CRONACA

Fallimento della Lacco Servizi, dalla giunta via libera alla transazione

L’esecutivo ha approvato lo schema d’accordo che chiude la tormentata vicenda della società partecipata fondata nel 2002 e fallita sei anni fa

Mentre la maggioranza è alle prese con i “numeri” in consiglio, la giunta guidata da Pascale ha approvato il tanto chiacchierato schema di transazione tra il Comune e il fallimento della Lacco Ameno Servizi. Se due settimane fa il testo che era stato proposto all’attenzione del civico consesso scatenò la reazione della quasi totalità dei consiglieri di maggioranza, non disposti a votare il documento, stavolta l’esecutivo – dopo le dimissioni di Giacinto Calise – ha approvato all’unanimità la nuova versione, che include la clausola di salvaguardia in grado di garantire la posizione dell’ente e dei consiglieri da eventuali azioni di responsabilità per danno erariale. È quindi passata la linea di coloro che non volevano votare l’originario testo che avrebbe coperto anche le posizioni del liquidatore e del revisore della società partecipata, fallita con un passivo di oltre quattro milioni di euro.

Nel testo approvato dalla giunta si legge che “il Comune di Lacco Ameno, a definitiva tacitazione di ogni pretesa, diritto e ragione della propria esclusiva posizione processuale per come azionata dalla Curatela nell’ambito del giudizio descritto in narrativa e, comunque, in relazione ai fatti ivi descritti, si impegna a corrispondere al Fallimento, che a titolo transattivo accetta, la somma complessiva di euro 260mila”. Per quanto riguarda le modalità di pagamento, “la somma dovuta al Fallimento a titolo transattivo sarà corrisposta in due rate di euro 130.000,00 cadauna, di cui la prima da versare entro il 31 marzo 2022 e la seconda entro il 30 novembre 2022, a mezzo bonifico bancario da accreditare al conto corrente della procedura”. Naturalmente l’accordo transattivo metterà fine al contenzioso, come viene specificato dalla delibera, la quale spiega che “per effetto delle intese intercorse, il giudizio R.G. 15850/2019, all’esito del perfezionamento della transazione e del pagamento della prima rata, sarà fatto estinguere, con riguardo alla posizione processuale del Comune, mediante notifica di rinunzia agli atti del giudizio, da parte della curatela e accettazione della rinunzia, da parte del Comune, con compensazione integrale delle spese. Il fallimento rinuncerà all’azione col pagamento della seconda rata”.

Inserita la clausola di salvaguardia, con cui viene specificato che il Comune resta estraneo alla posizione degli altri convenuti, e che il Fallimento, se dovesse agire contro di essi, sarà comunque tenuto a garantire e tenere indenne il Comune da eventuali azioni di regresso che gli stessi dovessero attivare in danno dell’ente

Ed ecco quindi la famosa clausola di salvaguardia, con cui viene espressamente precisato che “la curatela resterà libera di accettare o meno la proposta conciliativa del Giudice relativa alla posizione degli altri convenuti, alla quale il Comune resta del tutto estraneo, fermo restando che il Fallimento, per la ipotesi in cui dovesse coltivare le azioni nei confronti degli altri convenuti, sarà comunque tenuto a mallevare e tenere indenne il Comune da eventuali azioni di regresso che gli stessi dovessero attivare in danno dell’Ente in relazione a eventuali condanne da essi patite nei confronti del Fallimento”. In tal modo, il Comune mette un limite alle eventuali pretese verso l’ente.

La vertenza era stata incardinata davanti al Tribunale di Napoli, Sezione Imprese. Il giudice, dottor Fucito, a cui era stato assegnato il fascicolo, all’udienza del 23 marzo 2021 aveva inizialmente proposto alle parti di definire il giudizio mediante la corresponsione da parte del Comune prima di 600mila euro, poi dopo una lunga discussione la cifra era scesa a 400mila euro, in cinque anni. Successivamente, alle udienze del 20 maggio e del 30 settembre 2021, il giudice aveva infine proposto alle parti di verificare la possibilità di definire il giudizio in via transattiva mediante versamento, da parte del Comune in favore del fallimento dell’importo di 260mila, da corrispondersi in due annualità, con pagamento entro il 30.11.2021 e 30.09.2022. Il legale dell’ente, avvocato Luca Parrella, esperto in materia di fallimento, aveva espresso il suo parere, spiegando che “la proposta ultima del Giudice va presa in seria considerazione, atteso che, con un incremento non sostanziale dell’importo, si chiuderebbe definitivamente la vicenda giudiziaria (evitando in tal modo che la causa continui nei confronti dei convenuti con possibili accertamenti di responsabilità che potrebbero riguardare anche il Comune, ancorché  abbia transatto la sua posizione, ed evitandosi in tal modo anche eventuali azioni di rivalsa”. Il Comune di Lacco Ameno, pur intendendo aderire alla proposta conciliativa in conformità al parere del proprio procuratore e difensore in giudizio, non disponendo nell’esercizio finanziario 2021 delle somme previste in pagamento per l’anno 2021, ha quindi richiesto al giudice di poter corrispondere l’intero importo nell’anno 2022. È stato quindi dato mandato ai responsabili dei settori di competenza di trasmettere la delibera alla competente articolazione della Corte dei Conti, allo scopo di valutare ogni eventuale azione di rivalsa che si dovesse rendere necessaria nei confronti degli altri convenuti, oltre che in ordine alle somme oggetto della transazione approvata. Si chiude così una vicenda ventennale: la società era stata infatti costituita nel 2002, per poi fallire sei anni fa.

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