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Riecco l’incubo Geotermia, dopo il “vade retro” spunta il ricorso al Tar

Prima vennero tutte le perplessità del caso, con l’annesso codazzo di polemiche ed il timore che i rischi derivanti dalla microsismicità causata dalle trivellazioni avrebbero potuto fare seri danni. Poi, purtroppo (e ne avremmo fatto tutti volentieri a meno) ecco che lo scorso 21 agosto si è verificato il drammatico terremoto che ha devastato Casamicciola e Lacco Ameno. Da quel momento il discorso legato alla geotermia è diventato per ovvi motivi tabu sull’isola d’Ischia. Eppure quell’impianto pilota denominato “Serrara Fontana” e che nasce da un progetto della società Ischia Geotermia, adesso torna a fare capolino. E tutto questo, nonostante un precedente “no” secco da parte dell’Autorità di Bacino della Regione Campania. La notizia, infatti, è di quelle se vogliamo clamorose ma non troppo: la predetta società ha infatti inoltrato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Campania tornando alla carica e sperando che la magistratura amministrativa possa far valere le ragioni dei ricorrenti che a quel progetto proprio non intendono rinunciare. Il ricorso in questione è anche contro il Comune di Serrara Fontana, e la cosa che puzza di bruciato è che l’ente montano non si sarebbe costituito in giudizio. Un fatto che obiettivamente suscita non poche perplessità, anche se va parimenti osservato che alle pendici del Monte Epomeo alla geotermia non hanno mai guardato come a un flagello da evitare ad ogni costo per la nostra isola. Per la cronaca gli altri soggetti tirati in ballo nel procedimento sono il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministero dello Sviluppo Economico. Per la cronaca a non essersi costituiti in giudizio anche anche la Sovrintendenza, la Regione Campania e il Comune di Casamicciola.

IL RICORSO ALLA MAGISTRATURA CONTRO UN “NO” SECCO. Per adesso si conosce soltanto che il procedimento in questione è stato assegnato alla quinta sezione del Tar, presumibilmente già nell’edizione di domani dovremmo essere in grado di fornirvi i contenuti del predetto ricorso della società Ischia Geotermia. Che in ogni caso chiede l’annullamento, per il tramite di idonee misure cautelari, di quanto segue: «Dell’atto MIBACT-SABAP-NA-MET n. 0009272 del 14 giugno 2017, comunicato in data 7 luglio 2017, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli avente ad oggetto “Serrara Fontana (NA) – Ditta Società IschiaGeoTermia s.r.l. Lavori: realizzazione di un impianto pilota geotermico denominato “Serrara Fontana”; parere ai sensi dell’art. 146 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 e s.m.i.”. Comunicazione di avviso di procedimento negativo ai sensi dell’art. 10 bis della Legge 7 agosto 1990, n. 241 e s.m.i.”; di tutti gli atti preordinati, presupposti, connessi e consequenziali, anche non conosciuti, ivi compresi, in particolare, il preavviso di rigetto ex art. 10 bis della L. n. 241/1990 prot. 8759 del 13 dicembre 2016 del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli e gli atti del Comune di Serrara Fontana assunti al protocollo n. 5487 del 19 ottobre 2016 del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli».

TUTTI I PERICOLI RAPPRESENTATI DALLA REGIONE. Nelle informazioni in nostro possesso, almeno per ora, non è dato sapere se il ricorso sia stato presentato o meno dopo il drammatico terremoto del 21 agosto. Certo è che – se così fosse – si andrebbe a barcamenarsi in un sentiero che definire “impopolare” sarebbe poco più che un elegante eufemismo. La Geotermia, al netto di ogni altra considerazione, è un qualcosa che non convince e che soprattutto non serve alla nostra isola, senza se e senza ma. Per rinfrescare al lettore la memoria, è il caso di fare un salto indietro in un passato per giunta abbastanza recente ed andare a ripescare il decreto dirigenziale n. 15 dello scorso 16 giugno ad opera della direzione generale per l’ambiente, la difesa del suolo e l’ecosistema della Giunta regionale della Campania avente ad oggetto “Valutazione di impatto ambientale, parere della commissione V.I.A.-V.A.S.-V.I. relativo al progetto ‘Impianto pilota geotermico denominato Serrara Fontana da realizzarsi sull’isola d’Ischia nel Comune di Serrara Fontana’, proponente Ischia Geotermia”.

Da Palazzo Santa Lucia si esprimeva parere negativo e veniva anche spiegato il perché. In primis si rimarcava come “Nonostante i chiarimenti e gli approfondimenti forniti l’analisi dei potenziali effetti in termini di sismicità innescabile non è supportata da uno studio ed una caratterizzazione sismo-tettonica completa dell’area oggetto del progetto dell’impianto geotermico e di quella comunque interessata dalla modificazione dello stato tensionale, da eseguirsi integrando i dati di sismicità storica e strumentale con rilevamenti geologici-strutturali e morfotettonici, con particolare attenzione alla caratterizzazione delle strutture mappate in superficie in prossimità dell’impianto, in modo da verificare/escludere eventuali relazioni con potenziali sorgenti sismiche profonde e/o verificare il potenziale impatto locale dei processi di estrazione e re-immissione di fluidi, in termini di sismicità innescabile. Gli approfondimenti eseguiti non risultano supportati da uno studio geologico-strutturale, morfotettonico ed eventualmente paleo-sismologico, necessario al fine di caratterizzare almeno le strutture tettoniche ad attività quaternaria che si localizzano in prossimità dell’area interessata dall’impianto geotermico, né risultano essere state eseguite verifiche sulle relazioni di tali strutture affioranti con le strutture profonde e/o con i processi che generano sismicità al fine di valutarne il potenziale sismico od escluderne l’attività.

Nella definizione dello scenario di riferimento non è stata considerata o esclusa la potenziale attivazione secondaria/simpatetica delle strutture ed il conseguente potenziale di fagliazione in superficie, sia in regime cosismico che asismico. In base ai dati presentati dal Proponente, l’avvertibilità e i potenziali effetti del terremoto indotto considerato dal progetto (M=2,5) sono da ritenere non del tutto trascurabili. Lo stesso Proponente evidenzia che i terremoti sarebbero avvertibili già per una magnitudo di 1,5 se con ipocentro entro 1 km di profondità. Pertanto, si ritiene che gli effetti della percezione dei terremoti da parte della popolazione non siano stati adeguatamente considerati, come pure non sono stati considerati i potenziali impatti sull’economia turistica dell’isola, aspetti che allo stato attuale non sono stati approfonditi adeguatamente”.

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TROPPE OMBRE, RISCHI PER L’AMBIENTE E IL TURISMO. Uno scenario a tinte decisamente fosche che viene rafforzato anche in altri passaggi, ad esempio quando si legge: “Non sono state adeguatamente approfondite le conoscenze sulle dinamiche naturali di scambio tra i fluidi geotermici profondi e le acque termali a bassa entalpia superficiali e sui possibili effetti derivanti dall’esercizio dell’impianto in progetto, in termini di possibile richiamo della risorsa idrotermale attraverso le superfici di discontinuità presenti nonché, di possibile contaminazione delle stesse, che allo stato continuano ad essere basate sul modello geologico implementato, non sufficientemente rappresentativo della situazione reale, in relazione al livello di progettazione. Continuano a permanere le incertezze in merito agli effetti sulla subsidenza derivanti dall’esercizio dell’impianto in progetto, dal momento che non sono stati eseguiti approfondimenti e la stima dei valori massimi di subsidenza attesi è fondata su un modello geologico e un modello idrogeologico poco rappresentativi della situazione reale, tenuto conto della scala di studio e del livello di progettazione richiesti. Non è stato fornito il richiesto approfondimento delle conoscenze sul vulcanismo dell’isola di Ischia, con particolare riferimento al suo stato di attività, all’analisi di idonei scenari di pericolosità e alle possibili interferenze delle opere in progetto e delle attività previste”.

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Tante, troppe ombre e a un certo punto si ipotizzano anche scenari apocalittici, in particolare quando i tecnici scrivono: “La fase di esercizio dell’impianto, considerati i rilevanti impatti negativi derivanti dalla sismicità indotta/innescabile, può determinare incidenze significative sui diversi habitat e specie animali e vegetali presenti nell’isola (in termini di perdita di habitat e specie, perturbazione di specie animali e vegetali, cambiamenti negli elementi principali dei siti, all’attualità non quantificabili) a seguito della possibile generazione di eventi franosi connessi alla sismicità indotta e innescabile, in considerazione della circostanza che le aree a elevato rischio di frana (R4) sono dislocate prevalentemente nei siti della rete Natura 2000 presenti sull’isola d’Ischia. Il territorio dell’Isola d’Ischia è connotato da notevoli rischi ambientali ed antropici: rischio sismico, rischio vulcanico, rischio frane medio ed elevato presente su una apprezzabile parte del territorio, presenza diffusa di edifici di scarso pregio strutturale anche in considerazione del fenomeno dell’abusivismo edilizio.

A ciò aggiungasi il notevole flusso turistico dell’Isola, attratto dalla presenza di strutture ricettive la cui attività è fondata sull’uso delle acque minerali e termali, che determina un incremento esponenziale della popolazione dell’isola nel periodo tra gennaio e settembre (negli ultimi anni sono state censiti più di 500.000 arrivi e quasi 2.500.000 di presenze annuali) e la rilevanza strategica del settore turistico per l’economia dell’isola e della Campania. Pertanto si ritiene che l’impianto, nel contesto ambientale, antropico e socio economico che caratterizza l’Isola d’Ischia, determini un notevole aggravio del già rilevante rischio naturale ed antropico attualmente connotante l’Isola d’Ischia, non mitigabile in alcun modo con, conseguentemente, rilevanti impatti negativi sul sistema socio economico fondato sul turismo”. E adesso ci sarà da fare i conti con un ricorso al Tar. Da queste parti, ahinoi, continua a piovere sul bagnato.

Gaetano Ferrandino

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