – ha visto da lontano anche la mia vecchia abitazione completamente smembrata. Io ho chiesto al presidente se quella costruzione vetusta gli sembrasse una costruzione abusiva e devo riconoscere che mi ha dato pienamente ragione. Devo però sottolineare come il capo dello Stato abbia trascorso la gran parte del suo tempo ad osservare piuttosto che a dialogare, ma può darsi che fosse giusto così: di certo si sarà fatto un’idea di quanto è successo a Casamicciola alta. Non so dirvi cosa si siano detti o abbiano fatto in via Serrato, perché in quella zona Mattarella ed i vigili del fuoco hanno proseguito senza la nostra presenza». E infine un’ultima sottolineatura, quella sulla quale per la verità si dibatte sin dai giorni successivi al terremoto: «Abbiamo fatto presente ai nostri interlocutori – conclude Susy – che nella zona sono in atto forme di sciacallaggio da parte di determinati soggetti e su questo occorre tenere la tensione altissima».
Gaetano Ferrandino



