di Lisa Divina
Uno è il numero che ci fa sentire speciali ma anche noiosi e inadeguati. Uno è il risultato di una divisione che sottintende una separazione, una perdita. Che Uno stia contando anni, soldi o caramelle, sempre da uno s’inizia. È la follia ossessiva per i numeri ma Uno che ne sa? Tu sei uno e io sono uno. Da noi si inizia o si finisce, se non si riesce a superare la propria vanità e a entrare in relazione con gli altri. Quindi devi smettere di perdere tempo con le parole e dedicarti alla matematica, per poter calcolare il risultato reale. Uno è anche la soluzione al problema dello sviluppo di tutte le cose: un errore alla volta, con ignoranza e arroganza, si distruggono cose. Ma certo puoi anche restare a guardare, in alternativa. Uno basta a fare la catastrofe. Tant’è che una mela marcia è sufficiente a far marcire tutto il cesto. Uno è il numero che conta, ma anche quello che non conta, una ceppa. Nessuno è il contrario di uno, ma anche il suo complice. Nessuno è il numero che ci fa sentire irrilevanti, parte di un gregge, di una folla, di una storia. Uffa, vuoi capire che nessuno vuole ascoltare ste minchiate e di certo Nessuno se ne frega delle parole? Sono i numeri che ci interessano, soprattutto quelli scritti nella sezione “follower”.
Dopotutto lo sai, nessuno vuole essere lasciato da solo con se stesso. Piuttosto corre dietro le mandrie svaccate, sperando di trovare la felicità. In effetti, pestare i loro residui può risultare un richiamo alla dea bendata (de gustibus!). Intanto Nessuno sa che, quando torna a casa e si chiude nel suo bunker, in quel momento non può scappare più e si trova costretto a mentire ancora, convincendo se stesso che dopo tutto “oggi non c’era altro da fare”. E per assicurarsi al “risveglio” artificiale dei sensi che il bunker non si apra, ripete il sacro mantra “domani è un altro giorno”. Nessun sogno può colmare il vuoto tra il dire e il fare. Tant’è che nessuno produce fatti, pensando ai fini di uno sviluppo di qualsivoglia tipo. Solo rumore, perché Nessuno è capace di avere il coraggio e la volontà di affrontare le sfide ed essere in grado di migliorare se stesso. A quello ci pensano i filtri social. Invece, 38 mila sono le facce dell’ignoranza che dilaga davanti all’abaco. 38 mila è un numero fatto di tante domande, dubbi, incertezze e perplessità, che sfuggono all’analista improvvisato che vuole solo vedere il migliore dei risultati, scivolando via dalla logica dei numeri che finisce per diventare un’opinione emotiva, fatta di auto illusioni in quest’isola che non lascia spazio ai fatti, ma solo all’insostanziale voglia di convincersi che siamo i migliori e che tanto le cose non possono andare meglio di così. Poveri! Vi devo svegliare e ricordarvi che la matematica non è un’opinione, ma è la logica che ci sfugge quando sostituiamo il ragionamento con i sentimenti, per far calzare la domanda alla risposta senza ricerca e magari competenze, per trovare alla domanda l’esatta risposta che ti piaccia oppure no. I fatti sono fatti e molti dei 38 mila sono strafatti dall’autocompiacimento ed a quanto pare a Ischia non spacciano solo quello…! Ma di questo si tratta, di spaccio di specchietti per le stupide allodole. Sappiate che i fatti sono altri, ma quando saranno palesati sarà dimenticata tutta la passione e l’emozione che si riversa nei 38 mila dibattiti deliranti. Tutta colpa della fattanza. Dopotutto, a chi importa? A Nessuno, ovvio! E sicuramente ho detto 38 mila stronzate!
