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Questione Pio Monte: «Valuteremo anche l’esproprio»

Il dibattito sulla storica struttura in rovina ha permesso di sviscerare l’intricatissima matassa che nei decenni ha avviluppato ogni possibile soluzione per uscire da un’impasse giuridica, politica e amministrativa che ha pochi eguali. Il presidente del Consiglio D’Ambrosio ha brevemente riassunto la secolare storia del Pio Monte a Casamicciola, fino alla costituzione della società Nizzola negli anni ’80, all’intervento dell’amministrazione  Mennella nel 1997 che si immise nel possesso dell’immobile, fino al progetto di recupero della struttura presentato nel luglio 2011. Proprio l’ex sindaco Luigi Mennella ha illustrato l’atto a contenuto plurimo che la sua amministrazione stipulò il 22 maggio ’97, a condizione che venissero cancellati tutti i contenziosi dell’ente Pio Monte con il Comune di Casamicciola, a partire dalla richiesta di risarcimento danni. Il problema, ha continuato Mennella, nasce dal fatto che l’atto non è mai stato depositato nelle cause in corso. Motivi politici di ostilità verso l’ex sindaco, come ha sostenuto lui stesso. Diciott’anni dopo, nella sentenza d’appello è stata riconosciuta la legittimità della presa di possesso del ’97, con il verdetto del settembre scorso. Una decisione che potrebbe servire a chiedere la revocazione della sentenza di condanna (a un milione e 600mila euro), e soprattutto a chiedere i danni all’ente Pio Monte, che Luigi Mennella quantifica in circa 50 milioni di euro per il mancato rispetto del contratto a contenuto plurimo del 1997, avendo dichiarato il falso fino al 2013  e bloccando opere da parte del Comune per circa venti miliardi delle vecchie lire. Non sono mancati i consueti “diverbi” con Nunzia Piro sull’interpretazione della sentenza. L’assessore ha anche posto sul tavolo eventuali problemi di prescrizione del contratto in oggetto, respinti da Mennella, secondo il quale il contratto è tuttora vigente. La Piro ha comunque sostenuto che il Pio Monte deve risarcire il Comune di Casamicciola per gli enormi danni d’immagine dovuti ai 45 anni di degrado che la struttura in rovina ha inflitto al paese. Il consiglio comunale si è così insolitamente compattato, sembrando pronto a dichiarare la “guerra totale” all’ente morale Pio Monte. Una circostanza che comunque comporterebbe la rinuncia all’uso delle aree interne della struttura per lo svolgimento del mercato, l’allestimento della pista di pattinaggio, i parcheggi auto e i giardinetti con le installazioni per i più piccoli. Ignazio Barbieri ha alzato il tiro, proponendo il mezzo giuridico dell’esproprio per venire a capo della intricata questione, proposta che ha riscosso l’adesione generale dei componenti. È stata quindi una discussione diretta più che altro a fare il punto della situazione attuale, in vista di eventuali provvedimenti, sempre che l’apparente convergenza d’intenti manifestatasi nella seduta venga mantenuta.

 

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