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Riecco le ruspe di Stato, demolizione a Procida

PROCIDA –Tornano in azione le ruspe sull’isola di Procida. Era il 18 Novembre del 2009 quando la prima ruspa di Stato, preceduta da oltre cento Carabinieri in tenuta antisommossa, sbarcò sull’isola per dare seguito al disposto dell’Autorità giudiziaria che riguardava il sig. Scotto di Clemente Nicola, pensionato di 74 anni, di cui quaranta passati “sull’acqua salata” da marittimo, vicino a lui, come sempre, la moglie Riccio Letizia, 70 anni casalinga, entrambi domiciliati alla via G. Marconi, proprio nell’immobile demolito. Quattordici giorni dopo, il 2 dicembre 2009, stessa tragica sorte toccòal fabbricato ubicato in via S.T. Scotto di Vettimo di proprietà della famiglia Nico e Nuccia Lauro.

Da allora calma apparente in quanto nessuna operazione eclatante è stata più posta in essere sul territorio isolano anche se gli abbattimenti non si sono fermati poichéi diretti interessati hanno deciso, anche per ridurre i costi, di provvedere in proprio alla esecuzione della “pena accessoria”ovvero autodemolire parti o interi corpi di fabbrica realizzati in assenza di concessione edilizia o autorizzazione a costruire.

Nella giornata di ieri, quindi, nonostante le condizioni meteo si presentassero tutt’altro che favorevoli, con pioggia e vento forte, quello che, per alcuni, era diventato solo uno spiacevole ricordo, casomai da relegare nei cassetti più reconditi della memoria, è tornato per trasformarsi,tristemente, in realtà. In effetti, nei giorni scorsi, nulla lasciava presagire quello che poi è accaduto, ragion per cui, in una piccola comunità come Procida, vedere lo sbarco, di buon mattino, di almeno una cinquantina di uomini dei Carabinieri, provenienti da Napoli ed Ischia con una decina di mezzi, ha destato subito stupore, meraviglia e non poca preoccupazione nei tanti che si trovavano sul molo del porto commerciale di Marina Grande.

Nel corso della giornata, poi, si è iniziato a comprendere di cosa si trattasse quando, buona parte del contingente è andato asistemarsi a presidio diuna zona specifica di via Solchiaro, luogo dal quale si gode di un panorama incomparabile con, di fronte, Vivara, il Castello Aragonese e la costa dell’isola d’Ischia, interessatadalla demolizione di un immobile, di circa 100 mq,sistemato alla fine di un ripido viottolo privato (di proprietà di Francesco Casalnuovo), oggetto di una sentenza di condanna con annessa pena accessoria passata in giudicato nel lungo iter durato all’incirca dieci anni.

Nel frattempo si è provveduto al distacco delle utenze sino all’arrivo dei mezzi meccanici, giunti sul posto verso le ore 11,30, questi ultimi alle ore 13,00, in punto, hanno dato inizio alle manovre di abbattimento del fabbricato che si sono concluse, all’incirca, verso le ore 15,30.

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Quasi inutile sottolineare come l’accaduto abbia riaperto, in primo luogo attraverso i social, vecchie ferite e polemiche sia sul meccanismo che porta all’esecuzione di una sentenza sia sulle modalità di applicazione delle leggi sul condono edilizio che, se per il primo e secondo (1985 e 1994), stanno trovando una adeguata applicazione da parte dell’Ente Locale, stessa cosa non si può dire per il terzo del 2003 che, come si ricorderà, vede escluse le opere realizzate in tutta la Regione Campania (a Procida sono oltre 800 pratiche).

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Per quanto riguarda la politica, una prima reazione è giunta dal gruppo consiliare “Per Procida” che, in una nota,scrive: “I consiglieri comunali Menico Scala, Maria Capodanno, Carmen Muro e Rachele Aiello, hanno sottoscritto un ordine del giorno, che domani (oggi per chi legge) sarà recapitato al Presidente Consiglio Comunale, Antonio Intartaglia, e al Sindaco, Raimondo Ambrosino, avente ad oggetto la richiesta di convocazione urgente Consiglio Comunale con discussione dell’Ordine del Giorno relativa alla questione abbattimenti.

Con riferimento all’annosa problematica sanzionatoria degli abusi di necessità, spesso legata a contraddizioni urbanistiche ed istituzionali riteniamo – scrivono i consiglieri – anche sulla base degli ultimi accadimenti, sia necessario uno sforzo unitario e condiviso per affrontare la questione, pertanto chiediamo l’immediata convocazione del consiglio comunale per discutere e deliberare sul seguente odg: Problematica edilizia ed abbattimenti: ”Applicazione legge Caldoro al comma 65 dell’art. 1 della legge regionale 5/2013  e del regolamento comunale approvato con delibera n  56 del 05 agosto 2013 decisione connesse e conseguenti”. In aggiunta – conclude la nota – appare legittimo considerare il rispetto della Legge Regione Campania n. 19/2017 da applicare per evitare le demolizioni e le relative linee guida approvate l’8.2.18 dalla Giunta De Luca”.

Solidarietà ed un auspicio per un futuro migliore nelle parole del Sindaco Dino Ambrosino che dice: «Mi dispiace per la famiglia Casalnuovo perché l’abbattimento di una casa è un trauma. Purtroppo in questi anni si sono alimentate troppe aspettative su un terzo condono che non è arrivato mai. Mi auguro che il nuovo Parlamento in proposito dia un messaggio chiaro».

Guglielmo Taliercio

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