CRONACA

Quote e Statuto, al Cisi i sindaci alla prova del nove

Nell’assemblea del consorzio, tra l’altro, si è deciso di dare mando di predisporre una bozza di capitolato per bandire il trasporto dei rifiuti isolani in terraferma con un vettore marittimo

Adesso i sindaci dell’isola d’Ischia sono davvero arrivati al momento della cosiddetta prova del nove. Quella nella quale, per intenderci, dovranno dare dimostrare di visione, coesione ed unità di intenti non soltanto a chiacchiere – come sono indiscutibilmente bravi a fare da sempre – ma tradurla anche nei fatti. Con atti concreti, e per la serie “verba volant scripta manent” non si potrà certamente scappare. E’ quanto si evince dalla nuova assemblea del CISI che ha visto riuniti attorno a un tavolo i primi cittadini o loro delegati dei sei Comuni isolani e che, dopo aver approvato il bilancio nella precedente seduta, era in ogni caso alle prese con un altro paio di argomenti in ogni caso significativi. In primo luogo oggetto di discussione in questa seduta c’era il progetto legato all’individuazione di un soggetto in grado di garantire al Cisi la possibilità di occuparsi del servizio del trasporto via mare in terraferma dei rifiuti solidi urbani. Una vecchia idea questa spesso caldeggiata dalla politica locale ma che negli ultimi tempi pareva essersi decisamente “arenata”. Ecco perché, presumibilmente, si è deciso di dare un’accelerata decisa all’iter: alla struttura del Cisi è stato dato mandato, prima ancora che di individuare un vettore ideale, di predisporre una bozza di capitolato da bandire. Ovviamente, il tutto non “sine die”, ma con un termine massimo di trenta giorni per portare a compimento la missione.

Ma attenzione perché all’ordine del giorno c’erano anche due questioni decisamente più spinose di quanto fosse lecito prevedere. La prima è la richiesta della rivisitazione delle quote chiesta a gran voce (e con tanto di lettera firmata indirizzata ai colleghi ed al liquidatore Pierluica Ghirelli dal sindaco Francesco Del Deo) dal Comune di Forio. Un’iniziativa, questa, alla quale guarda tutt’altro che con favore Ischia e non a caso Enzo Ferrandino ha risposto al “fuoco” proponendo l’aggiornamento dello statuto del consorzio. Una strategia questa che ha anche le sue fondamenta: lo statuto, infatti, fu approvato per la prima volta nel 1997 e scadeva dopo dodici anni, dunque nel lontano 2009. L’aggiornamento avrebbe dovuto essere compiuto in maniera manifesta con l’approvazione di una delibera da parte dei sei consigli comunali, ma questo come è noto non è mai accaduto. Da qui la decisione di costituire una commissione tecnico-giuridica che avrà un rappresentante a Comune (e che sarà formata in tempi davvero ragionevoli) e che avrà il compito di riattualizzare lo statuto ai sensi delle nuove normative subentrate col passare degli anni e i vari parametri anche per sciogliere il nodo legato alla rivisitazione delle quote.

E il vero esame di maturità per i sindaci sta proprio qui, perché gli stessi dovranno necessariamente approvare all’unanimità lo statuto in assemblea, non è possibile “battezzarlo” con la sola maggioranza dei voti favorevoli. Insomma, di riffa o di raffa bisognerà essere d’accordo tutti e la missione potrebbe essere meno semplice di quello che si possa credere. Solo successivamente la palla passerà ai civici consessi per chiudere definitivamente una fase. Sempre che, lungo il cammino, non si verifichino intoppi.

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