CULTURA & SOCIETA'

Procida e l’alfabeto ecologico

Riciclare gli abiti usati nel Comune Di Procida: un gesto semplice che ha un grande effetto – commenta l’Assessore Titta Lubrano – Nel nostro Comune abbiamo cassonetti appositamente predisposti per la raccolta degli abiti usati È un modo pratico e sostenibile per contribuire alla tutela dell’ambiente e dare nuova vita ai vestiti (oltre scarpe, borse e biancheria per la casa) che non usiamo più e che non trovano altra destinazione sul territorio (es. scambio in famiglia e fuori oppure offerta nei gruppi solidali come MERCATINO PROCIDANO: vendo, scambio, offro, cerco, regalo… e Regala&Riusa).

Perché è importante riciclare gli abiti usati?

. Riduce i rifiuti e alleggerisce le discariche, contribuendo a mantenere la nostra isola più pulita e bella.

. Risparmia risorse: il riutilizzo di tessuti e materiali aiuta a diminuire il consumo di acqua, energia e materie prime.

. Favorisce la solidarietà: molti abiti raccolti vengono donati a chi ne ha bisogno, portando conforto e calore a tante persone.

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. Promuove un’economia circolare: trasformare gli abiti usati in nuovi prodotti o materiali riciclati stimola un modello più sostenibile e responsabile.

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Ricordiamo che: i cassonetti gialli sono situati:

•⁠ ⁠sul Lungomare della Chiaiolella

•⁠ ⁠all’interno del Centro di Raccolta Comunale

•⁠ ⁠al porto di Marina Grande (area stazionamento bus)

•⁠ ⁠nell’area esterna del Municipio

Per una corretta raccolta, le buste con gli abiti devono essere ben confezionate in modo da entrare nello sportello del cassonetto:

•⁠ ⁠è assolutamente vietato lasciare gli abiti a terra, per rispetto dell’ambiente e del decoro del nostro territorio ed anche perché non saranno ritirati come abbigliamento ma come rifiuto

•⁠ ⁠i capi inservibili perché troppo usurati e/o rotti vanno nel secco non riciclabile.

Il servizio sull’isola è svolto senza costi per l’Ente dalla ditta Eurofrip che indirizza il materiale raccolto principalmente al mercato dell’usato.

Per dubbi, informazioni e segnalazioni, noi ci siamo”.

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