CULTURA & SOCIETA'

C’era una volta il Festival di Sanremo: quando “Grazie dei fiori” e “Vola colomba” emozionavano gli ischitani

Da Nilla Pizzi a Mina, da Claudio Villa a Clementino, da Lucio Battisti a Blanco, da Giorgio Consolini ad Albano, da Sergio Bruni a Gigi D’Alessio, da Peppino di Capri a Elodie fino all’ultimo neo melodico della Capoli canora decaduta il paragone con i grandi interpreti del passato non regge - il passato delle belle canzoni e dei loro bravi interpreti si scontra con la realtà di oggi che difetta di fantasia ed intelligenza. La grande scenografia, i larghi mezzi mediatici, la ossessiva voglia di apparire e non di essere, non salvano una kermesse che dovrebbe essere riportata sulla strada maestra del bel canto e allontanata dal semplice rumore musicale e dai duetti di basso cabaret

Fotoricerca di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

Diciamo subito che il Festival di San Remo di oggi è la faccia dell’Italia con le sue bellezze, bruttezze, contraddizioni, esagerazioni, creazioni, distruzioni e chi più ne ha più ne metta. Un cantante, Branco, che prende a calci sul palco i fiori si Sanremo, vuol dire che siamo alla frutta.Per fortuna c’è il passato, la storia di questo Festival a confortarci. ED è si questo che parleremo.

YLENIA PILATO

L’ indole festivaliera degli ischitani si è manifestata subito dal 1951, da quando cioè, ha visto la luce il primo festival di San Remo ed è continuata a dimostrarsi col Festival di Napoli e poi con quello proprio della canzone marinara . Da quella lontana e storica data, allorquando la Radio nazionale, l’attuale RAI, che al quel tempo si chiamava EIAR e trasmetteva da Torino, l’interesse ed il piacere di donne ed uomini di ogni età di tutta l’isola, amanti del bel canto, sono andati via viva sviluppandosi, fino a diventare tifo di parte per le canzoni ed i cantanti in gara, visto che la stessa nella trasmissione radiofonica canora, prevedeva una classifica di vincitori e vinti, anche se con pochi interpreti. L’evento, con le edizioni successive, sia pur seguito ed ascoltato via radio, suscitava passione ed emozione fra gli isolani, specie se gli interpreti cantanti erano gli stessi visti ed ammirati in film strappa lacrime proiettati nei vari cinema locali, ispirati alla musica ed ai testi delle canzoni del festival sanremese ed anche dopo, di quello napoletano. Parliamo dei tempi di “Grazie dei Fiori” che vinse quel primo Festival di San Remo del ’51, cantata da una giovane e raggiante Nilla Pizzi, la quale si aggiudicò anche il secondo posto con un’altra splendida canzone ”La Luna si Veste d’Argento” in coppia con Achille Togliani.

RARA LOCANDINA DEL PRIMO FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA DI SANREMO ANNO 1951

L’anno successivo 1952 la stessa Nilla Pizzi si conferma alla grande spopolando e conquistando primo, secondo e terzo posto rispettivamente con le canzoni divenute poi famose “Vola Colomba”, “Tu sai che i Papaveri…” e “Una Donna Prega”. A quel tempo, sull’isola, solo un discreto numero di famiglie possedeva in casa un apparecchio radiofonico per ascoltare ciò che l’EIAR mandava in onda. Fra quelli che ne erano sprovvisti, c’era chi, nella occasione della messa in onda del Festival di San Remo, si rivolgeva all’amico ed a qualche parente più fortunato, per ascoltare le canzoni trasmesse ed emozionarsi di fronte a tanta bella melodia o a canzoni dai motivi particolarmente allegri che infondevano buonumore e continua voglia di rimanere in ascolto. Altri invece, andavano nei bar, si confondevano tra i clienti abituali e si inebriavano ascoltando canzoni come “Viale d’Autunno” cantata da Carla Boni e Flo Sandn’s , “Vecchio Scarpone” cantata a Gino Latilla che poi diventerà con la stessa Carla Boni sua compagna, assiduo frequentatore di Ischia con casa acquistata per le vacanze in quel di Lacco Ameno. Era il Festival del 1953. Poi venne il festival della celebre canzone “Buongiorno Tristezza” magistralmente cantata dal grande Claudio Villa ed in seconda battuta da Tullio Pane nella edizione dell’anno dopo 1954, dove per altro si impose un’altra bellissima canzone “Il Torrente” cantata da Natalino Otto compagno di Flo Sandon’s.

Il ’54 fu l’anno in cu, alcuni bar del centro di Forio, Lacco Ameno, Casamiccola e Ischia Ponte muniti di radio, si organizzarono meglio, applicando all’esterno del locale un piccolo altoparlante per diffondere la domenica pomeriggio la voce del famoso radiocronista sportivo Niccolò Carosio per la radiocronaca di una partita del campionato di calcio di serie A. Ma i compianti fratelli Giovan Giuseppe e Salvatore Di Meglio fondatoti del mitico Coco Gelo all’ingresso del ponte Aragonese ad Ischia Ponte, fecero di più: oltre alla radio che trasmetteva la partita e il giornale radio, sistemata nel loro bar che era nato appena tre anni prima, si munirono di un moderno (per quei tempi) giradischi e di due grandi altoparlanti, tipo quelli che venivano usati dalla ditta Banfi per la festa di Sant’Anna che furono posizionati all’esterno del locale, in modo che la voce diffusa potesse propagarsi per tutto il piazzale aragonese, il ponte che porta al Castello e le stradine vicine.

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CLAUDIO VILLA

Da quegli storici altoparlanti uscirono le vibrate note di tutte le canzoni, l’una più bella dell’altra che furono cantate In quel festiva di San Remo edizione 1954 per la felicita di tante ragazze e ragazzi e mamme di Ischia Ponte in ascolto. Quella edizione che fu l’ultima trasmessa per la sola radio vide piazzarsi ai primi tre posti “Tutte le Mamme”, Canzone da due soldi”, “La barca li portò via” cantate rispettivamente da Giorgio Consolini, Katina Ranieri e Franco Ricci. La voce di Claudio villa con le sue” Buongiorno Tristezza”, “Corde della mia Chitarra”, “Usignolo”, emozionava e faceva sognare soprattutto quell’uditorio femminile del tempo che seguiva la lettura delle due riviste settimanali Grand Hotel, Bolero ed Intimità specializzate in storie d’amore disegnate a fumetti. Nell’anno 1954 arrivò per gli italiani la Televisione che cambiò nel paese gusti e speranze. L’isola d’Ischia ne fu subito contagiate e la televisione entrò nelle prime case di famiglie isolane che se lo potevano permettere, nei circoli ricreativi organizzati, soprattutto dell’Azione Cattolica locale.

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DOMENICO MODUGNO

Dapprincipio i programmi trasmessi erano ridotti all’osso. I Soli festival di San Remo e di Napoli occupavano la scena e rappresentavano gli appuntamenti fissi e più prestigiosi e seguiti dell’anno. Infatti dall’anno 1955 la manifestazione canora sanremese divenne principalmente un evento televisivo, trasmesso in Eurovisione dalla prima rete , ossia Rai Uno. Si susseguirono così, edizioni di festival di San Remo memorabili con canzoni di alto livello musicale, narrativo, emozionale come per esempio, “Aprite le finestre al primo sole, è Primavera…” “Amami se vuoi” e “La vita è un paradiso di bugie” cantate rispettivamente da Franca Raimondi, Tonina Torrielli e Luciana Gonzales dell’anno 1956. Dal Festival di San Remo edizione del 1958 si registrò l’entrata in scena del grande Domenico Modugno che con le sue straordinarie canzoni “Nel Blu dipinto di Blu”, “Piove” e “Libero” del 1958, ’59 e ’60 si impose come lui sapeva fare al pubblico televisivo ed allo stesso tempo lanciò la sfida a colui che era considerata per la grande voce che si ritrovava, il Reuccio della canzone italiana, ossia Claudio Villa che rispose con grandi canzoni come “Binario”, “Serenata Celeste”, “Amor Mon Amour” e fuori del festival con “Granada” e “Mexico” suoi grandi cavalli di battaglia. Il duello Modugno-Claudio Villa appassionò gli italiani ed infiammò gli stessi ischitani che per ascoltarli cantare nei vari festival in cui erano in gara, si riunivano presso le famiglie amiche dove c’era il televisore. Ne scaturiva all’istante una festa nella festa per amore della canzone che non ha nulla a che vedere con le canzonette e gli intepreti di oggi. Dagli anni ’80 ad oggi Il Festival di San Remo è solo un grande spettacolo televisivo seguito dal grande pubblico a cui piace vedere ciò che gli propinano. Non sanno niente di Luigi Tenco, Lucio Battisti, Mina, Dalidda Ischia non fa eccezione. Ma ci sono anche chi sull’isola si dissociano ed esprimo giudizi tut’ altro che favorevoli ad una kermesse che ha smesso di cantare quando la canzone era davvero la canzone, carta di identità del bel canto.

antoniolubrano1941@gmail-com

info@ischiamondo.com

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