CULTURA & SOCIETA'

La Chiesa rivuole l’immobile, il sindaco si appella al vescovo Lagnese

E’ una vicenda che già in un recente passato ha fatto parlare e molto, con una polemica a distanza tra la madre di una sfollata del sisma di Casamicciola e la Chiesa di Ischia. Un botta e risposta che finì col richiamare anche l’attenzione dei media regionali e che di rimando ebbe inevitabilmente una grossa eco anche sull’isola. La storia vede come protagonista Valentina Ciotola, cui la diocesi di Ischia ha trovato sistemazione in un immobile di Serrara Fontana all’indomani del violento terremoto del 21 agosto 2017. Un’abitazione che però adesso Valentina e la sua famiglia dovrebbero lasciare perché la proprietà ne avrebbe richiesto la restituzione.

Ed è per questo che il sindaco di Casamicciola, Giovan Battista Castagna, ha deciso di indirizzare una nota al vescovo d’Ischia, mons. Pietro Lagnese, chiedendo di soprassedere in attesa di tempi migliori. Il primo cittadino esordisce rivolgendosi a Sua Eccellenza: “Con la presente le scrivo per sottoporre alla sua attenzione la delicata situazione che sta vivendo la nostra concittadina Valentina Ciotola, una delle tante persone costrette a fare i conti con il sisma che ha sconvolto il nostro paese il 21 agosto 2017. Desidero innanzitutto ringraziarla, a nome della comunità che mi onoro di rappresentare, per la vicinanza che avete sempre espresso in maniera tangibile a Casamicciola ed alla sua gente, sin dai momenti immediatamente successivi al drammatico terremoto. Una solidarietà che non a caso si è manifestata anche nell’ospitalità offerta alla signora Ciotola, che ha usufruito di un immobile concesso del Terzo Ordine Francescano per il tramite della Diocesi ed ubicato nel Comune di Santa . Una sistemazione che è si è prolungata nel tempoanche in relazione alle difficoltà sopraggiunte nella fase emergenziale e dei primi passi legati al processo di ricostruzione”.

Giovan Battista Castagna arriva poi al dunque e nello specifico al “cuore” della propria richiesta al vescovo: “L’attuale situazione conduce di fatto alla restituzione dell’immobile fin qui utilizzato come abitazione dalla signora Ciotola. Una circostanza, questa, che creerebbe non poco disagio ad una famiglia già duramente provata dal sisma e che si ritroverebbe alle prese con difficoltà insormontabili di svariato genere, in primis di natura abitativa, con conseguenze facilmente immaginabili. In virtù di tutto quanto esposto – e confidando sul fatto che S.E. possa continuare a garantire quel sostegno che fin qui non è mai mancato, sono a chiederle di voler soprassedere alla richiesta di restituzione dell’immobile e di volersi adoperare per favorire una proroga per gli occupanti dell’abitazione, considerando che l’Amministrazione e tutte le autorità competenti sono al lavoro per favorire il processo di ricostruzione e a muovere tutti i passi necessari per consentire quanto prima ai nostri concittadini di poter far ritorno nelle loro case e vedersi restituiti così i loro affetti più cari. Prego Vostra Eccellenza di voler accogliere le espressioni della mia filiale devozione”.

Nell’attesa di capire cosa succederà, è forse il caso di fare un salto indietro, al mese scorso, quando fu proprio la madre della Ciotola a sollevare il polverone con una lettera indirizzata agli organi di stampa. Una missiva nella quale la signora Caterina Ferrigno non usò mezzi termini: ““Mia figlia non protesta – disse – ma io come mamma non posso tacere contro questa che mi sembra una forzatura da parte del vescovo di Ischia, che offusca l’iniziale opera di bene. La mia pena è che adesso i nostri familiari non hanno dove andarsene”. Parole dure alle quali però intese replicare il responsabile dell’ufficio comunicazioni sociali della Curia, Don Carlo Candido.  “Per amore alla verità sento il dovere di intervenire avendo conoscenza dettagliata dei fatti. Sono infatti stato personalmente più volte presente sui luoghi del terremoto all’indomani del sisma e perciò conosco l’impegno profuso dalla Caritas diocesana. Pur nonostante la Diocesi non preferisca rispondere alle tante false notizie che spesso tendono a screditare il suo operato, a seguito del terremoto il Vescovo di Ischia, Mons. Pietro Lagnese, incontrando la Sig.ra Valentina Ciotola e avendo ascoltato la sua dolorosa storia si è mobilitato per trovare una sistemazione abitativa per la sua famiglia”. Ed ancora: “In quelle ore del post terremoto i francescani del Terz’Ordine Regolare, nella persona di p. Angelo Gentile, dichiaravano la loro disponibilità ad offrire a titolo gratuito per un anno la loro abitazione sita nel territorio della parrocchia di Fontana. La Sig.ra dopo alcune perplessità sulla collocazione periferica dell’immobile rispetto alla sua abitazione originaria, ha accolto l’aiuto della Diocesi e dei frati del Terzo Ordine Francescano. Trascorso circa un anno dalla permanenza della famiglia nella casa di Fontana, la Diocesi otteneva dai frati l’uso della casa per un ulteriore anno, stabilendo così che la famiglia lasciasse l’abitazione a fine maggio 2019”. Don Carlo Candido concludeva poi la sua nota spiegando: “Come sacerdote della Chiesa di Ischia esprimo tutto il mio dispiacere per l’ingiustificata rimostranza che non tiene conto di tutto il bene ricevuto e che mostra di non avere gratitudine verso chi ha aiutato e sta continuando ad aiutare disinteressatamente le famiglie terremotate dell’Isola. Ciò nonostante sono sicuro che la Diocesi continuerà ad aiutare e a rendersi disponibile per la Sig.ra Ciotola”. Adesso la nota del sindaco, pacata nei suoi contenuti, che si spera possa sortire gli effetti sperati.

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