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«Prudenza e vaccini», ecco la parola d’ordine di Antonio D’Amore

Lunga intervista col manager della Asl Napoli 2 Nord nell’imminenza delle festività natalizie. La terza dose, la risposta positiva dell’isola, ma anche un ospedale Rizzoli che è riuscito a non interrompere alcuna prestazione nonostante l’emergenza pandemica. Il cruccio dell’assenza di personale sanitario che si ostina a “rifiutare” la destinazione Ischia

Partiamo dalla vaccinazione ter, e da questa campagna natalizia, che sembra, fortunatamente, stia avendo grossi riscontri ad Ischia, così come nel resto dei territori di vostra pertinenza.

«Sì, non posso nascondere la mia soddisfazione a riguardo. Siamo contenti, abbiamo fatto questa sorta di countdown nei giorni di natale, più i giorni dell’avvento, l’abbiamo chiamata così per ricordare a tutti che un Natale sereno è una festività vissuta in tranquillità ed armonia all’interno delle mura domestiche, ovviamente con i propri familiari. E se questo lo si fa dopo essersi sottoposti alla vaccinazione, rende tutto e tutti più sicuri. Siamo partiti, abbiamo avuto – lo ribadisco – una bella risposta, su Ischia devo dire che i numeri ci confortano, stiamo facendo qualcosa come circa 800 vaccinazioni al giorno, abbiamo avuto per alcuni giorni dei problemi con la sede vaccinale a causa del cattivo tempo che per a lungo ha davvero imperversato, li abbiamo risolti e speriamo naturalmente che non si ripropongano. E poi…».

E poi?

«Cerchiamo, anche, nel limite delle possibilità, di evitare problemi e disagi perché oggi ci troviamo dinanzi a un problema oggettivo: abbiamo difficoltà a trovare medici vaccinatori, infermieri, a poter potenziare l’organico anche sull’isola, ma analoghi ostacoli spesso si incontrano pure in terraferma. Ma nonostante tutto non ci fermiamo e lavoriamo sempre per migliorare e migliorarci».

«Nessun dubbio sul fatto che la parola prudenza debba rappresentare un imperativo categorico. E’ chiaro che noi ci auguriamo che tutto vada per il meglio, però ci stiamo muovendo anche per dover affrontare situazioni più critiche, che possono purtroppo sempre verificarsi»

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Beh, che quello del personale sia un problema è effettivamente un dato oggettivo. Non a caso c’è anche chi rimarca che quando l’hub di Fondobosso fa registrare il cosiddetto “tutto esaurito” si va un po’ in difficoltà proprio per carenza di infermieri e medici. E poi, già che ci siamo, è il caso di iniziare a pensare anche di reperire una struttura alternativa al Palazzetto?

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«Qualche anomalia, inutile nasconderlo, potrebbe essere figlia di entrambi gli aspetti che ha sottolineato. Ma innanzitutto parliamo di personale: a noi piacerebbe poter vaccinare con attese minime, è il nostro obiettivo dichiarato, però ci rendiamo conto anche che laddove si deve attendere quindici o trenta minuti non è poi la fine del mondo. Perché alcuni dovrebbero anche pensare alle difficoltà che abbiamo avuto, affrontato e risolto. E quindi ci sia concesso di chiedere un po’ di pazienza. Noi non ci fermiamo, cioè stiamo continuando a cercare personale, però devo anche dire che ci sono a volte medici di Ischia che non fanno e non vogliono fare turni di lavoro o prestare servizio sull’isola. Insomma, ci si trova davanti a tante piccole sfaccettature che impongono sempre di mettere poi in agenda disagi con i quali dover fare i conti, e quelli di una realtà come Ischia sono chiari e noti a tutti, a noi per primi. Di questo parlerò quanto prima con il governatore, perché ricorso in primis a me stesso che c’era una iniziativa voluta fortemente da De Luca, che poi causa COVID-19 si è interrotta, che era quella di vedere di poter destinare dei benefit alla forza lavoro nelle forme non di incentivazione, ma di riconoscimento dell’isola quale zona disagiata. Una tematica, questa, che inevitabilmente a stretto giro dovrà tornare all’attenzione della presidenza regionale».

«Ci troviamo dinanzi a un problema oggettivo: abbiamo difficoltà a trovare medici vaccinatori, infermieri, a poter potenziare l’organico anche sull’isola, ma analoghi ostacoli spesso si incontrano pure in terraferma. Ma nonostante tutto non ci fermiamo e lavoriamo sempre per migliorare e migliorarci»

Intanto che cosa rappresenta il fatto che anche, nonostante la quarta ondata, il Rizzoli abbia ospitato i pazienti COVID-19, e sia uno dei pochi ospedali che non ha interrotto alcun tipo di prestazione all’utenza?

«Una grande soddisfazione. È uno straordinario risultato perché è la dimostrazione che la programmazione paga, nonostante a volte non siano mancate critiche che mi sia permesso considerare non giuste. La medicina non è una scienza esatta, in medicina due più due a volte non fa quattro, insomma le questioni da affrontare sono spesso difficili e complesse. Però, lo ripeto, è una grande soddisfazione. Voglio poi anche ricordare come a breve verrà posta la prima pietra per l’ampliamento dell’ospedale Rizzoli, se ne parla da tanti anni ma l’obiettivo finalmente è raggiunto, è ormai a un passo. E anche qui c’è dietro una adeguata programmazione, sforzi, tenacia, un voler arrivare fortemente a chiudere il cerchio. A stretto giro, ancora, vedremo inaugurare la nuova sede del reparto di psichiatria. I vostri lettori sicuramente ricorderanno le difficoltà nelle quali mi sono imbattuto all’inizio quando la psichiatria era stata completamente azzerata: abbiamo lavorato senza perderci d’animo ricostruendo quello che era andato perduto. Insomma, possiamo dire che metteremo a disposizione dell’utenza una sede di una dignità mai riscontrata in passato».

Da medico, più che da manager, come si spiega, nonostante numeri e statistiche che sono visibili a tutti, (e la matematica non è un’opinione), l’atteggiamento di tanti no vax?

«Incomprensibile. Guardi, è davvero incomprensibile, non ci sono spiegazioni, anche perché se lei prova a parlare con un no vax gli potrà far vedere e mostrare tutte le evidenze scientifiche di questo mondo ma vedrà che resterà fermo e saldo sulla sua linea, come gli dice il primo pensiero. Sembrerebbe, dalle testimonianze che leggo sui giornali, che determinate persone nemmeno dopo essere finite in terapia intensiva hanno inteso ricredersi. Però a questo punto andrebbe detta con forza anche un’altra cosa…».

«I no vax? Il loro è un atteggiamento incomprensibile, sono capaci anche di negare le evidenze scientifiche. Sembrerebbe, dalle testimonianze che leggo sui giornali, che determinate persone nemmeno dopo essere finite in terapia intesa hanno inteso ricredersi. A questo punto sarebbe ora che il mondo mediatico li ignorasse»

Cosa?

«Ecco, io direi che oggi è giunta l’ora di dire basta allo spazio che il mondo mediatico riserva ai no vax tra ospitate televisive e testimonianze sui giornali. Davvero, credo che a questo punto ignorarli sia l’unica scelta saggia: non me ne voglia nessuno, ma con queste persone è tutto fiato sprecato».

De Luca ha raccomandato prudenza per le festività natalizie e poi ha firmato un’ordinanza fortemente restrittiva, qual è il suo pensiero?

«Nessun dubbio sul fatto che la parola prudenza debba rappresentare un imperativo categorico. E’ chiaro che noi ci auguriamo che tutto vada per il meglio, però ci stiamo muovendo anche per dover affrontare situazioni più critiche, che possono purtroppo sempre verificarsi. Quindi raccomandiamo cautela, se la Campania sta reggendo all’urto è perché la nostra Regione non ha mai dismesso le proprie azioni individuali: c’è sempre stato un richiamo all’attenzione per distanziamento, attenzione per i presidi, norme del buon senso. Ed è in questa direzione che dobbiamo continuare a muoverci, gli scienziati stanno ancora studiando la variante Omicron. Adesso è iniziata anche la vaccinazione per i ragazzi dai cinque agli undici anni, aspetto anche dall’isola una risposta massiccia perché è importante, anzi prioritario, garantire la massima sicurezza anche ai nostri bambini».

«Nessun dubbio sul fatto che la parola prudenza debba rappresentare un imperativo categorico. E’ chiaro che noi ci auguriamo che tutto vada per il meglio, però ci stiamo muovendo anche per dover affrontare situazioni più critiche, che possono purtroppo sempre verificarsi. Quindi raccomandiamo cautela»

Domanda un po’ maliziosa: è giusto dire che sull’isola fin qui è mancata la giusta partecipazione alla causa da parte di alcune categorie di addetti ai lavori, e mi riferisco a farmacisti e medici di base? La butto là così, senza voler mettere nessuno in particolare sul banco degli imputati.

«Lo ha detto Lei, non lo devo dire io. E comunque parlano i dati, cioè deve sapere che oggi con il sistema “Sinfonia” in Regione Campania tutto viene praticamente riscontrato e monitorato attraverso il portale, senza possibilità di incorrere in errore. La tecnologia non mente, basta andare a fare una rapida consultazione e si fanno quattro conti».

L’ampliamento dell’ospedale Rizzoli, con tutto quello che ne conseguirà, quanto potrà aiutare Ischia anche dal punto di vista turistico, visto che molto spesso muoversi in vacanza vuol dire anche essere accompagnati da un senso di sicurezza? Sotto questo aspetto quanto potrà giovare un Rizzoli più moderno anche al sistema Ischia?

«Guardi, non c’è dubbio che possa giocare un ruolo importante anche va detto che in ogni caso una realtà come Ischia non he ha bisogno, perché già allo stato attuale a mio avviso il turista è ben consapevole che la sanità è presente, le risposte che abbiamo dato in termini assistenziali agli ospiti dell’isola ci sono state riscontrate su testimonianze rese penso anche a voi giornalisti e quindi di questo non posso che rallegrarmi. Però noi ci auguriamo che quello che è il richiamo di una isola meravigliosa possa essere sempre maggiore, ci stiamo preparando e attrezzando a quello che sarà l’evento dell’anno prossimo, Procida Capitale, e sicuramente verrà interessata anche Ischia, e quindi potenzieremo le guardie mediche, e faremo altrettanto con il 118, andremo a dare una risposta fattiva a quelle che sono giuste necessità che ci possono essere, speriamo per un numero sempre maggiore di turisti che vogliono venire a visitare, mi permetta, la nostra isola. Sì, nostra, mi piace sottolinearlo, perché Ischia io la sento un po’ come mia, l’ho sempre detto dal primo momento che sono venuto qui. Credetemi, davvero io mi sono fatto e mi faccio carico dei problemi che può vivere l’isolano e ho cercato di contrastarli e spero e penso di essere riuscito anche a risolverli».

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