CULTURA & SOCIETA'

Quella pasquetta che ci “disonorava”: quando sull’isola il lunedì in albis era da incubo con l’invasione vandalica di piazze, strade, spiagge e pinete

Nostalgia per quelle vecchie e tradizionali scampagnate tramandateci dai nostri padri, madri e nonni, nel verde di Piano Liguori, in Pineta, al Cretaio, ai Frassitelli, alla Falanga a Santa Maria al Monte ed all’Epomeo. I ricordi di infanzia della “Pasquetta” alla vecchia Pagoda sul Porto d’Ischia

Sono sbarcati l’altro ieri nel giorno della “Pasquetta” nei porti di Ischia e Casamicciola allegri, composti e ordinati, non in molti, ma abbastanza per fare gruppo, frenati per altro dal covid ancora presente pronto a far male. Belle facce di una gioventù rigenerata e cosciente del rispetto delle cose degli altri. Nuovi e veri gitanti che non hanno nulla a che spartire con i loro “colleghi” degli anni ’90 e giù di lì passati. Ormai sono lontani i tempi in cui il giorno del Lunedì in Albis, ultimo del periodo pasquale, orde di giovinastri fra l’età adolescenziale e quella adulta di primo pelo,si riversavano sull’isola, mettendola a soqquadro con le loro intemperanze e comportamento disordinato, a trstti violento, tanto da arrecare danno a tutti i luoghi calpestati, spiagge e pinete comprese.

PASQUETTA SULLA SPIAGGIA DI ISCHIA

Sbarcavano nel porto di Ischia ed a Casamicciola con traghetti e motonavi provenienti dal Molo Beverello di Napoli e da Pozzuoli, già alla partenza di mattina presto, non di certo con le migliori intenzioni, muniti fra l’altro di quegli storici palloni leggeri della Superflex e strane colazioni avvolte in pezzi di giornali e in zainetti di fortuna. Al Loro arrivo sull’isola, in men che non si dica, invadevano le strade del centro,scagliando senza un minimo di coscienza i loro palloni contro vetrine dei negozi e persone, seminando panico e provocando fughe. Su spiagge e pinete, come si diceva sopra, un…mare di cartacce imbrattate ed impregna te d’olio e di altri tipi di grasso, calzini e canottiere smesse, carcasse di palloni superflex andati distrutti ed il loro vociare scomposto, erano il risultato raccapricciante di una giornata festiva che doveva essere vissuta in sana allegria, col vero spirito della gita, per così dire, fuori porta, ma che invece si trasformava da subito per Ischia, per veri turisti presenti e per gli ischitani stessi in un Lunedì in Albis da incubo. Un Lunedì in Albis, che non si chiamava ancora Pasquetta, almeno qui ad Ischia. Certo, sono tempi passati, di cui però, per chi li ha vissuti,suo malgrado, è rimasto vivo il ricordo. Per fortuna, ma anche e direi soprattutto,per decisa presa di coscienza che un simile passato mai sarebbe più potuto continuare, oggi stiamo qui a parlare di tempi decisamente più nobili, per una Ischia che allo stato attuale, anche se non seleziona con maniacale disciplina i suoi ospiti, almeno li sa guardare in faccia e ne capisce la positività.

GRUPPO DI GIOVANI NAPOLETANI PRENDONO D’ASSALTO LA PINETA DI FIAIANO PER UN ORGANIZZATO PIC-NIC

Il Lunedì in Albis dell’altro ieri, o meglio il giorno di Pasquetta dell’altro ieri, come sta avvenendo da alcuni anni precedenti, tranne gli ultimi due per la pandemia, si può che è andato tutto bene. Le Forze dell’ Ordine hanno…riposato. Anche se per modo dire, perché esse, le Forze dell’Ordine, sul territorio il loro lavoro di vigilanza ed assistenza lo assicurano sempre con l’ impegno e la diligenza. La tradizione della Pasquetta ha anche altri connotati che riguardano in particolare quegli ischitani che da sempre preferiscono trascorrere quelle liete ore del primo pomeriggio, o addirittura in pieno orario di pranzo, in luoghi adatti per l’attesa scampagnata del Lunedi in Albis o Pasquetta che dir si voglia. Cosi si prendono di mira, come del resto si è fatto, località agresti dell’isola come alcuni spazi della pineta comunale, l’altura con vista mare di Piano Liguori, la vecchia pagoda sul porto d’ Ischia (negli anni ’40 e ’50 era esclusiva meta degli ischitani del Lunedì In Albis dove consumare il casatiello, la pastiera e l’uovo sodo tinto di rosso con le tradizionali e naturali radici di rova), la pineta di Fiaiano, Monte Vico, Santa Maria al Monte con la vicina Falanga ed infine l’Epomeo. Per essere un tantino più romantici c’è chi si è imboscato tra i filari di viti, tra i primi ciclamini e fiori selvatici di pinete e boschi alla portata dei più esperti “esploratori”. Basta che si abbia un cestino ricolmo di cose gustose pasquali ed una bella tovaglia da pic nic, per godere della natura e del giorno festivo della Pasquetta tanto atteso. Ma quet’anno anche se le cose sono andate meglio dello scorso anno ogni “progetto” pasquettaro per lo più è stato rispettato vivendo una pasquetta con sufficienza. Noi ricorriamo lo stesso alla storia per ricordare vecchie usanze tradizionali che non tornano più. I vecchi contadini ischitani, capostipiti di famiglie numerose, poco lontani dalle proprie case di campagna, festeggiavano la Pasquetta nel modo tramandato ai figli, nipoti e pronipoti dei giorni d’oggi. Essi stendevano sull’erba le tovaglie di grosso cotone profumate di sapone di Marsiglia, creando cosi una grandissima tavola, in grado di ospitare la straordinaria abbondanza di cibi e vini della casa. Infatti a quella bellissima ed invitante tavola primaverile, sedevano tutti i componenti della famiglia, grandi e piccini, fino al tramonto con un non stop di chiacchiere, risate ed allegria. Su quella bella, ricca e profumata tavola campestre rasoterra, c’era tutto il “bendidio”, ossia cibi freschi e colorati: insalate di verdura e pomodoro, salumi,formaggi e soprattutto le uova che non potevano mancare, frittata di maccherini e di patate, punte di asparagi selvatici, spicchi di carciofi indorati e fritti, ventreschella,capocuollo, piselli e fave fresche e fra i dolci, il casatiello, il tortano e la pastiera con il classico liquore della nonna,il rosolio dai vari colori e gusto, e tanto, tanto vino della cantina propria a due passi dalla tavola che nessun Smartphone ha mai potuto immortalare. Perchè non esisteva.

Foto Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

antoniolubrano1941@gmail.com

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