POLITICAPRIMO PIANO

Ricostruzione, ruspe, il voto del 2023: le “confessioni” di Pascale

Il sindaco di Lacco Ameno fa il punto sull’attualità politica isolana e non solo, in vista delle elezioni che nel prossimo anno si terranno nei due comuni limitrofi

Continua a essere sereno nonostante la maggioranza risicata?

«Non è una cosa che mi desta preoccupazioni. Noi abbiamo ricevuto un chiaro mandato dagli elettori, ricevuto sulla scorta di qualcosa di mai visto prima sull’isola, soprattutto mai vista a Lacco Ameno: un mandato pieno, soprattutto una fiducia riposta con una messe di voti sui giovani come Dante De Luise, Giovanni De Siano, Leonardo Mennella, Carmela Monti e Carla Tufano, che costituisce un’investitura chiara, netta, politicamente rilevante, e che rappresenta una forte richiesta di cambiamento. L’auspicio è che prevalga la responsabilità e che questi consiglieri vogliano rispettare il mandato popolare».

«La ricostruzione, con l’avvento del commissario Legnini e con le ordinanze che ha prodotto, è di fatto già partita. Non si capisce tuttavia perché le istanze siano ancora poche. Il piano regionale andrà a completare l’impianto, avendo ad oggetto solo il 20% delle abitazioni da ricostruire»

Come vede la ricostruzione post sisma, alla vigilia del varo del piano regionale, e dopo la procedura agevolata concordata con Legnini?

«Il piano regionale va a completare l’impianto della ricostruzione: tale piano avrà ad oggetto solo il 20% delle abitazioni da ricostruire. La ricostruzione, con l’avvento del commissario Legnini e con le ordinanze che ha prodotto, è di fatto ampiamente partita. Quello che si registra di negativo è che non c’è ancora un numero consistente di istanze corredate da progetti, e questo non sappiamo spiegarcelo, visto che ora non ci sono più alibi: non era prevista l’applicabilità del terzo condono e oggi abbiamo l’interpretazione autentica da parte del Ministero dei Beni culturali, non era previsto il contributo in caso di demolizione e ricostruzione e oggi ciò è stato superato, c’erano problemi con la Soprintendenza per quanto riguarda gli immobili ante-1945 e anche questo ostacolo è stato superato, c’erano problemi per le unità minime d’intervento e per gli agglomerati edilizi e anche ciò è stato risolto. Prima c’erano difficoltà per gli acconti e la liquidazione delle parcelle dei tecnici, oggi il 55% delle pratiche se le sono assicurate il 15% dei tecnici. Dunque, non si riesce a comprendere perché la ricostruzione debba restare ferma. Il piano di ricostruzione, come detto, completa il quadro perché riguarda quelle aree della cosiddetta zona rossa, e deve contemplare soprattutto quegli immobili per i quali o viene ordinata la delocalizzazione o viene “suggerita”. Ciò ovviamente ci mette davanti a un’altra riflessione, più tecnica, su cosa accade a chi resta in sito, gli interventi e le risorse di cui necessitano: dunque abbiamo bisogno di nuove norme e nuove risorse. Se però lasciano lavorare Legnini, che è l’auspicio di tutti, io penso che, seppur non siamo usciti dal tunnel, ma finalmente possiamo affermare con certezza di vedere almeno la luce».

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«È errato pensare che l’uscita di De Siano da Forza Italia possa determinare il mio rientro nel partito. Come amministrazione abbiamo lavorato al fianco del M5S semplicemente perché il presidente Conte ci ha dimostrato grande sensibilità e vicinanza nei momenti durissimi del dopo-terremoto»

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L’uscita di De Siano da Forza Italia potrebbe lasciare aperta la porta a un riavvicinamento di Pascale al centrodestra, nonostante le simpatie rivolte al M5S?

«Ogni volta si parla di questo argomento si fa confusione. Io ho sempre tenuto a precisare una cosa importante, confermata dal mio comportamento, dai fatti e dagli atti: noi come amministrazione di Lacco Ameno abbiamo ampiamente ringraziato e ringraziamo ancora il Movimento 5 Stelle, nella figura del Presidente Giuseppe Conte, nel momento di massimo bisogno, in occasione del sisma; infatti ho sempre ricordato la possibilità, con la legge 130/2018 di far rientrare l’emergenza nel decreto-Genova, quindi finalmente contemplare il sisma isolano dal punto di vista normativo, e i finanziamenti ottenuti per l’edificio scolastico Principe di Piemonte direttamente dal Presidente Conte in occasione della sua venuta a Ischia il 6 settembre 2018. Un sindaco, con le sue responsabilità di governo locale, non può non riconoscere l’impegno politico, al netto delle appartenenze. Da punto di vista amministrativo il Comune di Lacco Ameno ha ricevuto quell’attenzione che fino a quel momento non aveva avuto dai cosiddetti partiti tradizionali. Inoltre, io non vado dove fanno fuori De Siano, o viceversa: io ho militato tanti anni in Forza Italia, più precisamente dal ’94, come tutti sanno, poi nel 2019 per mano del coordinatore in pratica sono stato fatto fuori dal partito. Quindi non è un problema di rientrare se De Siano non c’è. La questione è capire qual è l’impegno politico: con la mia amministrazione, che è costituita da una lista civica, pensiamo a lavorare per risolvere i problemi del paese, e ovviamente prendiamo atto di chi ci affianca in questo cammino».

A Forio sono già in corso le manovre elettorali. Crede che ci sarà continuità con l’attuale amministrazione oppure l’opposizione ha la possibilità di ribaltare l’odierno assetto?

«Forio è una città, il sistema elettorale è diverso dal nostro. Certamente, se dovessi esprimere un giudizio, esso è molto positivo in relazione all’operato dell’attuale amministrazione. Io parlo ovviamente in termini politici: il sindaco Del Deo e la sua amministrazione hanno dato lustro a Forio, all’isola d’Ischia, a tutte le isole minori d’Italia. Ricordiamoci che il sindaco di Forio è presidente dell’Ancim, e ha operato per farci riconoscere come settantatreesima zona disagiata e ottenere la modifica in Costituzione per il riconoscimento delle peculiarità delle isole minori e della rimozione degli svantaggi dell’insularità. Specialmente adesso che il quadro normativo c’è, bisogna perseverare con l’attività politica per ottenere norme ad hoc per le isole. Questo è innegabilmente attribuibile al costante e proficuo impegno profuso dal sindaco Francesco Del Deo: ciò va riconosciuto, e non sono solo io a dirlo, che gli sono amico e che ho lavorato al suo fianco. Ricordiamo che io ho il privilegio di essere componente del direttivo della regione Campania in sede Ancim, quindi ho potuto constatare direttamente gli apprezzanti che il sindaco Del Deo raccoglie da tutti i sindaci delle isole minori. Per quanto riguarda le prossime elezioni, il popolo di Forio sarà chiamato a decidere se scegliere la continuità amministrativa, viste le azioni incisive già messe in cantiere, oppure cambiare. Io non posso fare previsioni, ma se fossi di Forio opterei ovviamente per dare continuità a questa amministrazione».

«A Forio Del Deo ha portato lustro al paese, all’isola intera e a tutte le isole minori col suo costante impegno. Al posto del popolo foriano sceglierei dunque la continuità con l’attuale amministrazione»

Anche a Casamicciola si voterà nel 2023. Allo stato dell’arte quali sono i possibili scenari ipotizzati e chi i papabili contendenti?

«Non so chi possano essere i contendenti. Più che indicare i possibili candidati, il mio auspicio è che si trovi una sintesi intorno a un progetto condiviso, viste le condizioni in cui versa il comune di Casamicciola e le grandi possibilità che oggi si dischiudono per il paese. Penso che possa e debba prevalere il buonsenso, per trovare una squadra di governo locale che si rimbocchi le maniche, remando tutti nella stessa direzione, mettendo al centro il bene di Casamicciola. Una volta completata la ricostruzione, si possono anche riaprire le ostilità. L’idea di dividere politicamente il paese, per ripetere un’esperienza come quella di Lacco, dove qualcuno non lavora per la pace sociale, evidentemente non sarebbe certo un fatto positivo per Casamicciola. Dunque ribadisco, il mio più che un pronostico vuol essere un auspicio affinché possa prevalere l’attaccamento alla propria gente e alla propria terra da parte di tutti i protagonisti».

«Non so quali potranno essere i candidati a Casamicciola, ma il mio auspicio è che si riesca a esprimere una sintesi su un progetto condiviso, almeno fino a ricostruzione completata. Soltanto dopo si potrebbero riaprire le ostilità»

Il nuovo governo di centrodestra potrebbe influenzare, e in che modo, l’assetto “geopolitico” isolano?

«Non credo. Ritengo che l’isola debba giustamente continuare a dialogare con gli enti più vicini, che hanno competenze e risorse. Penso ai rapporti con la Città Metropolitana e con la Regione Campania, che resta il primo interlocutore per risolvere i problemi isolani, come i trasporti, la sanità, il lavoro. Per questi obiettivi le amministrazioni hanno l’obbligo di lavorare insieme. Per quanto riguarda il Governo, noi faremo il possibile per portare a casa risultati, anche grazie alle interlocuzioni che già abbiamo avviato fin dalla sera del 25 settembre, soprattutto quello di non tornare indietro sulla strada della ricostruzione, e di lasciar continuare Legnini nel suo incarico commissariale. L’auspicio è che con questo governo si possa avere una legge che ponga fine a questo scempio delle demolizioni delle prime case di necessità, e poi avere un’interlocuzione per tutti i bisogni dell’isola a livello generale».

«Dal governo di centrodestra cercheremo di ottenere la conferma dell’incarico di Legnini, inoltre urge un “bloccaruspe” e poi un riordino sistematico della problematica edilizia, con una politica di buonsenso e senza approcci ideologici»

Sono già iniziate le pressioni per spingere il parlamento e il governo ad affrontare la questione dei condoni e quella annessa delle demolizioni a cui Lei ha peraltro già accennato, problema su cui il consiglio comunale di Lacco ha anche deliberato in maniera congiunta tra le forze di maggioranza e opposizione. Qual è il suo auspicio?

«Purtroppo le demolizioni non si sono mai fermate: abbiamo sessantamila ordini di demolizione giudiziale in Campania. Il problema rimane sempre lo stesso: diventa decisivo dunque il coraggio delle forze politiche al governo di non mettere più la testa sotto la sabbia, ma di affrontare il problema, e di affrontarlo definitivamente. Lei mi chiede qual è il mio auspicio: è quello di ottenere due norme di buonsenso. La prima, nell’immediato, è una sospensione delle demolizioni, un “bloccaruspe”, che abbiamo sempre chiesto a voce alta supplicando tutti gli enti preposti, in quanto c’è un problema sociale: si sta minando la serenità di tante famiglie che subiscono questa misura. Questa sospensione deve servire ad avere il tempo per ottenere una norma generale di riordino dell’intera materia: bisogna prendere atto che non si può pensare di ripristinare la legalità attraverso l’esecuzione dei sessantamila ordini di demolizione. Chiediamo dunque una politica di buonsenso, senza approcci ideologici verso il problema, ma che comprenda quali dovranno essere le norme e le azioni per affrontarlo, e che lo faccia in maniera definitiva: finora non vengono demolite le strutture di chi ha deturpato boschi o colline intere, ma singole abitazioni di malcapitati le cui famiglie vengono messe per strada dopo aver perso l’unico bene che avevano. Dunque dal punto di vista sociale e umano, prima ancora che politico, al momento c’è qualcosa che non torna».

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