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L’isola fragile e il passato che non insegna

DI ANGELO DI IORIO

Nella nottata di giovedì si è verificata sulla litoranea che congiunge Casamicciola con Lacco Ameno una frana. Notevoli quantità di terriccio si sono riversati sulla strada principale che raccorda tutta l’isola. Il pomeriggio precedente, sempre a Casamicciola località San Pasquale, si è verificata anche una frana che ha bloccato il tratto che congiunge San Pasquale con Piazza Bagni. I giorni precedenti vi sono state intense precipitazioni! Ogni volta che sull’Isola d’Ischia piove per più giorni si verificano caduti di mura, costoni, parracine, ecc. La lista di queste calamitàtragedie è lunga, pochi anni fa morirono quattro persone alla Arenella (comune di Ischia), qualche anno prima è rimasta chiusa la strada principale al confine tra il comune di Barano e Fontana e restò chiusa per diversi giorni. Dopodiché vi fu istallato un semaforo che ha regolato il traffico alterno per qualche anno. Qualche settimana prima vi è stata una frana all’Olmitello che costò la vita ad un mio carissimo conoscente. Ancora prima vi è stata una alluvione a Piazza Bagni che è costata la vita ad una giovane ragazza. Ricordo bene questi eventi in quando, in alcune di queste tragedie ero nelle immediate vicinanze. Addirittura l’alluvione di Casamicciola del 2009 avrebbe potuto essere una tragedia se io, dopo due giorni di intesa pioggia, non decisi di annullare una escursione con 20 turisti tedeschi a cui avrei dovuto mostrare la fonte termale a Via Nizzola (Piazza Bagni). Infatti proprio nell’orario in cui avremmo dovuto essere presso la fonte, si verifico la valanga di fango e detriti che portò a mare diverse auto provocando la morte della sfortunata 15enne Anna de Felice. Solo 5 minuti prima che si verificasse la frana di Monte Vezzi sono passato per i Pilastri!

Tutti questi eventi sono dovuti più alla negligenza e strafottenza della popolazione locale che alla fragilità del territorio, il terreno vulcanico è di per sé poroso ed assorbe l’acqua e non provoca dissesti! Con il buttare nei burroni (cave per intenderci!): frigoriferi, lavastoviglie, auto, materiale da risulta, immondizia di ogni genere, ecc. esse vengono ostruite. Con le piogge abbondanti si formano dei laghetti che poi straripando non fanno altro che portare con sé tutto a mare, compreso le persone che si trovano lungo il loro percorso. Questo è il caso di Piazza Bagni ed Olmitello. Ogni Ischitano vede il pezzo di terreno non come terreno da coltivare, ma come spazio per costruirvi casa. Un terreno senza casa non vale niente, è solo un fastidio. Con la frenetica corsa alle costruzioni non si fa altro che sigillare il territorio. L’isola è diventata una piccola città senza le infrastrutture di essa. La goccia di acqua che cade sul tetto della casa non può essere assorbita dal terreno e quindi va a congiungessi con le altre goccioline di acqua sulla strada. L’asfalto non essendo in grado di assorbire l’acqua, fa diventare ogni strada un fiume. Anche le miriadi di auto che sono sul territorio non fanno niente altro che sigillare il terreno dove sono parcheggiate! La povera gocciolina di acqua invece di andare ad alimentare le acque termali diventa un killer! Si, infatti sigillando il territorio non si fa altro che impoverire la ricchezza dell’isola, l’acqua termale. Calcolando che con il cambio climatico vi saranno sempre più piogge, si può facilmente capire a cosa andiamo incontro.

Il clientelismo, diffusissimo sull’Isola d’Ischia, peggiora ancora di più la situazione. Infatti dopo qualche giorno o mese in cui la voce di popolo tace, verrà affidata alla solita ditta di sempre di installare le reti sui territori colpiti. Le reti sono forse efficaci su un materiale calcareo come le dolomiti, qui ad Ischia servono solo a tamponare un problema che non viene mai peso di petto. Si vede infatti dalla frana del 25.01.19 lungo la litorale Casamicciola – Lacco Ameno, che esse non potendo più trattenere il terreno non hanno fatto altro che indebolire il versante, di per sé già debole. La pioggia appesantendo il terriccio ha fatto il resto. La stessa sorte toccherà alle reti messe ai Maronti e come è già successo al confine tra Barano e Fontana, infatti dopo pochi mesi che erano ultimati i lavori si è subito verificato una nuova frana. La spiaggia dei Maronti è per me un terreno minato. Reti, non adeguate al terreno, marcite e piene di terriccio che le appesantiscono (come sulla litoranea Casamicciola-Lacco Ameno) non aspettano altro che di cadere a valle! Quando vi sarà lì il prossimo morto, data la posizione potranno esserci facilmente turisti, non si farà latro che piangere le lacrime di coccodrillo. Sono convito che anche a Casamicciola, passato qualche mese se non anni, non si farà altro che reinstallare le stesse inutili reti, come se al mondo non esistessero altri metodi ingegneristici per proteggere pareti instabili. Purtroppo qui ad Ischia non si agisce, ma reagisce!

Se succede un evento catastrofico si tampona. La programmazione e con la presa di decisioni drastici nei confronti dei cittadini e politici si può risolvere la situazione! Io propongo di riattivare l’osservatorio geofisico di Casamicciola è renderlo un osservatorio del territorio con tecnici locali che conoscono l’ambiente e la zona. Non possono essere affidate responsabilità a persone che non vivono sul luogo e che non conoscono bene le situazioni locali. Questo vale per le frane, per i terremoti, le possibili eruzioni vulcaniche, ecc. Solo gli Ischitani possono risolvere i loro problemi, senza aspettarsi miracoli da politici napoletani, romani, ecc. o scienziati che non vivono, sentono ed ascoltano il territorio.

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