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Free Market, nuova sfilata di testimoni della difesa

Nell’udienza di ieri hanno deposto tre testi, prevalentemente in relazione al filone d’indagine sulle vicende dell’albergo Casa Bianca ai Maronti

Tre nuove deposizioni ieri mattina nell’ambito del processo originato dall’inchiesta “Free Market”. Dall’autunno scorso il dibattimento si è concentrato sull’ascolto dei testimoni indicati dai legali di fiducia dei vari imputati.

Il primo a salire sul banco dei testimoni è stato il geometra Carmelo Mattera, indicato dalla difesa dell’avvocato Maria Grazia Di Scala. Il teste è stato sentito in relazione alle vicende dell’albergo “La Casa Bianca” ai Maronti, uno dei rami in cui si è dipanata l’inchiesta, per cui l’accusa ipotizzò una presunta illecita strategia per ottenere indebiti vantaggi nella vendita dell’immobile situato presso la nota spiaggia. Il professionista ha spiegato di essersi interessato a una denuncia di inizio attività (Dia) presso la struttura, Dia che era stata poi inibita.

Successivamente, per la difesa di Raffaele Piro, a lungo gestore dell’albergo in questione, è stato ascoltato un cognato dell’imputato, il signor Mattera, il quale ha ripercorso sinteticamente tutta la storia dell’immobile, sin da quando quest’ultimo lo aveva preso in fitto. La struttura era stata colpita da un incendio, che lo aveva danneggiato in maniera rilevante. Le condizioni dell’albergo erano molto critiche, sia dal punto di vista statico sia manutentivo: la famiglia dell’imputato decise comunque di rilevarne la gestione, in quanto uno dei componenti della famiglia aveva un’impresa edile e si offrì di ripristinare la struttura ad uso ricettivo. Il signor Mattera ha spiegato anche di aver fatto da tramite quando Piro era sul punto di essere costretto a restituire il possesso dell’immobile, recandosi presso l’avvocato Nonno che curava gli interessa della proprietaria dell’edificio, chiedendo una proroga che consentisse al gestore di mantenere la struttura per la stagione turistica in corso (parliamo del 2013-14), cosa che gli fu accordata. In qualche occasione ci furono anche contatti diretti con la proprietaria, ma senza significativi esiti.

In una delle deposizioni è stata ripercorsa la storia della struttura ricettiva, dal momento in cui venne rilevata da uno degli imputati dopo che un incendio aveva gravemente danneggiato l’immobile

Su indicazione della difesa del comandante della polizia municipale Ottavio Di Meglio, ha deposto il signor Sciortino, componente delle Guardie zoofile, il quale essenzialmente è stato ascoltato in merito ai rapporti, non troppo buoni, che intercorrevano tra lo stesso comandante e il tenente Antonio Stanziola.

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In verità, la lista dei testimoni in programma per l’udienza di ieri contemplava una decina di persone, molte delle quali hanno comunque addotto apposite motivazioni per l’assenza in aula. Il collegio giudicante ha quindi spostato le loro deposizioni alla prossima udienza, fissata al 30 giugno. Come i lettori ormai ricordano, in questo processo l’elenco degli imputati contempla tredici personalità, a vario titolo ritenuti responsabili, tra l’altro, di più episodi di peculato, concussione, corruzione per l’esercizio della funzione, abuso d’ufficio, falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico e truffa in danno del Comune di Barano. Le attività investigative iniziarono grazie alla denuncia di Alessandro Slama nei confronti del tenente della polizia municipale di Barano Antonio Stanziola, denuncia che diede origine a un’indagine sempre più ampia, arrivata a coinvolgere un gran numero di personaggi di Barano: Paolino Buono, Salvatore Di Costanzo, Alexandra Eugenia Di Meglio, Ottavio Di Meglio, Maria Grazia Di Scala, Ernesto Napolano, Ciro Pinelli, Raffaele Piro, Antonio Schiano, Antonio Scordo, Antonio Stanziola, Antonio Vuoso e Giorgio Vuoso.

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La prossima udienza è stata fissata a fine giugno, quando dovrebbero essere ascoltati gli altri testi – ieri assenti – indicati dai legali di fiducia degli imputati

Le indagini si diramarono ben presto su due filoni, il primo dei quali riguardava l’organizzazione degli eventi fieristici e mercatali nel Comune di Barano che, secondo l’accusa, sarebbero stati al centro di un “sistema” di gestione da cui diversi imputati avrebbero tratto ingiusto vantaggio patrimoniale, consistente nella divisione degli utili derivanti dall’organizzazione delle fiere e dei mercati in questione. Parliamo di anni ormai risalenti, tra il 2012 e il 2013, e numerose contestazioni potrebbero verosimilmente finire sotto la salvifica mannaia della prescrizione. Per altre invece è ancora presto per ipotizzare tale esito. L’altro ramo d’inchiesta, già citato in apertura, riguarda appunto l’albergo Casa Bianca.

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