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In carcere per maltrattamenti, deciderà il Riesame

ISCHIA . Toccherà al Tribunale del Riesame analizzare le ragioni di Gaetano Michele De Santis, il 45enne accusato di maltrattamenti in famiglia e di interruzione di gravidanza ai danni della compagna senza il suo consenso. La difesa dell’indagato, sostenuta dagli avvocati Marcello Severino e Immacolata Amato, ha infatti avanzato istanza di riesame: adesso tocca al Tribunale, che nei prossimi giorni fisserà la data d’udienza per discutere del ricorso. L’obiettivo è ovviamente quello di ottenere almeno un alleviamento della misura cautelare della custodia in carcere, per la quale l’indagato è detenuto presso la casa circondariale di Poggioreale.  Come si ricorderà, De Santis fu arrestato nella serata di giovedì 12 aprile, e due giorni dopo l’arresto fu convalidato dal giudice delle indagini preliminari, che confermò  misura cautelare della custodia in carcere, in attesa dei risultati dell’esame autoptico da condurre sul feto. La spiacevole vicenda provocò infatti la scoperta della perdita del bimbo che F.N., la compagna dell’indagato, portava in grembo da cinque mesi. Un aborto che, secondo i referti medici, risaliva a circa tre settimane addietro. I medici incaricati dell’autopsia sono chiamati anche a dare risposte circa l’eventuale collegamento tra la morte del feto e i maltrattamenti, anche fisici, che la donna ha riferito di aver dovuto subire negli ultimi tempi da parte del compagno. Una serie di aggressioni che ha avuto il culmine proprio quel giovedì di due settimane fa, quando F.N.  telefonò ai Carabinieri chiedendo aiuto. Una nuova violenta lite che sarebbe poi sfociata nell’ennesimo episodio di maltrattamenti.  Anche dopo il pronto intervento dei militari, la discussione tra i due fu sul punto di degenerare nuovamente: la donna a quel punto spiegò di voler andar via dalla loro comune abitazione e tornare dalla propria famiglia in terraferma, ma proprio mentre i Carabinieri la accompagnavano verso il porto i dolori all’addome imposero il ricovero al presidio ospedaliero “Gaetanina Scotto di Perrottolo”. Qui la drammatica scoperta: non solo dell’avvenuto aborto, ma anche del fatto che esso risaliva a circa venti giorni prima.

 

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