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Regionali, Librandi: «Il mio impegno per Ischia»

Parla l’imprenditore innamorato della Campania e candidato alle prossime elezioni del 23 e 24 novembre con Forza Italia. Il suo percorso politico, i progetti per un’isola che definisce “bellissima” e poi la stoccata al governo uscente

Partiamo con la prima domanda, che in questi casi è ormai canonica: quali principi e quali motivazioni hanno ispirato la sua candidatura?

«Dunque, io ho sempre amato la politica. Sono stato in Parlamento per dieci anni, sempre nell’area di centro. Sono partito da Forza Italia e ho ricoperto la carica di consigliere comunale a Saronno.
Oggi mi trovo qui perché mia figlia si è innamorata di un napoletano: hanno due figli, quindi la famiglia si è spostata e naturalmente noi seguiamo i nipotini. Ma sono qui anche per un altro motivo: mi piace profondamente la Campania. Ho girato il mondo intero – sono un imprenditore – ma questo è un luogo meraviglioso, dove si avverte più calore umano, forse anche per le ferite che ci portiamo dentro dopo anni passati a “vendere l’Italia” nel mondo. Ho tanti amici qui, voglio dare una mano. Ho maturato molta esperienza e, insieme ad alcuni amici, mi sono impegnato a studiare le diverse situazioni del territorio. Con Forza Italia vogliamo raggiungere il 20% a livello nazionale: è il nostro obiettivo. Nel partito stanno arrivando persone come me, concrete, abituate a fare le cose sul serio. Il nostro stile di vita si fonda su un principio semplice: promettere meno e realizzare di più».

Ha ricordato la sua esperienza da consigliere comunale. Quanto è importante conoscere la politica partendo dal basso?

«Guardi, ho ricoperto per dieci anni la carica di consigliere comunale a Saronno. Se una persona non passa le notti su quegli scranni, non può capire davvero cosa significhi amministrare. Dieci anni possono sembrare tanti, ma sono determinanti per comprendere le sfumature della politica, per imparare a mediare, a mettere d’accordo la gente e a ottenere risultati anche trasversali.
In sintesi, bisogna fare la gavetta: è l’unico modo giusto per capire davvero la politica».

Cosa dobbiamo aspettarci da queste elezioni regionali? E perché, secondo lei, Cirielli può vincerle?

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«La Campania è una regione meravigliosa: dal punto di vista turistico, dell’accoglienza, della simpatia della sua gente. Tuttavia, presenta problemi seri, non tanto creati dal territorio in sé, quanto da una politica che negli ultimi anni non ha saputo dare risposte. In dieci anni di amministrazione De Luca, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il primo tema è la sanità: qui la situazione è molto critica. Ci sono zone in cui mancano i pronto soccorso, altre dove non è disponibile neppure un’ambulanza. Per fare un esame si attendono anche nove mesi, e nel frattempo qualcuno rischia di morire. Non è accettabile che noi campani – perché ormai ho la residenza qui – abbiamo un’aspettativa di vita inferiore di quattro anni rispetto ad altre regioni italiane. È giusto chiedersi: perché? Chi l’ha deciso, De Luca o la sinistra? La gente è stanca. C’è anche un grave problema di mobilità e, soprattutto, di fuga dei giovani: molti sono costretti ad andare all’estero perché questa giunta non è riuscita a dialogare né con gli imprenditori né con i ragazzi. Noi invece stiamo già promuovendo incontri tra giovani e imprenditori per trovare soluzioni concrete e creare opportunità, affinché queste menti brillanti, oggi costrette a portare le loro idee al Nord o all’estero, restino qui. Le cose da fare sono tantissime. Per esempio, il candidato Fico parla di ripristinare il reddito di cittadinanza o di dignità, ma è un’illusione: non si può fare, né con i soldi della Regione né nel quadro normativo attuale. È una bugia. Noi proponiamo invece qualcosa di realistico e utile: utilizzare quei fondi europei, che lui cita impropriamente, per introdurre uno stipendio vero ai caregiver, cioè a chi si occupa di familiari malati o anziani. Parliamo di persone che svolgono un ruolo fondamentale e spesso invisibile: a loro va riconosciuto uno stipendio tra i 1.400 e i 1.600 euro al mese. In Italia ci sono circa dieci milioni di persone che vivono questa condizione. È una misura necessaria e urgente, da attuare in collaborazione con il governo centrale e con la Regione. Ed è uno dei motivi per cui dobbiamo andare in Regione: per prendere decisioni concrete. E poi…».

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E poi?

«C’è anche il problema demografico, che riguarda l’intera Italia. Se continuiamo così, nel 2050 saremo soltanto 40 milioni di abitanti. Nonostante l’arrivo di molte persone dall’estero, io credo che dovremmo incoraggiare gli italiani a fare più figli. Perché oggi non lo fanno? Perché mancano risorse economiche e gli stipendi sono troppo bassi. Per questo proponiamo una misura simbolica ma efficace: la quindicesima mensilità per chi mette al mondo un figlio. Oggi abbiamo la tredicesima e la quattordicesima, ma vogliamo introdurre anche la quindicesima, come incentivo concreto alla natalità. Ci stiamo lavorando seriamente nel partito. Oltre a ciò, vogliamo proteggere le attività economiche e valorizzare territori straordinari come questa isola. A Ischia, per esempio, possiamo fare tantissimo: proporrò di tenere gli hotel aperti più a lungo, migliorando i trasporti navali, magari creando una linea marittima dell’isola gestita dai sei Comuni insieme. E perché non pensare anche a un piccolo aeroporto? Con la tecnologia attuale e con gli aerei di nuova generazione è possibile. Abbiamo studi di fattibilità: queste cose si possono realizzare. Tutto questo potrebbe rilanciare fortemente l’economia di quest’isola incantevole. Come diceva Rizzoli, più si resta qui, più si vorrebbe rimanerci per sempre».

Partendo da Ischia e allargando il discorso all’intero territorio regionale, la Campania sembra ancora sfruttare poco il suo enorme potenziale turistico. È d’accordo?

«Assolutamente sì. La Campania possiede ricchezze immense: Capri, Ischia, le altre isole e tutta la costa sono luoghi unici al mondo, invidiati ovunque. Tuttavia, basta percorrere alcune strade per accorgersi delle carenze nella gestione dei rifiuti e di altre problematiche che dipendono anche dalle inefficienze della Regione. Serve una vera politica dell’accoglienza. I turisti vanno accolti e coccolati: anche un gesto semplice, come aiutare chi si è perso o dare informazioni con un sorriso, può fare la differenza. Questo spirito di ospitalità deve essere insegnato sin dalle scuole. Solo così potremo raddoppiare il turismo nelle nostre coste e nella nostra splendida Campania. C’è tanto lavoro da fare, ma anche un enorme potenziale da valorizzare».

Un’ultima battuta prima di congedarci: qual è il messaggio che vuole rivolgere agli ischitani?

«Vivete in un paradiso: il paradiso della longevità, della felicità e della salute. Facciamo insieme uno sforzo, magari anche da soli, ma con l’aiuto della nuova Regione, per creare una vera spinta economica che trasformi questo paradiso in opportunità di lavoro per i nostri figli. Non devono più essere costretti ad andare in Svizzera a lavorare d’inverno. Mettiamo a posto ciò che serve, affinché la Campania torni a essere la nostra terra meravigliosa, ammirata e invidiata da tutto il mondo».

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