Quando si aspettava l’estate per sfilare dai vecchi materassi la lana per esporla al solleone di luglio. C’è sull’isola chi lo fa ancora per solo rispetto di un’antica tradizione tramandata dalle nostre nonne
DAL “GIACIGLIO” DI FOGLIE DI SPIGHE AL COMODO PERMAFLEX NELLE VECCHIE CASE DELL’ISOLA DOVE PIU’ FAMIGLIE FINO ALLA STAGIONE DEL PROGRESSO DORMIVANO SU MATERASSI DI PANNOCCHIE - L’isola d’ Ischia come tutti gli altri paesi del sud Italia e non solo, ai tempi della povertà diffusa, non faceva eccezione nel ricorrere alla pratica più rudimentale e semplice quando doveva inventarsi il modo per sopravvivere ai disagi reali della propria quotidianità, nell’ambiente familiare di convivenza ed al di fuori di esso. Cosa accadeva nel ‘700 e ‘800 a Ischia nelle famiglie di campagna e del Borgo e delle altre parti dell’isola? Era d’uso a quei tempi, che quando una ragazza del luogo andava in sposa, assieme al corredo, doveva portare il materasso e la coperta speciale con i guanciali di lana pecorina. Il rito all’aperto sui terrazzi e nei cortili del Cardalana a cui partecipavano tutte le donne della famiglia
La lana nodula ed appiccicata dei vecchi materassi della nonna esposti al solleone di luglio per sfilarla, arieggiarla ed asciugarla in una operazione di rifacimento che fa parte di un certo tipo si cultura domestica praticata nelle famiglie di una Ischia, per certi versi ancora legata ad antiche tradizione di casa. Per questo ci occuperemo del materasso, simbolo antico del dolce dormire, quando era…soffice, si badi bene.
Naturalmente, nessun riferimento al simpatico motivetto “Il Materasso” della vecchia e popolare trasmissione televisiva della sera inoltrata del febbraio-marzo 1988 di Renzo Arbore “Quelli della notte” E “Vengo dopo il Tiggì” in cui, in coro, con l’aggiunta di una voce stridula femminile (Silvia Annicchiarico) si cantava quello che appariva come un omaggio al materasso ed alla voglia di dormire, anche se, una certa attinenza simbolica, ci può stare, almeno nell’oggetto del soggetto (scusate il bisticcio di parole), che è per l’appunto il materasso e la sua storia di creazione e d’uso, nel nostro vivere comodo e civile. L’isola d’ Ischia come tutti gli altri paesi del sud Italia e non solo, ai tempi della povertà diffusa, non faceva eccezione nel ricorrere alla pratica più rudimentale e semplice quando doveva inventarsi il modo per sopravvivere ai disagi reali della propria quotidianità, nell’ambiente familiare di convivenza ed al di fuori di esso. Poter contare su di un giaciglio accettabile era la massima aspirazione dei popolani antichi a Ischia come altrove.
Il riposo dopo una giornata di duro lavoro in mare e nei campi, è stato sempre una delle varie esigenze della propria quotidianità che l’ischitano di tutti i tempi ha sempre saputo gestire con inventiva e ragionamento. Il materasso in tutte le sue evoluzioni nate ed affermatesi in loco, è una di queste esigenze, assurte a priorità della casa, a mano a mano che si decideva di riposare il più comodi possibile. Cosa accadeva nel ‘700 e ‘800 a Ischia nelle famiglie di campagna e del Borgo e delle altre parti dell’isola? Era d’uso a quei tempi, che quando una ragazza del luogo andava in sposa, assieme al corredo, doveva portare il materasso e la coperta speciale con i guanciali di lana pecorina. La quale ragazza sposa, dopo averla acquistata, passava molti giorni a purgarla, pulirla per eliminare anche i bruscoli, gli spini e altro. Certo è che dopo averci dormito un paio di anni, la lana si raggomitolava e si appiattiva, così aveva bisogno di essere ripulita, sciolta e allargata. A questo punto, entrava in azione il materassaio che si dedicava, con la sua riconosciuta abilità completamente al materasso. L’operazione la si preparava con il sopraggiungere della buona stagione, solitamente nei mesi di luglio ed agosto.
Era un vero e proprio rituale a cui vi prendevano parte vari membri della famiglia , madre della giovane sposa, sorelle, cugina qualche zia ed anche l’amica di famiglia. Insomma tutta la famiglia intorno al materassaio e al materasso della sposa per vederlo lavorato alla migliore maniera in modo che la ragazza sposa del Borgo e della campagna potesse dopo ritenere benedette quelle ore piene in cui ci si è ritrovati tutti insieme intorno al materasso della salute. Ai materassi di lana i ceti facoltosi vi sono arrivati molti decenni prima dei ceti meno abbienti dell’isola che fino agli anni ’50 usavano ancora un saccone con le foglie di pannocchia e sopra un materasso con la crine vegetale. I materassi di lana sono praticamente scomparsi in buona parte negli anni ’80, sostituiti dal classico e moderno permaflex. Oggi si riposa su materassi sofisticati di vario tipo, forma e costo. Dagli anni ’60 è stato molto in voga il materasso a molle, spesso definito anche “ortopedico” ma oggi praticamente considerato desueto e superato da materassi cosiddetti “ergonomici” cioè in grado di modellarsi e seguire le curve fisiologiche del corpo. Gli specialisti medici ormai ne consigliano fortemente l’uso rispetto agli ortopedici..
CLASSICO LETTO IN FERRO BATTUTO STILE ANNI ’30 A MONTORENE DI FORIO L’ABBOTTONATURA CON AGO SACCURALE E FILI DEL MATERASSO CON LANA SELEZIONATA LANA PER MATERASSO MESSA AD ASCIUGARE AL SOLE LANA SELEZIONATA PER MATERASSI MACCHIA CARDALANA OPERAZIONE DI SPANNOCCHIAMENTO ANNI ’40 A FORIO PER RIEMPIRE I MATERASSI UN’INTERA FAMIGLIA ALLARGATA DEGLI ANNI ’50 DEL TESTACCIO INTORSO ALLA LANA CARDATA PER I PROPRI MATERASSI
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