Puffolandia
Di Graziano Petrucci
Il professor Francesco Caruso consigliere speciale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, nella conferenza di qualche giorno fa presso l’istituto alberghiero ha detto che Ischia per essere inserita nella lista del patrimonio UNESCO deve diventare «sostenibile». Questa dichiarazione mi catapulta il neurone che m’è rimasto sul circuito che uso per rincorrere l’approccio fantascientifico e mi parte una riflessione. Ossia: «Prof, sorry. Se con la maggior parte di chi sta al governo dei Comuni, tranne forse qualcuno, è difficile parlare o farsi ascoltare. Più difficile poi è far passare il messaggio all’intero ecosistema di puffolandia che «sostenibile» è bello e ci può portare tanti “din din”; che con la cultura e l’educazione, e con la cultura dell’educazione, si mangia e ce la possiamo fare a raddoppiare il numero di visitatori ma finora, prof, nada de nada. Grazie al cazzo che non riusciremo a entrare nel patrimonio tutelato dall’Organizzazione». Poi ci sono pure quelli che scimmiottano la «cultura». Addirittura certi statisti nelle amministrazioni quando sentono pronunciare questa parola cominciano a roteare la testa come l’indemoniata nel film «l’esorcista» e vomitano discorsi strani sulla necessità che è meglio andare via, magari in Olanda a raccogliere tulipani. Perché, spiegano i luminari dell’economia di cui alcuni hanno affittato una stanza in via permanente nelle case comunali, a causa di certe congiunture astrali ed economiche che hanno travolto l’isola, oggi è la cosa migliore da fare e a nulla valgono discorsi sulla possibilità di creare lavoro o cambiare marcia. A questo punto, convinto che se resti non concluderai mai un cazzo, dopo l’anatema lanciato dalla voce dell’esperienza, forse è meglio se emigri portandoti dietro le tue due o tre lauree assieme al cervello che nei Paesi Bassi qualcuno potrebbe chiederti di usarlo. Perché qui, parliamoci chiaro, non serve fare grandi cose. Abbiamo già tutto. Se vuoi farti promotore di un progetto innovativo, sarebbe il caso tu ci pensassi minimo dieci anni ché certe scelte devono essere ponderate bene. Se poi hai voglia di essere migliore potresti gettarti nel fuoco della politica. Anche qui, se non ti conformi al circolo degli amici della fisica quantistica, non andrai lontano. Una volta parte della categoria, però, potrai esibire con fierezza termini come «rilancio del turismo e del territorio», «riqualificazione urbana» – se in una kermesse di tre giorni con un po’ di pubblico è meglio- oppure lasciarti andare a frasi tipo «ancora con questa sostenibilità e innovazione? A noi che siamo chiamati a sostenere i bilanci comunali con la tassa di soggiorno, pensare al futuro e spesso ci tocca friggere i pesci con l’acqua piace fare le cose pratiche. La filosofia la lasciamo a chi vuole perdere tempo, per noi il tempo è denaro». Da qui partiranno 92 minuti di applausi. E dopo aver maturato la consapevolezza che questo mondo non fa per te, mentre stai partendo nella convinzione che i fiori olandesi aspettano la tua mano per essere colti, sulla prua del traghetto mediti a come s’incazzerebbe Mosè se vedesse che oggi non può allenarsi in piscina per i «Mondiali di apertura delle acque»; o che su un’isola di quasi settantamila abitanti l’unico posto per farlo è chiuso per lavori e forse lo sarà per un anno. Oppure a come gli sono girate le palle a quelli della forestale non vedendosi regalare una casa vacanze nel bosco della Maddalena a Casamicciola, dopo aver strappato inutili pini secolari che avrebbero bloccato il progresso e la costruzione del presidio necessario per la tutela dei boschi e che in questo paese non funziona mai un cazzo. E’ in quell’istante che, per smorzare il senso di frustrazione, potrebbe venirti in mente un pensiero. A Lacco Ameno, per esempio, tra esposizione permanente di auto parcheggiate, strade sventrate e imminente chiusura di Villa Arbusto, l’amministrazione ha organizzato un workshop per riqualificare piazza Santa Restituta, il rione Ortola e Corso Angelo Rizzoli. E’ in istanti come questo che potrebbe farsi largo una speranza per l’isola ancora poco violentata. In fondo, perfino se i progetti di riconversione del territorio saranno pubblicati in un volume di 140 pagine e può darsi non vedranno mai la luce, saprai che la ripresa è dietro l’angolo e orgoglioso di un tale colpo di genio di amministrazioni lungimiranti affronterai il tuo destino a testa alta. E un giorno tutti sapranno che hai contribuito a esportare crochi, giunchiglie e narcisi gialli in cento paesi nel mondo e che a Ischia si sta scrivendo la storia attraverso un’idea di futuro da pubblicare in volumi che saranno distribuiti in pacchetti ricordo alle nuove generazioni. Prima di vederle partire.
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