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Droga, Emanuele Calafiore condannato ad un anno di reclusione

Un esito processuale che convince ben poco, in particolar modo la difesa dell’imputato, che non a caso ha deciso di presentare ricorso in appello convinto di poter riuscire a dimostrare l’assoluta estraneità ai fatti contestati del proprio assistito. Nella mattinata di ieri il Tribunale di Napoli ha infatti condannato alla pena di un anno di reclusione e 1.200 euro di multa il giovane lacchese Emanuele Calafiore, accusato di detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso con un minore. I giudici hanno dunque accolto quelle che erano state le richieste del pubblico ministero, mentre l’avvocato Michelangelo Morgera aveva chiesto l’assoluzione per il Calafiore con la formula perché il fatto non costituisce reato. E nel corso della sua arringa difensiva ha spiegato e ribadito con forza come non ci fossero assolutamente elementi che potessero far pensare ad un’attività di cessione a terzi di sostanze stupefacenti messa in atto dall’imputato, vuoi per l’assenza di una serie di strumenti (quali bilancino di precisione ecc.) vuoi anche per una serie di testimonianze che si sono snodate nel corso del processo e dalle quali non è mai emerso in maniera chiara che il ragazzo fosse indicato inequivocabilmente come uno spacciatore, tutt’altro. Insomma, la difesa era convinta che ci fossero tutti i presupposti per giungere all’assoluzione ma così non è stato. Significa, semplicemente, che si è appena disputato il primo tempo di una partita che è ben lungi dal concludersi.

 

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