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Eav, Simeone attacca: «Illegittima e anticostituzionale la scelta di De Gregorio»

Scoppia la polemica sull’imminente assunzione dei conducenti stagionali in Eav. E’ l’ex Assessore Regionale e componente del Cda Sepsa e ex Presidente dell’Anm Antonio Simeone a contestare la decisione di Umberto De Gregorio di stilare un elenco tra gli aspiranti operatori di esercizio che hanno gradi di parentela con dipendenti della società o legati alla politica in Regione. Un’operazione trasparenza chiamata da De Gregorio che, però, è fortemente contestata da Simeone, peraltro ex sindacalista Uil. «Dopo aver letto il contenuto del comunicato del EAV relativo al reclutamento di conducenti per 3 mesi tramite un’agenzia di lavoro interinale , sono restato basito.

Premesso – attacca Antonio Simeone – che la situazione di degrado del TPL della nostra Regione va ascritta all’incapacità politica di chi ha governato questo settore così importante in questo ultimo ventennio , oggi solo grazie ai sacrifici dei lavoratori dipendenti si riesce a garantire ai cittadini un servizio peraltro fortemente inadeguato. Leggere che una società come l’EAV sta predisponendo una lista di prescrizione per i parenti dei dipendenti fine al terzo al grado è insopportabile, in quanto non solo alimenta ulteriormente la conflittualità da tempo in atto, ma crea disaffezione dei dipendenti verso l’azienda.

Avendo per motivo anagrafico qualche conoscenza storica delle liste di prescrizione degli Anni ‘30 fatte dai nazisti per distruggere gli ebrei e successivamente dai fascisti in Italia per emarginare i comunisti, mi domando cosa sta avvenendo nel nostro paese oggi È appena il caso di ricordare brevemente la storia delle assunzioni di questo settore. I lavoratori e i sindacati del TPL negli anni passati per realizzare la necessaria trasparenza del mercato del lavoro, rinunciarono a veri e propri privilegi categoriali, per rendere bene l’idea , tengo a informare che Negli Anni ‘60 le assunzioni nelle aziende di trasporto erano una mera spartizione politica fra partiti di maggioranza e di opposizione.

Per smantellare gradualmente questo metodo, nel corso degli anni si stipularono prima accordi sindacali aziendali che stabilivano una percentuale fissa di assunzioni di figli di dipendenti e poi negli anni successivi questo accordo fu annullata e si stabilì che le assunzioni dovevano avvenire solo tramite concorso pubblico. Nel secondo millennio – conclude l’ex presidente dell’Anm – chiedere agli aspiranti di una probabile assunzione di comunicare se in azienda lavorano parenti fino al 3 grado mi lascia molto perplesso e credo che sia illegittimo e anti Costituzionale». Il caso è destinato a far discutere ancora.

Luigi Balestriere

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