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Fancy Cocktail Competition al “V. Telese” sfida all’ultimo drink

All’Istituto alberghiero di Ischia torna il concorso per aspiranti barman dedicato quest’anno alla memoria di Franco Manna. Vincitori, per ciascuna categoria, gli studenti Ciro Rosario Maiorano e Simone Albano. Finale all’insegna dello spettacolo con le performance di Vito Elia e del campione nazionale di Flair Luigi Sgaglione

Nel futuro non vogliono fare altro che questo: imparare i segreti di un drink perfetto e stupire con cocktail di fantasia e audacia. Per i più spavaldi, anche esibirsi davanti al pubblico con performance spettacolari. Provengono da tutta l’isola d’Ischia, ma anche da Procida, gli oltre quaranta giovani aspiranti barman che si sono sfidati alla Fancy Cocktail Competition, gara avvincente nella quale gli studenti di Sala e Bar dell’IPS “Vincenzo Telese” hanno messo in gioco se stessi con slancio, impegno e l’obiettivo di ottenere sempre il massimo non solo come risultato, ma anche come esperienza, divertimento e visibilità.

Una prova delle conoscenze acquisite finora in un settore in grande spolvero come il beverage, ma anche una grossa opportunità di crescita per gli aspiranti barman che si stanno formando nell’Istituto di Fondobosso. Tutto sotto l’occhio vigile dei docenti e dei professionisti isolani del settore, il coordinamento dell’AIBES (Associazione Italiana Barmen e Sostenitori), il tifo dei compagni e il supporto della famiglia del compianto Franco Manna, alla cui memoria è dedicato il contest.

Miscelare distillati e liquori, conoscere il dna di ogni cocktail, combinare tecnica e fantasia, tradizione e innovazione, conquistare gusto e preferenze di clienti e giurati. Una volta in gara, però, pensare anche divertirsi. La vittoria è la ciliegina sulla torta, regala soddisfazione e stimoli, ma non deve trasformarsi nel principale obiettivo.
Lo ha ribadito anche il Dirigente scolastico del “V. Telese” Prof. Mario Sironi. «Sono sempre molto contento quando, all’interno della nostra scuola, organizziamo momenti di confronto e competizione tra i nostri ragazzi. Una cosa è l’invidia, che va tenuta fuori, altra è l’emulazione, guardare a un altro concorrente, magari più bravo, come stimolo a migliorarsi. Le competizioni – ha continuato il preside – aiutano a crescere, l’agonismo è un sentimenti positivo, una spinta collettiva a far bene. Soprattutto in un settore così affascinante come quello del beverage, forse poco considerato ma di grande fascino e potenzialità su un’isola come Ischia. Il bar è un luogo di accoglienza e la cultura del bere miscelato andrebbe sviluppata moltissimo.»

Il concorso, presentato da Carmen Cuomo, ha visto coinvolti gli studenti delle classi terze e quarte dell’Istituto professionale. Due prove distinte: la prima – riservata alle terze – relativa a uno sparkling, cocktail che conquista tutti i palati, per via della raffinata piacevolezza che nasce dall’incontro tra la freschezza e la dolcezza della frutta con l’effervescenza delle bollicine (solitamente spumante); la seconda, con cui si sono cimentati gli allievi delle quarte dedicata alla preparazione di un long drink, più complesso, più alcolico, con più personalità e perfetto per placare la sete nelle serate estive. Due le giurie, una di banco e l’altra di degustazione.

Per il giurato/barman Nicola Di Massa «l’importante è arrivare alla competizione preparati mentalmente. Gli ingredienti devono essere miscelati bene, come gusto e come aspetto. Anche una buona decorazione è importante. Poi bisogna gestire l’emozione, che c’è sempre anche dopo anni di esperienza. Bisogna esibirsi davanti a un pubblico, non è come quando si lavora in un locale davanti a un cliente. Il primo impatto è il momento più difficile, dopo si riesce ad andare avanti con tranquillità. Se capita l’errore? Non scoraggiarsi, andare avanti, quello che conta è il risultato finale.».  «Siamo consapevoli che i giovani siano molto emozionati» aggiunge l’altro giudice di banco, il barman Raffaele Costa, «sono le prime prove che sostengono in pubblico quindi sappiamo che qualche incertezza o sbavatura ci può stare. L’importante è avere le idee chiare su cosa preparare. Guardiamo come shakerano, come versano nel bicchiere, tutti piccoli particolari che fanno un grande barman. Anche la compostezza conta, noi della vecchia guardia non siamo così entusiasti di orecchini e altre eccentricità. La classe e l’eleganza fanno sempre la differenza.»

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A mettere a proprio agio i concorrenti, soprattutto i più giovani, è Anna Manna. «Mio padre Franco, rappresentante isolano delle più grandi ditte del settore, a cominciare dalla Martini e Bacardi, ha sempre cercato di stare al fianco dei barman aiutandoli a crescere nella professione e a spingerli verso prestigiose competizioni internazionali. Io e la mia famiglia ringraziamo tutti gli studenti che oggi hanno deciso di mettersi in gioco ma anche coloro che non se la sono sentiti di affrontare questo contest. A questi ragazzi vorrei dire che qui siete a casa, non abbiate paura di sbagliare e approfittate di ogni momento di crescita, Così avrete modo di capire meglio le vostre attitudini e di scegliere con maggiore consapevolezza in quali tecniche specializzarvi. La famiglia Manna e i professori del ‘V. Telese’ saranno sempre al vostro fianco.»

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A metà gara l’impressione è molto positiva. «Per essere dei ragazzi tra i 15 e i 16 anni», osserva il giudice di banco Pasquale Perna, «il bilancio non può che essere positivo. Tecnicamente precisi, con un buon metodo, forse solo un po’ lenti. Comprensibilmente, vista l’età. Un plauso alle decorazioni, fatte veramente a regola d’arte, mi hanno veramente sorpreso per creatività e cura del dettaglio.»

Pollice all’insù anche per la giuria di degustazione, composta da Bruno Buono, Giuseppe Borrelli, Salvatore Colella, Vito Elia. «Grande spazio all’innovazione e alla fantasia», dicono. «Si vede che hanno studiato, il suggerimento è quello di continuare non fermarsi mai e ascoltare chi ha fatto per tanti anni questo lavoro perché l’esperienza è importantissima.» Su alcuni cocktail l’azzardo si è rivelato vincente; in altri ha convinto meno. «Ma tutti – dicono i giurati – hanno interpretato bene i compiti loro assegnati. Le prospettive per il settore ischitano del bere miscelato sembrano davvero buone.»
Alla fine a spuntarla, anche se per pochissimi punti di scarto, sono Ciro Rosario Maiorano (per le classi terze) con il cocktail ‘Princess Peach’ e Simone Albano (per le quarte) con “One kiss”. Sul podio anche Giuseppe Allocca, Luca Palomba, Roberto Buono e Arianna Lupa.

Sorpresi ma soddisfatti i vincitori. «Ho realizzato questo cocktail pensando a una sfida», ha dichiarato Simone Albano. «La mia è una anche rivincita morale, forse nemmeno i professori si aspettavano che potessi arrivare a questi livelli vincendo una competizione con tanti miei compagni dati per favoriti. E invece ce l’ho fatta. Non so cosa abbia convinto la giuria. Forse il gusto particolare del cocktail che ho ideato, che regala dolcezza e freschezza al tempo stesso. Dopo la scuola? Intanto ancora un altro anno, poi vorrei fare un corso per flair bartending.» «Per il mio cocktail – ci spiega invece Maiorano – mi sono ispirato a un personaggio presente nel videogioco Super Mario. Vodka alla pesca, succo alla pesca, succo di limone, sciroppo di mirtilli tra gli ingredienti. non so come ho fatto a vincere, penso sia stato un po’un miracolo, perché durante l’esecuzione ho fatto un errore col prosecco. Errore che però ho corretto in tempo. Dopo la scuola vorrei cominciare subito a lavorare, fare le mie esperienze perché l’arte del bere miscelato mi ha sempre attratto sin da bambino. Penso che partirò per l’estero, è lì che voglio formarmi.»

Finale all’insegna dello spettacolo con le performance di Vito Elia e del campione nazionale di flair Luigi Sgaglione. Bilancio più che positivo per tutti i docenti impegnati nel contest (da Sebastiano Sferratore a Raffaele Iodice, a Rosario Perna) di una giornata fatta di incontri, spettacolo e formazione che ha visto impegnati tutti i reparti e gli indirizzi dell’istituto professionale “Vincenzo Telese”: dalla cucina all’accoglienza turistica fino al grafico, i cui studenti hanno documentato con audio e video l’ennesima edizione di una kermesse che rafforza la tradizione della scuola alberghiera come fucina dei nuovi talenti del settore turistico destinati a farsi apprezzare anche al di fuori dei confini nazionali.

«E’ vero», conferma il barman AIBES Rocco Di Costanzo. «C’è un grande ottimismo per le nuove generazioni che affronteranno questo professione. Possiedono estro e tecnica pur essendo già molto giovani. Noi dell’AIBES siamo molto contenti e orgogliosi dell’approccio che abbiamo potuto dare alla formazione: siamo riusciti in tempi record a trasmettere quelle caratteristiche basilari per partecipare a un concorso.» Il territorio saprà accoglierli? «Dipenderà dai nostri albergatori e, più in generale, dagli operatori turistici dell’isola. I ragazzi sono molto motivati, ma il mio consiglio è sempre quello di andare all’estero, completare la formazione fuori dall’isola, per una crescita umana prima di tutto, e poi professionale. A loro i miei complimenti per l’impegno e l’entusiasmo dimostrati. In bocca al lupo per il futuro.»

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