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In quali mani è affidata la sicurezza degli ischitani

Una relazione “scientifica” , completa di mappa sismica, realizzata dal CNR e pubblicata dal settimanale L’Espresso nella edizione del 10 giugno 1984 (a quattro anni dal disastroso terremoto dell’Irpinia) classifica l’isola d’Ischia “Area in cui il sisma è ritenuto poco probabile!” Lo spunto è venuto dal recente articolo redazionale de Il Golfo del 20 ottobre c.m. in cui viene riportata la notizia che il CNR ha dichiarato la “Campania ad altissimo  rischio terremoto”. Ne è portavoce il prof. Antonio Coviello, ricercatore Cnr, che ha sostenuto, fra l’altro che la “Campania ha un potenziale di rischio catastrofale fra i più alti d’Italia.

Ci voleva la zingara per snocciolare dati, cifre, numeri delle vittime e elenco dei terremoti “storici” –definiti locali- delle nostre contrade? Eppure il CNR in pieno post-terremoto dell’84 si affrettava a pubblicare la cartina sismica d’Italia in cui l’isola d’Ischia è contrassegnata con il colore bianco (sisma poco probabile). Le “gaffe” – chiamiamole così – dei luminari sismici ormai non meravigliano più nessuno al solo considerare che la sera del 21agosto scorso l’Osservatorio Vesuviano e quello…”Romano” (INGV) sparavano autentiche balle sull’epicentro, sulla magnitudo e sull’ipocentro del sisma localizzato in alto mare, al largo di Punta Imperatore.

Il prof. Giuseppe Luongo, che ha studiato la tettonica locale per una intera esistenza, nel giro di pochi minuti smentì  le baggianate diramate in tutte le direzioni dai responsabili della rete di sorveglianza sismica, affermando categoricamente che la storia dei terremoti locali è molto più precisa dei calcoli approssimativi e fuorvianti fatti dall’O.V. di Napoli e da quello di Roma. Nel giro di dodici ore, gli “scienziati” partenopei erano costretti a fare marcia indietro ed ammettere candidamente di aver preso lucciole per lanterne. Il terremoto si era verificato nella parte alta di Casamicciola, con epicentro alla località Maio-La Rita e con irradiazione delle isosiste in direzione N-W (località Fango-Borbonica) e N-E (loc.tà Bagni-Via Principessa Margheria-Paradisiello-Casa Rivera). Anche la magnitudo veniva leggermente corretta insieme all’ipocentro (4° grado scala Richter, profondità meno di due chilometri. Sarebbe bastato un rapido sopralluogo nelle località colpite dal sisma per stimare i danni e concludere che il prof. Luongo aveva per primo corretto tutti i dati, anche senza avere a disposizione le strumentazioni della sala sismica dell’OV!

Tornando alle dichiarazioni del prof. Coviello, sorge spontanea una domanda: ma se la Campania è considerata zona ad altissimo rischio sismico, cosa si è fatto in questo ultimo decennio per potenziare gli osservatori, dotarli di personale altamente specializzato, tenere efficienti le stazioni sismiche dislocate sul territorio, e ripristinare –come nel caso di Casamicciola- le dismesse “specole”, abbandonate all’incuria e alla speculazione? Un grido di allarme è venuto proprio dalla comunità scientifica che ha assistito sgomenta al pressapochismo, all’impreparazione e forse…all’assenza dei responsabili dall’osservatorio vesuviano nel momento in cui occorreva “registrare” con precisione l’evento sismico del 21 agosto e scongiurarne una errata valutazione che ha prodotto più danni dello stesso terremoto!

In piena emergenza post sisma, si affaccia ancora una volta all’attenzione degli addetti ai lavori la necessità di ripristinare l’Osservatorio Geofisico della Sentinella che l’Agenzia del Demanio ha posto in vendita per crearci qualche…Supermercato! Il Comune di Casamicciola ha preso sottogamba la questione e non l’ha voluta affrontare con energia e risolutezza. Si è limitato a “gestire” quella specie di catapecchia, ripulita due volte con i Fondi Europei e una terza volta con una gara di appalto annullata dal TAR e attenzionata dall’ANAC di Cantone. Nelle stanze vuote ci ballano i topi e del famoso museo fantasma è sparita perfino la targa e il suo direttore d’orchestra, messo in fuga dal terremoto e dai venti di guerra della magistratura!

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In che mani sono finite le vite dei casamicciolesi è presto detto. Una politica degradata che ha rinunciato ai compiti di istituto, occupandosi della quotidianità che frutta lo stipendio a fine mese e quel piccolo potere locale che puzza lontano un miglio di concussione, voto di scambio e affarucci di famiglia. I terremotati possono aspettare. Fra i luminari dell’OV, gli esperti del CNR, le lungaggini del governo e il disorientamento della protezione civile, la ricostruzione si allontanerà sempre di più. E questa volta non ci sono neppure le baracche! La stagione fredda è in arrivo, i soldi sono quasi finiti e le case lesionate sono puntellate a dovere. Ischia va in bianco in tutti i sensi. Ieri era contrassegnata come “area in cui il sisma è ritenuto poco probabile”, oggi – a  terremoto avvenuto- guardiamo le pietre della zona rossa e della zona verde di Casamicciola e Lacco Ameno,  le scuole chiuse, le chiese inagibili, i posti di lavoro andati in fumo anzitempo e una economia distrutta. Con buona pace per l’osservatorio vesuviano e  per il  Consiglio Nazionale delle Ricerche. Che dio e il parroco Morgera ce la mandino buona!

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Gino Barbieri

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