CRONACA

Truffa dell’accoglienza, un baranese agli arresti domiciliari

Secondo l’accusa il danaro destinato all'assistenza dei profughi e alla loro integrazione finiva su conti correnti personali

C’è anche un uomo di Barano tra gli indagati dell’operazione «Pecunia no limes» messa a segno dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia in provincia di Frosinone. Secondo l’accusa il danaro destinato all’assistenza dei profughi e alla loro integrazione finiva su conti correnti personali e, per poter ottenere altri fondi, erano pronti a dichiarare il falso presentando bilanci ritoccati e fatturazioni inesistenti.

truffa accoglienza

Come riportato da ‘Il Mattino’, i migranti dovevano chiedere l’elemosina per acquistare cibo o pagarsi il corso di alfabetizzazione che invece avrebbero dovuto svolgere gratuitamente. Se provavano a ribellarsi venivano puniti con la riduzione del pocket money. È questo quanto emerso dall’indagine Pecunia no limits che la Procura di Cassino ha portato avanti per due anni si è conclusa con l’arresto di tre imprenditori campani. A finire agli arresti domiciliari sono stati tre uomini residenti in provincia di Napoli mentre cinque operatori, di cui un casertano di 31 anni, si sono visti notificare una misura interdittiva che gli vieta di poter entrare in strutture di assistenza e di svolgere la loro attività.

L’operazione è nata dopo l’indagine «Welcome to Italy» che sollevò il velo sugli affari illeciti ai danni dei migranti

Il pm della Procura di Cassino Emanuele De Franco ha chiesto e ottenuto dal gip Salvatore Scalera, 8 misure cautelari di cui 3 agli arresti domiciliari.

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Si tratta degli imprenditori Francesco e Raffaele Odierno, il primo residente a Barano d’Ischia e il secondo in provincia di Frosinone anche se nativo di Qualiano come il suo socio Pasquale Nappi, e di cinque che si sono visti notificare il divieto di esercitare attività. Rispondono, a vario titolo, di truffa ai danni dello Stato, frode in pubbliche forniture, autoriciclaggio, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Il gip ha inoltre disposto sequestri di beni dal valore di oltre un milione di euro.

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