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Il GPL e la metafora di Paolo: «Abbiamo fregato l’Eni»

L’assessore ischitano conferma che non era favorevole al nulla osta per l’impianto di via delle Ginestre ma di non assolutamente influenzato la commissione Paesaggio. E cita il viaggio in mare e la preghiera a San Giovan Giuseppe

Banale non lo è mai stato, per vocazione. E anche stavolta, come leggerete a breve, ha voluto essere fedele al suo stile. La chiusura del cerchio relativamente all’installazione di un impianto di GPL a Ischia, in via delle Ginestre (in un terreno di proprietà di Isidoro Di Meglio) ha creato un po’ di maretta all’interno dell’amministrazione comunale di Ischia. Al punto tale che secondo una corrente di pensiero all’interno della stessa figurano vincitori e vinti: nell’ordine Luigi Di Vaia e Antonio Buono da una parte e Paolo Ferrandino dall’altra.

Ed è proprio l’assessore che in questa inedita intervista a Il Golfo dice la sua, partendo proprio dall’inizio e senza peli sulla lingua. “Io ad essere sincero – esordisce – non ho mai visto competizione su questo argomento. Non ho fatto altro che esprimere la mia opinione ma senza mai attivare alcun meccanismo ostativo affinché l’impianto non s’avesse da fare. Ho detto che andavano valutate una serie di questioni, di natura tecnico-giuridica ma non solo, andavano fatte anche valutazioni di opportunità sulla realizzazione di un nuovo impianto in quella zona. Che, voglio ricordarlo, è vicino ad una scuola e a pochi passi da un’altra struttura analoga. Mi sono espresso in questa maniera nella mia libertà di assessore e di cittadino”.

«Non ho fatto altro che esprimere la mia opinione ma senza mai attivare alcun meccanismo ostativo affinché l’impianto non s’avesse da fare. Ricordo che la struttura dovrebbe sorgere vicino ad una scuola e a pochi passi da un altro distributore»

Gli chiediamo se lui effettivamente fosse contrario e risponde senza mezzi termini: “Ritengo che non era opportuno, ma se ci sono le condizioni la mia valutazione resta meramente perdonale. Ma tengo a ribadire una volta di più che certo non potevo determinare l’orientamento di una commissione composta da validi professionisti”. E sul presunto braccio di ferro generatosi all’interno della maggioranza spiega: “E’ un modo di fare che non mi appartiene, non so se altri hanno potuto pensare una cosa del genere. Io esprimo sempre il mio pensiero, qualcuno forse avrà scambiato il mio atteggiamento per sfida.

«Una volta un certo Colucci, durante una traversata con il mare mosso, promise una collana a San Giovan Giuseppe se fosse sbarcato sano e salvo. Ma all’arrivo a Ischia baciò a terra e disse: “San Giusè, t’agg fatt fess”. Lo stesso abbiamo fatto noi con l’Eni, che aveva barattato la concessione a via delle Ginestre con l’area di Piazza degli Eroi»

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Ma io le sfide le faccio a campo aperto e non nascondendomi e chi mi conosce lo sa bene”. Attenzione però perché per dire la sua Paolo Ferrandino sceglie di fare un salto indietro nel tempo e di fare affidamento a una sorta di metafora che merita davvero di essere letta: “Ho perplessità di carattere di dignità e allora vi racconto un aneddoto. Tanto tempo fa c’era una navetta che collegava Ischia a Napoli. Un giorno c’era un fortissimo temporale e l’imbarcazione non riusciva a superare nemmeno una delle onde che gli si paravano davanti. A bordo c’erano diversi corrieri e tante persone tra cui un certo Colucci. Tutti piangevano in ginocchio e pregavano San Giovan Giuseppe per riuscire a tornare a casa sani e salvi. A un certo punto anche Colucci iniziò a pregare stringendo tra le mani una collana e a un certo punto rivolgendosi al Santo gli disse che se fosse arrivato vivo a Ischia gliel’avrebbe portata in chiesta e donata.

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«Non credo che la vicenda in questione lascerà strascichi, non è che ogni volta che qualcuno la pensa in maniera diversa dal prossimo deve scoppiare una crisi in amministrazione. Questo è stato il sentimento che ha regolato il mio dire, e sottolineo non le mie gesta»

Alla fine, dopo quattro o cinque ore di navigazione, la nave arrivò in porto. Ebbene, Colucci scese, baciò a terra e disse: ‘San Giuseppe, ti ho fatto fesso’. Niente collana. Quindi, eppure la grazia l’aveva ricevuta. Ecco, io ho l’impressione che noi come amministrazione a Ischia abbiamo fatto la stessa cosa”. Gli chiediamo di spiegarsi meglio e Paolo Ferrandino è chiaro e lapidario: “Ero personalmente presente quando come Comune di Ischia abbiamo portato a compimento la transazione con l’Eni, che ci ha liberato l’area di Piazza degli Eroi in cambio della concessione trentennale a via delle Ginestre. E noi oggi andiamo a piazzare un distributore con gpl e colonnine elettriche a due passi. Cosa c’entra Colucci? Lui ha fatto fesso San Giovan Giuseppe alla stessa maniera in cui noi abbiamo fregato l’Eni. Mi sembra un’operazione che certo non denota sensibilità e onestà intellettuale, magari alla stessa Eni interessa poco o nulla ma interessa me. Abbiamo rifilato un ceffone a chi ha dimostrato invece disponibilità nei nostri confronti”.

Prima di congedarlo gli chiediamo se questo “tormentone” potrà minare la solidità dell’attuale maggioranza guidata dal sindaco Enzo Ferrandino, Paolo non ha dubbi: “Non credo che la vicenda in questione lascerà strascichi, non è che ogni volta che qualcuno la pensa in maniera diversa dal prossimo deve scoppiare una crisi in amministrazione. Questo è stato il sentimento che ha regolato il mio dire, e sottolineo non le mie gesta perché non ho assolutamente potere sulle commissioni”.

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Avv.Luigi Boccanfuso

Paolo ha concluso questa intervista dichiarando che “ non ha nessun potere sulla commissione”.
Se proprio ci tiene a far prendere aria ai suoi denti….ci spiegasse come mai ha imposto per ben 2 volte la nomina di suo nipote in commissione…
Gli uomini si giudicano per quello che fanno e non per quello che dicono!

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