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Regno di Nettuno, l’intervista esclusiva a Miccio

di Marco Gaudini

 

ISCHIA – Antonino Miccio, è il nuovo Direttore dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno. La decisione è stata formalizzata dal Ministero dell’Ambiente, che aveva tempo fa sollevato il Consorzio dalla gestione del Regno di Nettuno, affidandolo alla Capitaneria di Porto. Il dottor Miccio, è persona esperta nel campo, già Direttore dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, una delle migliori per funzionamento in Italia. Un tecnico, come lui stesso si definisce, che ben conosce i molteplici aspetti di un’AMP. Un uomo chiamato a “mettere a posto” la gestione del Regno di Nettuno, oramai dopo i numerosi pasticci degli ultimi tempi, ferma al palo, con le comprensibili difficoltà della Capitaneria, già oberata di numerosi compiti d’istituto. Una scelta che appara oggettivamente molto azzeccata e che potrebbe inaugurare una nuova gestione per il Regno di Nettuno. Abbiamo deciso pertanto di intervistare in esclusiva il nuovo Direttore e conoscere le attività che intenderà realizzare.

 

Direttore come valuta le vicende che hanno portato l’Area Marina Protetta Regno di Nettuno in una situazione di stallo. I numerosi conflitti tra il Consorzio e l’Assemblea, che hanno generato un cortocircuito istituzionale che alla fine ha quasi del tutto paralizzato l’attività dell’AMP?

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«Facciamo una doverosa premessa: la situazione pregressa ha generato sicuramente delle difficoltà di governabilità, io però non avrei neanche titolo per discuterne o parlarne. Posso solo dire che il Ministero, resosi conto che l’Area Marina era ingovernabile, ha rescisso la convenzione con il Consorzio di Gestione, ed ha dato momentaneamente ha affidato la gestione alla Capitaneria di Porto. Poi bontà loro avendo individuato come AMP di Punta Campanella, questo posso dirlo, come punta di orgoglio, non solo in Campania, ma a livello nazionale, come Area Marina che funziona, l’Ammiraglio Faraone, ha voluto fare una convenzione con noi per normalizzare la situazione gestionale nell’attesa che poi la politica faccia il suo compito».

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Quindi il suo è un traghettamento?

«Esattamente, fatto contro nessuno, senza nessuna velleità particolare, ma semplicemente una situazione dove una persona come me che ormai da 12 anni fa il Direttore di un Area Marina, deve normalizzare la gestione e comprendere come stanno messe le cose dal punto di vista esclusivamente tecnico, poi il tutto passerà nelle competenze del Ministero, delle amministrazioni locali e regionali, per comprendere il da farsi. E credo che questo percorso avvenga in tempi brevi. Diciamo che sono un Direttore “a tempo determinato” e lavoreremo per consegnare un’AMP “sana” a chi verrà dopo di noi».

 

Allora Direttore, impariamo a conoscerla meglio, com’è stata e com’è la sua esperienza a Punta Campanella?

«Io sono uno dei pochi che non parla male del lavoro che fa. Io faccio un bel lavoro, che mi piace ed è molto entusiasmante ma complesso. Rispetto ai Parchi nazionali, questo non si può negare le AMP restano di “serie B” ed hanno quindi una serie di vincoli e limitazioni. Però se c’è la convergenza dell’imprenditoria, di chi crede, di chi vede spiragli per nuove e diverse forme di turismo, le AMP possono essere degli importanti volani di sviluppo per i territori»

 

Dal suo punto di vista i concetti di “tutela” e di “sviluppo” come si conciliano all’interno di un’Area Marina Protetta?

«Non si conciliano, vanno di pari passo. Nell’ultimo rapporto del Censis sullo stato del Paese, si è certificato che c’è una rivoluzione ambientale in atto, che ha escluso dal monopolio delle questioni ambientali dei piccoli circoli ambientalisti, mentre la questione ambientale è diventata a livello europeo un “must”. Cioè non c’è sviluppo se non c’è ambiente. Le prospettive di sviluppo, infatti, soprattutto nelle nostre zone, passano tutte per l’ambiente. Se quindi il punto di vista è dove c’è una Area Marina Protetta, il mare è negato, questo è un punto di vista completamente sbagliato. Se invece parliamo di prospettive diverse che ci dicono che dove c’è un parco marino o un’AMP, c’è anche un turismo di qualità, allora stiamo sulla strada giusta. Questo è l’unico approccio favorevole»

Quindi il suo modo di vedere un’Area Marina Protetta, non è il divieto, ma la “possibilità”?

«La regolamentazione! Dove esiste un ambiente regolamentato, questo è di qualità e di fatto si riesce a lavorare sulla crescita sostenibile»

 

Andiamo “nel vivo” della discussione. Ha già immaginato cosa intenderà fare nel Regno di Nettuno?

«Noi metteremo in campo quello che è previsto dal punto di vista istituzionale, visto che la gestione è della Capitaneria, il che non è comunque poco. La cosa importante è far ripartire a livello di immagine l’Area Marina Protetta Regno di Nettuno. Infatti tutte le vicende che sono accadute, hanno consegnato un’immagine distorta dell’AMP, quindi il primo impegno sarà quello di comunicare in maniera seria cos’è l’Area Marina e le sue grandi possibilità».

A parte l’aspetto fondamentale dell’immagine, però, cosa realizzerete materialmente?

«Ci sono delle gare che devono essere portate a termine, poi spero di riuscire a far partire tutte le questioni relative ai campi ormeggio. Su questo bisognerà comprendere alcune dinamiche e lavorare nel modo giusto».

 

Secondo la sua esperienza decennale, crede che il Regno di Nettuno come AMP sia troppo vasta?

«Io non credo che sia una questione di vastità. Le posso dire in generale, che il successo di un’Area Marina Protetta è strettamente collegato al grado di accettazione delle comunità locali. Se la comunità locale ci crede, e vede le opportunità di sviluppo, il successo è assicurato indipendentemente dalla vastità. Se continuiamo però a far passare l’idea che l’AMP è contrapposta alla cittadinanza, all’imprenditoria, allora non è quella la giusta direzione».

 

Proprio sul rapporto con gli Enti Locali, lei incontrerà i Sindaci dei Comuni dell’isola di Ischia e del Comune di Procida?

«Proprio per una questione di ruolo, credo che sarà l’Ammiraglio che incontrerà i Sindaci, io sono solo un tecnico. Per quanto mi riguarda però, sono convinto che senza uno stretto e corretto rapporto con gli Enti locali, si riesca a fare ben poco. Il tutto va fatto nel massimo della concertazione e nei limiti della legge. E’ necessario trovare punti di incontro»

 

Oltre il rapporto con gli Enti locali, quindi con il “pubblico”, c’è nella sua visione anche un rapporto con i privati, per iniziative e progetti. Ad esempio, una partecipazione degli albergatori o di alcune associazioni rappresentative, dal suo punto di vista, potrebbero portare giovamento all’Area Marina Protetta?

«Ischia e molto simile a Punta Campanella, anche per le vicende che riguardano il turismo. Molto spesso l’Area Marina Protetta viene vista dagli operatori del settore come una limitazione. Poi alcuni aspetti, compreso la crisi economica, ed anche l’evoluzione del tipo di turismo, hanno reso le AMP, più accettabili. Poi è chiaro che vi sono imprenditori più lungimiranti, che si muovono con maggiore attenzione rispetto all’ambiente, e ci sono ancora delle sacche di resistenza. Alla fine l’obiettivo deve sempre essere quello di trovare un punto di incontro, anche con flessibilità, ascoltando le necessità e comprendere quali possano essere più o meno assecondabili».

 

Quindi dal suo punto di vista ci può essere un partenariato pubblico privato nella gestione di un’AMP?

«Deve essere fatto. La stessa legge, la 394, quando prevede i consorzi di gestione delle Aree Marine Protette, non mette limiti. In teoria un’AMP potrebbe essere gestita anche da una Camera di Commercio, ci sono infatti svariate possibilità che possono garantire enormi opportunità. Chi ci lavora deve essere più aperto possibile a tutte le utili collaborazioni. Si deve lavorare con tutti i possibili attori, e dal mio punto di vista la porta del direttore deve essere sempre aperta».

 

Quindi con il Direttore Miccio, non sarà più un “regno di nessuno”?

«Si può dire per i prossimi mesi, ma poi dovremo trovare una soluzione concordata e condivisa, ma questo è un lavoro che deve fare la politica, ed io non sono un politico. Io lavorerò sempre sotto l’egida della Capitaneria, che gestisce l’Area Marina Protetta».

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