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«La nuova giunta? Potrebbe liberarci dal fardello di pressioni e clientelismo»

È passato un po’ di tempo, ma vogliamo partire da quello che è stato il primo atto dell’era Ferrandino, a molti apparso un colpo di teatro e cioè la composizione della nuova giunta municipale. Il sindaco ha provato a far capire che la sua è stata una valutazione ponderata, ma resta il dubbio che a un certo punto non potesse fare diversamente. A freddo qual è il Montagna pensiero?

«Io sono d’accordo con l’operazione che ha condotto Enzo Ferrandino. In fondo la giunta deve essere una sua espressione e rimane una competenza del sindaco nominarla. Gli assessori devono avere un rapporto fiduciario prima ancora che politico con il primo cittadino, mi pare ovvio. Ma in ogni caso consentimi una considerazione…».

 Prego.

«Io non ritengo, come hanno sostenuto in tanti, che questa sia una giunta esclusivamente o totalmente di stampo tecnico. Alla fine credo che si tratti comunque di nomine appoggiate da coloro che siedono nel consiglio comunale e che sostengono l’attuale maggioranza. E’ ovvio che questa giunta deve essere verificata e testata per il lavoro che sarà fatto, ma questo alla fine vale per tutti gli assessori in generale. Tra un anno capiremo, potremo valutare, dare un giudizio sereno e capire se la scelta è stata quella giusta».

Guardandola con attenzione, e mi riferisco alla giunta, e partendo dal concetto che la perfezione non è di questo mondo, ti chiedo: cosa ti convince di più e cosa invece di meno?

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«Sarò sincero, sotto certi punti di vista l’attuale esecutivo mi convince su tutto. Io ritengo che Ischia abbia bisogno di un momento di regolarizzazione dei rapporti civili tra le persone, spesso e volentieri – e lo dico io che faccio politica da un bel pezzo ormai – si viene anche tirati per la giacchetta quando ci si accinge ad adottare un qualsivoglia provvedimento che possa rivestire il carattere dell’impopolarità ma che si ritiene giusto ed utile per il paese. Probabilmente la giunta tecnica può muoversi senza il fardello del clientelismo o del dipendere dall’elettore: insomma, il non dover fare i conti con la pressione dei cittadini potrebbe essere un fatto molto positivo».

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Sei stato il più votato alle ultime elezioni amministrative. E allora ti chiedo: te lo aspettavi ed a cosa attribuisci questo successo?

«Credo di aver creato sempre buoni rapporti con le persone, attribuisco il mio significativo risultato a questa prerogativa che mi caratterizza. Rapporti che evidentemente non sono soltanto di natura politica, ma anche amicale. Noi con la gente interloquiamo tutti i giorni, raccogliamo le loro lamentele,  richieste, anche le proposte che arrivano. Cerchiamo di metterle in pratica e di essere nei limiti del possibile sempre al servizio del prossimo».

Cosa ha segnato o meglio, in prospettiva, cosa potrà segnare il passaggio dal “giosismo” all’era Enzo Ferrandino? Non c’è dubbio che la doppia sindacatura di Giosi abbia rappresentato un momento dove a prevalere è stata la figura del singolo piuttosto che quella della squadra, e questo forse non sempre è stato un bene…

«Personalmente non vedo una dicotomia tra le due figure. Non c’è dubbio che Enzo Ferrandino sia un altro tipo di persona, che non ambisce ad assurgere a leader ma lo è in maniera silenziosa. Lui cerca sempre e comunque di avere un rapporto paritetico con il prossimo, Giosi sotto certi aspetti era più autorevole e accentratore nel senso che le decisioni alla fine le prendeva lui. Enzo è parimenti decisionista, ma più attento ad ascoltare anche noi».

La domenica mattina, eccezion fatta per la stagione estiva, si è soliti vedere Luca Montagna protagonista di lunghe chiacchierate al bar con persone con qualche annetto in più sulle spalle. Cosa c’è da apprendere da loro e in tutta onestà cosa anche i tuoi interlocutori dovrebbero carpire o apprendere da chi è anagraficamente più giovane?

«Non è una questione di apprendimento, io credo che si possa imparare qualcosa da chiunque. Non importa l’età, ovviamente chi ha vissuto di più ha una maggiore esperienza. Ma credo sia significativo essere pungolati soprattutto dal punto di vista mentale. Molti dei cosiddetti amici al bar non soltanto non hanno votato il sottoscritto, ma neppure la coalizione di cui faccio parte. In ogni caso, nelle nostre lunghe chiacchierate, risulta anche piacevole essere messo spesso sul banco degli accusati e cercare di difendersi».

E’ giusto, ora che tutto è alle spalle, parlare di “diminutio” per la tua compagine per il fatto di non aver ottenuto la presidenza del consiglio comunale? E puoi dirci come sono andate davvero le cose?

«Ormai viene ritenuta quasi una prassi quella di attribuire la presidenza della civica assise al candidato consigliere che ottiene più voti alle elezioni amministrative. A me non sarebbe dispiaciuto ricoprire quella carica, ma va detto che Ottorino Mattera sarà sicuramente in grado di svolgere il compito in maniera degna. A me interessa la politica del fare, non il ruolo che si riveste: è importante spronare sindaco e giunta ad operare in maniera costante e positiva. Chissà, forse questa è la volta buona che si può davvero arrivare ad un deciso cambiamento di rotta…».

L’impressione è che le buone idee ci sono ma vengano attuate senza i dovuti accorgimenti. Faccio riferimento alla piaga che attanaglia Ischia, e cioè il traffico. Giusto, sacrosanto, indiscutibile chiudere al traffico il centro del paese. Ma se non si crea una mobilità alternativa davvero degna di tal nome per i cittadini, è chiaro che le zone periferiche diventano un inferno, come sta purtroppo accadendo. Perché non si riesce mai a trovare una soluzione che non conceda alibi agli ischitani e consenta loro di lasciare le macchine a casa?

«Il problema del traffico esiste, inutile negarselo, ed è un pessimo biglietto da visita soprattutto per i turisti che scelgono Ischia e l’isola come località per trascorrere la propria vacanza. Io ritengo che nell’aspettare che si faccia tutto insieme non si fa niente. E’ giusto il provvedimento che mira a tutelare le zone a traffico limitato e le parti basse del territorio con dei sistemi elettronici che ci aiutano ad utilizzare il personale per compiti più importanti e significativi. E’ altrettanto vero che nelle intenzioni dell’amministrazione c’è una progettualità più ampia che verranno fatte con i dovuti tempi e modi: e saranno, in ogni caso, iniziative che avranno un filo conduttore molto simile a quello che tu accennavi nella domanda che mi hai posto».

In molti sostengono che questa sia una maggioranza “ottorinocentrica”. Qual è il tuo pensiero?

«Assolutamente no, questa cosa non la vedo proprio. Non capisco cosa detenga Ottorino in più rispetto agli altri. Fa il presidente del consiglio comunale, ma in fondo gli tocca per la lunga militanza nel civico consesso e perché senza dubbio ne ha le competenze. Ma come tutti gli altri, alla fine, sempre un voto rappresenta…».

I primi consigli comunali evidenziano una minoranza dall’atteggiamento un po’ più “light” rispetto a quella della passata consiliatura, dove c’era evidentemente un Carmine Bernardo perennemente sugli scudi. Questo è soltanto un bene o in tutta onestà può essere anche un aspetto negativo?

«E’ un bene, per il semplice motivo che un certo tipo di opposizione era deleteria. Il continuo ricorso alla denuncia o alla minaccia di denuncia non era confacente a quelli che sono pungoli e stimoli che dovrebbero arrivare dai banchi dell’opposizione. E’ vero che sembra che ci sia una dialettica diverso, ed io mi auguro che si possa proseguire su questa strada: del resto, se determinati personaggi della vecchia minoranza non sono stati eletti, vuol dire che la gente ne ha bocciato anche determinati atteggiamenti».

Possiamo dire che il ricorso di Maurizio De Luise contro l’elezione di Valeria De Siano non sia proprio il massimo della vita?

«E’ un ricorso legittimo, anche se a memoria non ricordo un precedente analogo. La magistratura amministrativa deciderà quello che è giusto, tutto qui».

La stella di Giosi, tra l’aver dovuto cedere il passo a Enzo Ferrandino e quel benedetto biglietto aereo per Strasburgo che non viene mai acquistato, è in declino o lui è come un gatto che ha sette spiriti?

«Guarda, Giosi ha una capacità politica indiscutibile. Certo è che non potendo fare più il sindaco per motivi legislativi, dovrà gioco forza ritagliarsi un ruolo differente. Comunque è una persona da ascoltare, sempre: la sua esperienza e le sue capacità sono innate, adesso tocca a lui trovare una collocazione».

Qual è stata a tuo avviso la più grande virtù di Enzo Ferrandino dal momento in cui ha dovuto strappare una candidatura parsa a un certo punto tutt’altro che scontata e fino a quando ha poi vinto le elezioni amministrative?

«Lui ha sempre avuto un grande merito, quello di credere nella squadra. E’ stato convinto che la maggioranza uscente fosse sufficiente per poter vincere le elezioni ed i fatti gli hanno dato ragione».

Fai attività amministrativa da un bel pezzo. Posso chiederti qual è l’esponente politico con il quale hai maggiormente legato e quello che invece non ti saresti portato nemmeno a cena visto lo scarso feeling?

«Io ho un buon rapporto con Luigi Di Vaia, mi è simpatico. Ha pochi pregi, tanti difetti che sono in alcuni casi “spettacolari” e che mi piacciono. Il più antipatico? La lista è lunga, se proprio devo scegliere il peggiore dico Carmine Bernardo».

Gaetano Ferrandino

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