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Quegli ultimi terremoti del 1881 e 1883 che sconvolsero Casamicciola

Quando si dice Casamicciola si pensa subito al terremoto ed ai disastri che in passato ha subito la nota cittadina termale isolana. Dopo il nuovo sisma dei tempi moderni, ossia quello recentissimo del 21 agosto 2017 scorso che ha fatto i suoi notevoli danni, per altro propagantati più del dovuto, ma che tiene in questi giorni tutta l’sola in stato di allerta per la ricostruzione ed il ritorno alla nosrmalita nei empi più brevi possibili, è giusto ed istruttivo ricordare la storia. Quella storia di terremoti, i quali a più riprese hanno messo in ginocchio Casamicciola in particolare e Lacco Ameno.Poi prontamente rinate. Ricordiamo i due teremoti dell’ 800.Il 4 marzo 1881, alle ore 1 pomeridiane, una scossa violentissima della durata di soli sette secondi sconvolse Casamicciola, provocando la morte di 124 persone e gravi danni agli abitati di Casamicciola e di Lacco Ameno. Furono immediatamente organizzati i soccorsi. Da Napoli giunsero gli zappatori del 15° fanteria, ed una compagnia del 20°per iniziare lo sgombero delle macerie nel tentativo di salvare le persone rimaste sepolte nelle case crollate. Nelle giornate successive giunsero altre unità del genio e reparti del 51° fanteria.

I soldati furono impiegati in molteplici azioni di soccorso e nel recupero delle vittime. Contribuirono inoltre al ripristino delle case abitabili, alla demolizione di quelle pericolanti ed alla costruzione di baracche destinate ad ospitare i sinistrati . Ben più terribile il sisma del 28 luglio 1883 che si verificò alle ore 21.30 circa e raggiunse l’ottavo grado della scala Mercalli. Ebbe una durata stimata tra i 14 e i 16 secondi Questo terremoto, avvertito anche a Napoli, fu seguito da numerose scosse di assestamento. L’epicentro fu Casamicciola, rasa completamente al suolo, mentre i Comuni limitrofi subirono notevoli danni. In tutto 2.333 morti e 706 feriti. Solo a Casamicciola si ebbero 1.784 morti e 448 feriti; tra essi 625 villeggianti e 51 stranieri.Le dimensioni della tragedia colpirono l’opinione pubblica di tutta l’Italia; dalle città partirono soccorsi e truppe. Tutti gli uomini disponibili appena giunti sul luogo del disastro, furono impiegati nello sgombero delle macerie, nel recupero delle vittime e nel seppellimento dei morti.

Non mancarono episodi di abnegazione e di coraggio una compagnia del genio portò in salvo, lavorando ininterrottamente per un’intera giornata, 17 persone; un caporale del 6° bersaglieri mettendo a repentaglio la propria vita si calò in una buca tra le macerie estraendone una ragazza. Per tale azione fu poi decorato con medaglia d’oro al valore civile. Concluse le operazioni più urgenti e vista l’entità del disastro, furono inviate nuove truppe tra cui alcune squadre del genio e reparti di artiglieria che si prodigarono nel soccorso delle popolazioni, nella distribuzione di viveri e nel mantenimento dell’ordine pubblico. Il 1° agosto, informato della catastrofe, Umberto I partì da Monza e giunse ad Ischia dove visitò i luoghi sinistrati portando il suo personale conforto alle popolazioni colpite dal sisma. I

l Re, dopo aver visitato anche Lacco Ameno e Forio e prima di ripartire, lasciò la somma di 150.000 lire per i più bisognosi. Anche molti Stati europei ed extra europei, informati attraverso le agenzie di stampa, intervennero con aiuti soprattutto finanziari. In totale si raccolsero oltre 6.000.000 di lire dell’epoca. In segno di riconoscenza per l’assistenza fornita dal Re, al primo bambino nato a Casamicciola, dopo il disastro, fu imposto il nome di “Umberto Liberatore”. Nel disastro restò sepolta anche la famiglia di Benedetto Croce; il futuro filosofo aveva appena compiuti i 17 anni, ed era in vacanza sull’ Isola.La madre e la sorella Maria morirono inghiottite dalle macerie, il padre invece perì aspettando invano soccorso, ad un passo da Benedetto che nulla poteva fare perchè incastrato con tutto il corpo dalle macerie della casa, poi salvato.

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