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A proposito di “Tuttologi, paraculi… e gattopardi”

Crediamo, noi del Comitato per la tutela e difesa del cittadino #lospedalenonsitocca, di avere diritto ad un conclusiva replica a Sebastiano Cultrera (a cui comunque vogliamo bene).

  • Evidentemente, nonostante le ripetute prese di posizione pubbliche e private, non siamo riusciti a chiarirgli che con la nostra battaglia di cittadini (da lui ribattezzata strategia dell’ammuina), insieme alla politica ed agli avvocati, abbiamo innanzitutto inteso difendere vittoriosamente la forma, lo standard e le prestazioni che un pronto soccorso in deroga devono avere, che non sono le stesse di un posto di primo intervento, che è poco più di un ospedale da campo. Altro che “non si voleva toccare” l’ospedale! Aver lottato vittoriosamente per questo non è stato forse “costruire intorno alle esigenze dei cittadini e chiedere di salvare più vite umane e far vivere al meglio la popolazione isolana”?
  • Fermo restante che a Procida esiste una più che buona assistenza distrettuale (grazie ad una combattiva dirigente come la dssa Aiardo) per quanto riguarda invece le Modifiche Profonde dell’ospedale le proposte le abbiamo da tempo avanzate, e non sono certo cosucce. In ogni caso la storia dell’ospedalità procidana (per chi non la voglia leggere con la lente dei pregiudizi o della dis-informazione) non è mai stata l’esistenza di prerogative ed interessi specifici, né di leggi e leggine, né di burocrazia sanitaria, né di cavilli sindacali, men che meno di sprechi. Per questi aspetti, citofonare Cardarelli Policlinico e i grandi ospedali. Le uniche cose sprecate sono state le occasioni per farlo funzionare bene. Altrimenti si rischia di vedere un altro film.

Paradossalmente quella dell’ospedale di Procida, negli ultimi anni, è una storia di mancato investimento finanziario, sia in termini di risorse tecnologiche che di risorse umane, a causa solo e semplicemente di strafottenza e disinteresse della dirigenza Asl targata Frattamaggiore.

Lasciamo le “reti” ai pescatori di Procida ed ai dirigenti Asl semplicemente il compito di come sapere e voler dirigere finalmente al meglio il nostro ospedale, come avviene in altri paesi.

  • Per quanto riguarda qualcuno di noi che, più di dieci anni fa, ha rivestito il ruolo di assessore alla sanità, ricordiamo che quel qualcuno, con quella carica, ha contribuito all’inaugurazione (non alla rifunzionalizzazione in PPI) del nuovo Pronto soccorso. In quel periodo 2005-2008 c’è stato il picco della funzionalità dell’ospedale, in termini di prestazioni medico-chirurgiche (a richiesta forniremmo dati). Grazie forse alla mancata sudditanza verso la dirigenza Asl, a qualche non trascurabile nozione del settore, e senza interessi privati o familiari, come testimoniano le sue successive dimissioni dall’Amministrazione e il passaggio all’opposizione (anche se in genere succede il contrario, come sa qualche gattopardo paraculo nostrano, sempre in fase di ricollocazione politica con i vincitori del momento).

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