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Presunta estorsione, libero da ogni restrizione il giovane baranese

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA. Come anticipato ieri, Nicola Gallo, il ragazzo di Barano arrestato domenica sera a Buonopane con l’accusa di estorsione, è tornato a casa. Il Gip Claudia Picciotti, dopo aver attentamente ascoltato il giovane, ha ritenuto non sufficientemente provato il quadro indiziario a suo carico, e ha quindi rigettato la richiesta di applicazione di qualsiasi misura cautelare nei confronti del diciannovenne, ordinandone l’immediata liberazione. La versione fornita da Nicola ha convinto il magistrato a procedere alla scarcerazione, ritenendo comunque che le circostanze vadano ulteriormente approfondite, innanzitutto attraverso l’ascolto di tutti i soggetti coinvolti. In pratica, come si ricorderà, il ragazzo ha completamente ribaltato lo scenario delineatosi nelle prime ore, affermando con forza, e con il supporto di prove quali messaggi e contatti su Facebook e su whatsapp, di essere stato vittima di una raffinata e diabolica trappola, architettata dal “buttafuori” ex carabiniere (e protagonista qualche anno fa di un piccante video con la fidanzata diventato pubblico sul web), che dopo lo scontro fisico di Capodanno avrebbe persino organizzato il giorno successivo una spedizione punitiva, anzi un vero e proprio agguato, con la collaborazione di un altro ragazzo, a sua volta già assiduo frequentatore delle patrie galere per spaccio di droga. Secondo la testimonianza di Nicola, entrambi si recarono nei pressi dell’abitazione di quest’ultimo, che avrebbe quindi subìto un’ulteriore aggressione fisica, conclusasi con una visita all’Ospedale Rizzoli dove gli venivano diagnosticate anche momentanee perdite di memoria, circostanza provata dalla documentazione medica, attestante il trauma facciale subìto, prodotta dalla difesa sostenuta dall’avvocato Nicola Lauro. La “strategia” mistificatoria dell’ex carabiniere sarebbe quindi culminata nell’apparire come la vittima della vicenda, ribaltando la realtà dei fatti e mostrandosi “pentito” oltre che pronto a ricomporre i rapporti con Nicola, offrendogli un regalo “riparatorio” prendendo un caffé insieme, ma contemporaneamente denunciando il Gallo come “estorsore” capace a suo dire di pretendere denaro a suon di minacce con pistole e coltelli. In tal modo, il buttafuori lo avrebbe invitato all’appuntamento, dove la dazione del “regalo” in denaro avrebbe dovuto segnare la fine delle ostilità tra i due, e che in realtà è stato il momento dove le forze dell’ordine hanno proceduto all’arresto di Gallo. Una vicenda surreale, una trappola che stava per stringersi intorno a Nicola, il quale ha però raccontato la sua verità al magistrato, ricostruendo tutta la storia a partire da quella ferale rissa avvenuta nella notte di Capodanno. Come si legge nell’ordinanza, “la tesi sostenuta dal Gallo trova al momento riscontro nella documentazione medica (laddove il denunciante non rappresenta gli esiti dell’aggressione a suo dire patita), nonché dallo stesso tenore dei messaggi scambiati con lo Ianuario (l’ex carabiniere denunciante, ndr) da questi forniti in sede di denuncia, leggendo i quali non emerge affatto un atteggiamento intimorito della parte offesa, che al contrario fa riferimento alla circostanza di prendere un caffé e di fumare una sigaretta insieme al Gallo”. Il giudice continua scrivendo che, al contrario, “il generale tenore dei messaggi appare più compatibile con la versione offerta dal Gallo, che ha sostanzialmente ammesso di avere ripetutamente prospettato allo Ianuario (denunciante) la volontà di sporgere denunzia e di avere sbagliato ad accettare l’offerta di denaro, credendo che si trattasse di un serio gesto di resipiscenza da una parte di un uomo più adulto”. Il Gip, quindi, anche sulla scorta delle comunicazioni telematiche conservate dal Gallo e provenienti da colui che, denunciandolo, voleva apparire vittima di un’azione estorsiva, si è convinta della totale inopportunità di trattenere il diciannovenne nella struttura penitenziaria di Poggioreale. Pur convalidando l’arresto, il magistrato ha così rigettato le richieste del p.m. Emanuela Persico rifiutando ogni restrizione della libertà nei confronti del Gallo, ma ritenendo comunque necessario un approfondimento, da eseguirsi mediante l’escussione degli altri personaggi protagonisti di quello che va assumendo i contorni di un “complotto” architettato in modo raffinato ma, a quanto sembrerebbe, lungi dall’essere perfetto.

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