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Rizzoli e prevenzione antisismica, arriva il nuovo allarme del CUDAS

ISCHIA. Lo avrete capito anche dal nostro giornale di oggi, il 21 agosto non è una data qualsiasi. E così, a un anno dal sisma che lo scorso anno ferì pesantemente Casamicciola e Lacco Ameno anche il CUDAS (Comitato Unitario per il Diritto alla Salute) scende in campo indirizzando una nota al direttore generale dell’ASL NA 2 Nord, Antonio d’Amore ed al sindaco del Comune del Fungo, Giacomo Pascale, avente ad oggetto: “Interventi urgenti di prevenzione antisismica dell’edificio ospedaliero Anna Rizzoli”. Nel testo la presidente dell’associazione, Gianna Napoleone, scrive in premessa: “Egregi Signori, ad un anno dal sisma che ha colpito la nostra isola e facendo seguito ad una precedente comunicazione a Voi indirizzata l’11 settembre dello scorso anno in cui si richiamava la Vostra attenzione sul medesimo argomento, siamo ancora a sollecitare iniziative e interventi mirati alla messa in sicurezza dell’edificio che ospita il nostro ospedale Anna Rizzoli. Come ben sapete, la struttura di via Fundera risale ai primi anni Sessanta, quando quella zona non era assolutamente considerata a rischio sismico e quando la legislazione in materia antisismica con le conseguenti prescrizioni era ben lontana dalla formulazione attuale. Negli anni più recenti, l’edificio è stato sottoposto ad un restyling, che sarebbe dovuto essere prodromico di un ampliamento (necessario) mai realizzato, che ha tuttavia comportato anche il trasferimento sul lastrico solare di tutti gli impianti, a cominciare dai pesanti cassoni per la riserva idrica, senza che, per quanto se ne sappia, fossero stati effettuati lavori particolari di consolidamento/rinnovamento del tetto”.

Gianna Napoleone prosegue poi la sua esposizione e scrive: “Ora, in considerazione del fatto che l’adeguamento della mappa sismica ha cambiato la classificazione del luogo in cui si trova l’ospedale isolano e tanto più alla luce di quanto accaduto l’anno scorso e che – come sostengono gli esperti – tornerà a ripetersi con le stesse modalità nella stessa area, peraltro vicina in linea d’aria alla Fundera, non possiamo fare a meno di sollecitarVi, ciascuno per le proprie competenze e responsabilità, ad occuparvi e preoccuparvi efficacemente e con la dovuta urgenza e sollecitudine degli interventi necessari alla salvaguardia e messa in sicurezza dell’edificio pubblico più importante dell’isola, il primo chiamato ad essere funzionante e funzionale proprio nell’eventualità di un nuovo sisma come di qualunque altra seria emergenza tra quelle che sono connaturate alla realtà particolare della nostra isola. Avevamo chiesto nella nostra precedente lettera, ormai ben undici mesi fa, che quanto meno si provvedesse ad avviare al più presto la realizzazione di un impianto di riserva idrica alternativo, per spostare i cassoni dalla sede attuale e liberare così il tetto da una parte dell’enorme carico che vi grava. Nulla è stato fatto per risolvere, seppur parzialmente, un problema sulla cui fondatezza e urgenza abbiamo avuto riscontri da tecnici opportunamente consultati prima e dopo averlo sottoposto alla Vostra attenzione. Problema che oggi, a distanza di un anno dal sisma e alla luce del nulla di fatto in questi mesi, riteniamo ancora più stringente e pressante in una doverosa ottica di prevenzione di eventi che non vorremmo ci trovassero impreparati e inadeguati proprio nel momento del bisogno. Tanto più che ci sono materiali, mezzi e capacità tecniche largamente sperimentati e documentati per intervenire efficacemente e utilmente sugli edifici esposti a rischio sismico senza interferire con le attività che vi si svolgono, come è indispensabile per l’unico ospedale isolano di cui va assicurata in ogni momento la piena funzionalità. E comunque, lo spostamento dei cassoni, pur essendo solo una parte dei lavori da fare, è un intervento che può essere realizzato in relativamente poco tempo e con costi contenuti, dunque con l’urgenza che richiede la messa in sicurezza del presidio ospedaliero isolano”.

La nota si chiude con la più categorica e scontata delle conclusioni: “Data l’importanza e l’imprescindibilità dell’attività di prevenzione da effettuare nell’edificio di via Fundera, non ci accontenteremo di ulteriori silenzi e soprattutto di totale assenza di iniziative da parte degli Enti che rappresentate, ma continueremo a reiterare la nostra richiesta e a sollecitare gli interventi collegati fin quando non avremo ottenuto le dovute e necessarie risposte. A tutela dei pazienti, dei lavoratori e nell’interesse primario dell’intera popolazione isolana. A tale scopo, ci riserviamo di inoltrare richiesta di accesso agli atti per visionare i certificati di collaudo statico e di agibilità e tutta la documentazione inerente la situazione attuale della struttura ospedaliera di Lacco Ameno. In attesa di un Vostro cortese riscontro, porgiamo distinti saluti”.

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