CULTURA & SOCIETA'

Corrado Buono e Giovanni Conte donarono la loro vita per la patria

Rivivono sempre esemplari due grandi eroi baranesi (non solo)

Due grandi eroi della patria e del tricolore, due nomi toponomastici della strada statale 270 che attraversa il centro di Barano, entrambi caduti per la patria – l’intera isola ne conserva commoventi, esemplari ricordi-, ma anche nel dimenticatoio indifferente (la piccola lapide stradale al Tenente Giovanni Conte non c’è più: così si chiama (o si chiamava) la strada dalle Scuole Elementari di Barano alla parrocchia di S. Sebastiano).

Ancora: si tratta dell’Ufficiale Maggiore dei Bersaglieri Corrado (Francesco Giuseppe) Buono, caduto nel primo conflitto mondiale il 19 agosto 1917 sul Carso (Quota 100) – la toponomastica va dalla chiesa di S. Rocco alla località Sopra la Valle , quando prosegue poi con Angelo Migliaccio – ex Sindaco benemerito per due mandati di cui abbiamo documentato – verso Buonopane – e del Tenente di Fanteria Giovanni Conte (medaglia d’argento) caduto anch’egli per la patria nel primo conflitto mondiale sul Doberdò (Gorizia) il 17 agosto 1916. Erano entrambi nati a Barano, Figli di Barano: il Maggiore Corrado Buono il 17 giugno 1886 (nella foto l’estratto di nascita col Foglio matricolare ottenuti a richiesta dalla sensibilità del Ministero) alla via Rosanovella – il palazzo nella foto – ed il Tenente Conte il 20.06.1894, caduto sul Doberdò: un sentito ringraziamento va alla famiglia, il compianto signor Salvatore Conte e l’Ins. Maria Conte, entrambi nipoti del Tenente. Lunga la ricerca per il Maggiore Corrado: non c’erano più notizie sul territorio e lo scrivente riusciva, dopo parecchio tempo, “allo scioglimento della riserva, formulata con lettera a seguito”, e ad ottenere il foglio matricolare. Ecco le azioni di merito e decorazioni del Maggiore: 1) Medaglia di bronzo a Ursic il 14settembre 1915: “Sotto il fuoco nemico, con calma e perizia, preparava la propria compagnia all’attacco di forti trinceramenti avversari posti a breve distanza e, con ardimento, vi andava all’assalto”; 2) Medaglia di bronzo a Flondar il 5 giugno 1917: “Coadiuvava efficacemente il comandante della linea avanzata adoperandosi, sotto intenso fuoco d’artiglieria e di mitragliatrice, a mantenere alto lo spirito della truppa”; 3) Decorato della medaglia d’argento il 19 agosto 1917: “Comandante di un battaglione Bersaglieri di rincalzo arditamente lo conduceva in linea sotto intenso fuoco nemico. Caduto gravemente ferito, sdegnava il pronto soccorso che gli era stato offerto e, trasportato poco dopo all’ospedale, vi decedeva. Nobile esempio di fermezza e amor patrio”. Il Maggiore Corrado Buono fu il comandante del futuro Duce, Benito Mussolini, che così scrisse di lui nel suo Diario: “Il Capitano Bono, ingegno versatile e uomo di vasta cultura”. Mussolini era allora caporale ed aggiunge : “Non dimenticherò mai il tremito della sua voce, quando, me presente , essendo giunto uno di quei moduli speciali coi quali si chiedono ai reparti notizie di militari, dovette scrivere la parola ‘morto’”. Questa, invece, l’emblematica motivazione della Medaglia d’argento per il Tenente Conte : “Ricevuto l’incarico di eseguire una ricognizione allo scopo di conoscere se il territorio antistante alle posizioni poco prima conquistate consentisse un’azione di sorpresa sui fianchi dell’avversario, assolveva arditamente e con mirabile entusiasmo il rischioso compito affidatogli, incurante del violento fuoco di mitragliatrici avversarie, finché, colpito in fronte, lasciava gloriosamente la vita sul campo – Doberdò 12 agosto 1916”. Due eroi, dunque, che hanno dato (o davano) il proprio nome a due tratti di strada provinciale 270 che attraversano il centro di Barano, immortalati sullo splendido Monumento ai Caduti fatto erigere dall’allora Podestà dott. Vincenzo Di Meglio. Se si pensa, ad esempio, che sul promontorio dell’istmo di S. Angelo c’era un cenobio con la Chiesetta (scomparsa) dedicata al Santo Patrono Michele Arcangelo (passata nell’attuale Parrocchia accanto al cimitero), si comprenderà di quanto sia importante la custodia della Memoria della Casa comune, che non vive di apparenze fumogene, ma concreti gesti di spiritualità e memoria nel cuore delle future generazioni, come – ripetiamo – insegna Papa Papa Francesco nella citata Enciclica “ Laudato Sì “. (continua)

*Pasquale Baldino – Responsabile diocesano Cenacoli Mariani MSM; docente Liceo; poeta; emerito ANC Ass Naz Carabinieri (e-mail: prof.pasqualebaldino@libero.it)

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