CRONACAPRIMO PIANO

Abusi sui bambini, processo alle suore

Il pubblico ministero ha chiesto il rito immediato per suor Edda e le altre tre consorelle che si sarebbero macchiate di maltrattamenti a danno di minori all’interno dell’istituto casamicciolese Santa Maria La Provvidenza. Si parte a fine febbraio, la difesa valuta l’ipotesi di chiedere il rito abbreviato

Saranno sottoposte a giudizio immediato le suore che prestavano servizio presso l’Istituto Santa Maria della Provvidenza a Casamicciola Terme e che erano rimaste coinvolte in un’indagine legata a presunti maltrattamenti operati a danno di bambini che frequentavano la struttura. Lo ha deciso il pubblico ministero, il processo si svolgerà a fine febbraio e a questo punto sarà un momento fondamentale per verificare se realmente a carico delle quattro religiose ci sono o meno estremi di colpevolezza. Sul banco degli imputati, per la cronaca – tutte difese dall’avvocato Gianluca Varano del Foro di Napoli – compariranno Marie Georgette Rahasimalala, di 55 anni, nata in Madagascar, Noeline Razanadraozy, di 52 (sempre di nazionalità malgascia), la filippina Alice Albaracin Curay, di 48 e la madre superiora Angela De Bonis, di 81 anni, conosciutissima a Casamicciola e sull’isola d’Ischia, per tutti suor Edda. La linea d’indirizzo del pubblico ministero era abbastanza chiara e delineata, adesso alla difesa delle suore resta da capire se orientarsi verso il rito abbreviato o puntare sul processo ordinario. Tra l’altro, va sottolineato come presso la Corte di Cassazione penda ancora il ricorso presentato dall’avvocato Varano che mette in discussione la legittimità delle quattro misure cautelari adottate a carico delle religiose. La Suprema Corte potrebbe decidere in ogni caso ad aprile, quando cronologicamente il processo potrebbe già avere avuto inizio. Ma è chiaro che sarà a questo punto presso il Tribunale di Napoli che si combatterà una battaglia senza esclusione di colpi tra chi sostiene la pubblica accusa e la difesa che invece ritiene che tutti gli addebiti contestabili possano racchiudersi in quel gesto di follia della suora malgascia che picchiò con violenza uno dei bambini ospiti dell’istituto.

Il caso casamicciolese – che ovviamente ottenne una notevole (e tutto sommato abbastanza scontata) eco mediatica sull’intero territorio nazionale risale a metà novembre dello scorso anno quando i carabinieri della Compagnia di Ischia diedero esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli nell’ambito di indagini condotte dalla IV Sezione Indagini “tutela delle fasce deboli della popolazione”, nei confronti di quattro consorelle gravemente indiziate, in concorso tra loro, in ordine ai reati di maltrattamenti nei confronti di minori, lesioni personali aggravate e violenza privata aggravata. Il provvedimento traeva origine da indagini espletate a seguito di una segnalazione di maltrattamenti in danno di minori avvenuti all’interno dell’Istituto religioso Santa Maria della Provvidenza sito a Casamicciola Terme, nel quale sono ospitati minori in attesa di affidamento, adozione o in affido a seguito di provvedimenti giudiziari nonché minori ospiti esterni, a seguito di corrispettivo pagato privatamente dai genitori. Le indagini scattarono a seguito dell’acquisizione di un filmato, girato da una minorenne ospite della struttura, nel quale veniva ripresa una consorella che, all’interno del refettorio, schiaffeggiava e tirava più volte con forza i capelli a un bambino di 4 anni, disperato, alla presenza di altri bambini che la invitavano a fermarsi, colpendo altresì con uno schiaffo il fratello di 8 anni intervenuto per difenderlo, cagionandogli la fuoriuscita di sangue dal naso.

Le attività investigative a riscontro, effettuate mediante attività tecniche ed escussioni di minori in modalità protetta, consentirono agli investigatori di identificare le autrici dei reati nella Madre Superiora che ha la direzione del suddetto istituto, nonché altre tre consorelle in servizio presso il medesimo edificio, ove assolvono le mansioni di addette mensa e al doposcuola, nonché di ricostruire ulteriori presunti episodi di sofferenze fisiche nei confronti dei minori ospiti del suddetto istituto, consistite in atti di violenza quali tirate di capelli, schiaffi alla nuca, calci, ciabatte sulle mani, intimando loro in silenzio e privandoli dei telefoni cellulari al fine di impedire riprese foto e video, con le aggravanti di abusare della condizione di inferiorità fisica e psichica determinata dall’età delle vittime nonché di commettere i reati all’interno di istituto di educazione e formazione. Tali elementi indussero qualche mese fa il giudice a ritenere tutte le indagate concorrenti nel reato di maltrattamenti e ad emettere nei confronti della consorella ripresa nel filmato, per la brutalità della condotta posta in essere, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere presso la Casa Circondariale femminile, e nei confronti delle altre 3 indagate la misura del divieto di dimora nel territorio della Regione Campania. Marie Georgette Rahasimalala, conosciuta come Suor Georgette, avrebbe ottenuto successivamente la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari presso un istituto religioso della capitale. Il legale delle suore avrebbe successivamente anche presentato ricorso presso il Tribunale del Riesame, che però avrebbe confermato tutte le quattro misure cautelari adottate a carico delle allora indagate.

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