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Riflessioni – I geni commuovono poco, i divi anche troppo

Per giorni e giorni gli italiani hanno pianto la morte di Taricone. Le televisioni le radio, i giornali ne hanno ricordato in continuazione la vita, il carattere, le virtù. Una commozione che negli ultimi tempi c’è stata solo per la morte di papa Wojtyla, un grandissimo Papa, un uomo che ha plasmato la storia. E io mi sono domandato: «Ma che cosa ha fatto Taricone di così grande da meritare un tale cordoglio collettivo?». Poi mi sono reso conto che la domanda era sbagliata. Perché la gente non piange quando muore un personaggio importante, non piange chi ha dei grandi meriti sociali, piange chi ama. E l’amore non ha nessun rapporto col potere, il merito e la gloria. Noi amiamo nostra madre o nostro fratello anche se non hanno fatto nulla di particolare, ma per quello che rappresentano per noi. E lo stesso vale per i personaggi pubblici. La gente non ha pianto quando è morto Freud o Einstein e nemmeno madre Teresa di Calcutta, anche se la considerava una santa, perché non li sentiva vicini come sente vicino un amico, un fratello. Marshall McLuhan ha scritto che la televisione trasforma il mondo in un villaggio in cui qualsiasi personaggio televisivo diventa un tuo vicino di casa. Questo era diventato Taricone, un caro amico morto troppo giovane e che lascia una moglie, una bambina. Certo, piangiamo anche personaggi famosi ma solo se hanno parlato al nostro cuore, se sono entrati nella nostra anima. Milioni di persone hanno pianto Michael Jackson perché li ha deliziati e commossi con la sua musica fin da quando erano bambini. E così John Lennon, Battisti, tutti i grandi cantanti. E lo stesso per i divi del cinema perché la gente si è identificata con loro nei film, partecipa giorno dopo giorno alla loro vita, ai loro amori, ai loro divorzi, alla gioia della nascita dei loro bambini. Perché, nonostante la fama, la ricchezza, li sente simili a sé, con i suoi stessi sentimenti, pensieri, emozioni. Come Diana di Inghilterra, che era principessa reale, ma le donne hanno visto in lei la ragazza innamorata, tradita dal marito, la ragazza appassionata che cercava l’amore e che, quando l’ha trovato, è stata stroncata dalla morte. Certo, la gente piange anche i grandi capi carismatici, ma proprio perché li ama. I francesi hanno pianto Napoleone e de
Gaulle, gli americani Abramo Lincoln e Kennedy, i comunisti italiani Togliatti e Berlinguer, i russi Lenin e Stalin, i cinesi Mao. Perché – meriti o non meriti – quelli erano i loro padri e le loro guide.

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