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LO SPORT ISOLANO LANCIA SEGNALI POSITIVI IN CONTROTENDENZA RISPETTO ALL’IMPLOSIONE DELLA POLITICA

E’ sempre più difficile commentare gli accadimenti quotidiani della nostra isola, quando, a livello nazionale, accadono cose che possono davvero stravolgere i destini dell’Italia. E in quest’oceano tormentato, la navicella ischitana è poco più che un guscio di noce, sbattuto dalle onde .Gli orizzonti e gli scenari politici che si stanno aprendo per l’Italia e che qualcuno ha l’ardire di definire “rivoluzionari” quando invece sono semplicemente “reazionari”, ci atterriscono e ci ottundono la mente. E’ vero che tutto ciò è il prodotto di una democratica votazione e non di un colpo di Stato, però c’è da considerare che una parte considerevole di chi ha votato 5 S ha ritenuto, in buona fede, quel voto una scorciatoia per favorire un processo di rifondazione del PD e dei suoi valori di base. Non un voto “diretto”,dunque, ma un voto “trasversale”, un intento di promuovere Di Maio per ricondurre Renzi nel giusto recinto. Solo che adesso c’è il rischio concreto che quel voto trasversale aiuti a minare l’assetto istituzionale dell’Italia (depotenziamento del premier, assoggettato ai due leader di partito e ad un Comitato di conciliazione extraistituzionale oltre che ad un programma confezionato prima ancora della sua nomina), minando nel contempo anche l’economia e le relazioni internazionali del nostro paese.

Dopo questa lunga premessa, cerco di consolare me stesso e i lettori, segnalando che nell’isola d’Ischia, se la politica non fa passi in avanti, la società civile – sia pure a macchia di leopardo – fa passi significativi .Nel sottotitolo abbiamo parlato di “implosione” della politica ischitana. Che vuol dire? Letteralmente, l’implosione sarebbe una rottura a seguito di una pressione esterna, con frammenti verso l’interno. Ma nel linguaggio della psicologia, “implosione” è “ l’atteggiamento di chi si chiude in se stesso, senza badare agli altri, trascurandoli e non comunicando con essi” ( Dizionario Zingarelli 2017). Ed è proprio quello che sta succedendo ai livelli amministrativi comunali dell’isola, tra inflazione di candidature (Forio) e parto podalico (Ischia) della nuova giunta (podalico nel doppio senso di “difficoltà” e della possibilità che venga “fatta con i piedi”). Diverso il ragionamento su come invece si sta muovendo la società civile. Avevamo già qualche settimana fa segnalato una miriade di iniziative culturali che avevano l’unico limite di essere iniziative individuali o di sparuti gruppi di volontari, senza un coinvolgimento degli imprenditori locali, delle associazioni di categoria, delle amministrazioni comunali, in altre faccende affaccendate .Ora mi preme sottolineare due iniziative che, partendo dallo sport, cercano di migliorare i nostri giovani e dare al nostro turismo sostenibilità e compatibilità ambientale. A parte le gare di ciclismo e lo svuotamento delle strade che hanno dimostrato, ancora una volta, come potrebbe apparire bella e vivibile la nostra isola con una drastica decrescita del traffico di autoveicoli e motoveicoli; a parte ciò, ho letto – con piacere – quanto segnalato da Gianluca Castagna a proposito di “Ischia Natura & Sport”, tema su cui si è impegnato un pool di associazioni, in particolare la Lega Navale (e, per essa, il Presidente Franco Buono) lo skipper professionista Filippo D’Arrigo e una decina di Associazioni di vela, diving, volley ecc. Il ragionamento di questo pool di Associazioni, a cui se ne aggiungeranno sicuramente altre, è semplice e coinvolgente. Nello sposalizio sport-natura, con particolare riguardo al mare, agli arenili, alle baie, ai porti, sta il segreto di una implementazione di un segmento turistico importante, non invasivo e assolutamente compatibile col nostro patrimonio naturale. In questo senso si svolge già la manifestazione “Scheria Cup 24” e si spera di giungere all’organizzazione dei “ Giochi del Mare”, in questo modo riprendendo anche antiche tradizioni.

Contemporaneamente ho appreso, con piacere, che con la presidenza di Emanuele D’Abundo, giovane imprenditore dei trasporti marittimi, che ho avuto l’onore di veder crescere e maturare (anche facendo gavetta, come nelle migliori tradizioni delle famiglie di imprenditori) e che oggi dimostra doti manageriali e un attaccamento all’isola, che gli fanno onore, sarà costituita una Srl , senza fini di lucro, per l’acquisto e la gestione della Rinascita Ischia Isola Verde, squadra di calcio che intende restituire motivazioni e orgoglio ai tifosi del calcio, senza le tossine dell’attuale calcio professionistico. Due i principi enunciati da Emanuele D’Abundo: niente acquisto di titoli sulla carta, le scorciatoie – attraverso il denaro – non aiutano a crescere sportivamente ed eticamente. Meglio conquistare gradualmente, sul campo, le posizioni che Ischia calcistica merita. Secondo: la spina dorsale della futura squadra dovrà essere costituita da giovani locali, allenati, addestrati, istruiti eticamente e fisicamente alla Scuola calcio, sotto lo sguardo esperto di Batman, Pino Taglialatela. Agli occhi del sottoscritto che, da ragazzo, militò nella scuola “Robur” di Nino D’Amico, dove si insegnava il calcio pratico, teorico ed etico (circa 60 anni fa) appare evidente come sia giusta la strada tracciata da Emanuele D’Abundo. A quest’ultimo vadano i miei complimenti e possa il suo esempio accendere la speranza che gli imprenditori isolani sposino la “responsabilità sociale” verso la collettività di cui fanno parte e nella quale conducono le loro attività imprenditoriali. Dunque il calcio ischitano sta facendo un bagno di umiltà, sta comprendendo che prima ancora che un veicolo di marketing turistico (perché così è stato erroneamente inteso da qualche amministrazione comunale passata) è un veicolo di crescita psico fisica dei nostri giovani. Prima che obiettivo carrieristico è uno straordinario mezzo di socializzazione, prima che orgoglio genitoriale è strumento per comprendere il valore del “gruppo”. Non vogliamo più vedere scene di genitori che incitano i loro figli anche alla violenza, anche alla slealtà in campo, pur di “ vincere”.

Oggi il calcio professionistico è avvelenato da interessi economici altissimi e lo si “droga” con ogni espediente idoneo a prevalere sull’avversario. Come nei fenomeni economici e finanziari, si arriva ad applicare gli algoritmi per estendere al massimo le potenzialità psico fisiche degli atleti. Il grande Ciro Barile, o Raffaele Lupoli, ci portavano ad allenare nelle pinete, inspirando ed espirando all’aria salubre dei pini. Impossibile ritornare a quei tempi e a quelle condizioni, ma da qui alla matematica degli algoritmi si possono trovare più accettabili sistemi intermedi.

Franco Borgogna

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