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Rifiuti connection, oggi l’ennesima udienza preliminare per Rumolo

Quattro tentativi andati a vuoto. La Procura di Napoli, tetragona, ci riprova: oggi presso il Tribunale partenopeo, il giudice per l’udienza preliminare dovrebbe esaminare e decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio inoltrata dalla Procura nei confronti del dottor Oscar Rumolo. Lo storico dirigente del comune di Lacco Ameno, come si ricorderà, è tra coloro che rimasero coinvolti nell’inchiesta riguardante le presunte tangenti nell’assegnazione degli appalti per la gestione dei rifiuti sull’asse Forio-Lacco Ameno, divenuta di dominio pubblico nel gennaio 2016. Un’inchiesta che a vario titolo ha tirato in ballo diversi nomi in vista della politica e dell’amministrazione dei due comuni e non solo. Il processo a tutti gli altri imputati è di fatto già iniziato, mentre la posizione di Rumolo venne stralciata il 10 giugno del 2016: in quella data si svolse l’udienza preliminare che decise il rinvio a giudizio di dodici dei quattordici indagati, mentre venne accolta  la questione preliminare  subito sollevata da parte dell’avvocato Antonio De Simone, difensore insieme al collega Lumeno Dell’Orfano del dirigente lacchese. La notifica dell’avviso di conclusione delle indagini era stata inoltrata a un indirizzo di posta elettronica certificata errato: l’ufficio della Procura aveva confuso quello dell’avvocato De Simone con uno di un altro legale omonimo, ma di un diverso foro, oltre ad aver omesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. L’errore comportò un differimento di ben sei mesi dell’esame della domanda di rinvio a giudizio per Rumolo. Agli inizi di dicembre, tuttavia, la Procura incappò pervicacemente nella stessa identica svista, e ancora una volta l’avvocato De Simone sollevò tale questione.

Al giudice dell’udienza preliminare, dottor Rescigno, non rimase che rilevare la fondatezza dell’eccezione dichiarando la nullità della notifica di avviso della conclusione delle indagine ex art. 415 bis del codice di procedura penale, e della successiva richiesta di rinvio a giudizio che doveva discutersi. Gli atti tornarono nuovamente all’ufficio del pubblico ministero, che fu chiamato  a disporre nuovamente la notifica. Ma gli intoppi non erano terminati: lo scorso 6 marzo, a causa dell’incompetenza “tabellare” del giudice Di Palma, gli atti furono rimessi sul ruolo del giudice Rescigno. Il 20 aprile, l’udienza preliminare sancì ancora una volta la nullità dell’istanza dei sostituti procuratori Arlomede e Sepe: l’avvocato Lumeno Dell’Orfano aveva infatti eccepito tale nullità ai sensi dell’articolo 415 bis del codice di procedura penale. Infatti, l’avviso di conclusione delle indagini era stato notificato soltanto presso lo studio dell’avvocato Dell’Orfano, ma non presso l’abitazione del dottor Rumolo. I magistrati erano incorsi nell’erronea supposizione che l’indagato avesse eletto domicilio presso il proprio difensore. Così non fu, e la difesa ebbe gioco facile nell’eccepire la mancanza. Adesso l’ufficio del pubblico ministero spera che stavolta l’attenzione posta nelle operazioni di notifica eviti il protrarsi di una situazione ormai surreale.

L’INCHIESTA. Le citate vicissitudini evidentemente impongono al cronista l’obbligo del condizionale: oggi, con l’ennesimo esame della richiesta dell’accusa, il balletto degli atti e dei fascicoli riguardanti uno degli imputati eccellenti dell’inchiesta potrebbe terminare una volta per tutte. Se dovesse venire accolta la richiesta di rinvio a giudizio, la pubblica accusa, sostenuta dai pubblici ministeri Arlomede e Sepe, chiederanno la riunione della posizione di Rumolo col resto degli imputati, per evitare che  i procedimenti andassero avanti su due binari paralleli ma dinanzi a collegi giudicanti differenti. Intanto, il processo per gli altri dodici protagonisti è iniziato circa un anno fa, con l’udienza dello scorso 6 ottobre, svoltasi presso la quarta sezione del Tribunale di Napoli, collegio C, presieduto dal giudice Rescigno. In quell’occasione non ci fu spazio per l’ammissione dei mezzi di prova. Vennero infatti rilevate  alcune omesse notifiche. Nell’udienza successiva, il 16 febbraio, fu deciso il rinvio al 22 giugno, e poi ancora al prossimo 13 ottobre, nella speranza di “riunire” la posizione del dottor Rumolo al filone principale del procedimento. Anche per Rumolo è saltata la contestazione di associazione a delinquere da parte della Procura, ormai “arresasi”, visto che tale ipotesi di reato era già caduta dinanzi al Tribunale del Riesame per gli altri imputati, per i quali restano in piedi le accuse per episodi isolati di corruzione e di turbata libertà degli incanti: parliamo del senatore Domenico De Siano e di Vittorio Ciummo, patron della Ego Eco, la ditta che gestiva la nettezza urbana a Forio.

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