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Rio Corbore, lo scempio infinito: ecco la denuncia alla Procura della Repubblica

Ieri a Ischia la conferenza stampa che ha illustrato i punti salienti dell’atto di querela redatto dal legale di fiducia del Comitato e sottoscritto da numerose associazioni locali

Si è svolta ieri mattina la conferenza stampa che ha illustrato l’atto di querela da presentare alla Procura della Repubblica, per denunciare lo scempio ambientale del Rio Corbore. L’omonimo comitato si è riunito in piazzetta San Girolamo a Ischia, presso il bar “Gatto Bianco”, dove l’avvocato Mauro Buono, legale di fiducia del comitato, ha illustrato gli snodi principali della querela. Come si ricorderà, è ormai annoso il grave problema degli scarichi illegali che vengono sversati in quello che è idrograficamente il bacino più importante dell’isola. Esso nasce in zona Monte Tripodi Piedimonte a Barano d’Ischia, attraversa il territorio baranese, si arricchisce delle acque di Monte Vezzi e oltrepassati i Pilastri sfocia nella costa. Morfologicamente, dopo aver trovato la sorgente nei Monti Vezzi, taglia il territorio ischitano, transitando anche sottoterra per i comuni di Barano d’Ischia e Ischia e sfociando, in ultimo, in mare. Nonostante la sua importanza esso risulta da anni gravemente inquinato, come testimoniato dalla voluminosa documentazione di foto e video, da scarichi di liquami, oli e nafta e tanto altro ancora, che finiscono sulla spiaggia di Ischia e nel mare antistante il Lido, devastando un ampio tratto dell’Area Marina Protetta denominata “Regno di Nettuno”.

L’incontro si è svolto presso il Bar “Gatto Bianco” in piazza San Girolamo alla presenza dei rappresentanti dei movimenti che hanno sottoscritto l’atto

Il comitato ha denunciato l’indifferenza e l’immobilismo delle istituzioni e degli enti locali, nonostante le ripetute denunce sui media locali: nell’atto di querela si legge che gli scarichi di liquami e materiali di varia natura sarebbero “posti in essere probabilmente da alcune imprese manifatturiere nella zona di via Michele Mazzella, da via Piedimonte per poi inserirsi lungo tutto il corso d’acqua fino alla foce marittima che costeggia diverse strutture balneari ed alberghiere”. Sversamenti abusivi, non alleviati neanche dall’installazione di una rete metallica volta a bloccare i rifiuti solidi di dimensioni maggiori, che “destabilizzano ancora di più l’area marittima alla foce del fiume, la quale, risulta invasa oltre che dagli oggetti scaricati altresì da una densa schiuma bianca tendendo ad assumere un innaturale colore verdastro a causa di quelli che sono con elevata probabilità sversamenti di gasolio che determinano, inoltre, un penetrante odore maleodorante, senza contare i numerosi elettrodomestici ed oggetti abbandonati sull’antistante spiaggia”.

Il Comitato ha denunciato l’indifferenza e l’immobilismo delle istituzioni e degli enti locali, nonostante le numerose testimonianze del pesantissimo degrado in cui versa l’importante bacino che attraversa due comuni

Nonostante le numerose segnalazioni alle amministrazioni comunali, il Comitato ha sottolineato che finora non si è provveduto in nessun modo a fermare la reiterata e continua attività di scarico di materiali solidi e liquidi di elevata potenzialità nociva da parte di persone sia fisiche che di imprese che non hanno alcuna remora ad operare uno smaltimento sistematico.

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Già nel 2014, ad esempio, in alcune conferenze pubbliche dedicate al Rio Corbore si sottolineava che la sua foce che portava al lido toccando due concessionarie balneari, prima di sversare in mare, veniva identificata come una sorta di cloaca che sversava il suo carico nauseabondo direttamente in mare, nella zona antistante l’Hotel “Parco Aurora”. Problema rimasto tristemente attuale. E se una volta le acque del Rio Corbore erano destinate a toccare i terreni dell’Isola e a renderli particolarmente fertili, oggi quella stessa fertilità potrebbe essere stata compromessa dall’inquinamento che fa parte per lunghi tratti se non dalla sua sorgente del fiume ischitano. Oggi, invece, in piena estate – laddove l’isola triplica la sua presenza per il forte turismo sfiorando le 200mila unità – si può sentire il puzzo nauseabondo che emerge nei pressi della centralissima via Michele Mazzella prima che si sversi il tutto nel mare ischitano. Il Comitato ha anche denunciato il fatto che nel luglio 2021 alcuni cittadini ischitani hanno addirittura scovato tra le acque la presenza di pericoloso amianto danneggiato nella ormai pluviale-fogna a cielo aperto del Rio Corbore, con denunce presso il comando delle FF.OO. locali. E ancora: nel vascone adiacente i pilastri dell’antico acquedotto romanico, la puzza maleodorante diventa più intensa, atteso che affluiscono anche gli scarichi delle case popolari della zona di Campagnano. Ormai il Rio Corbore è una vergogna che da diversi lustri mortifica l’immagine turistica della “Isola Verde” e degli operatori balneari del lido nel comune d’Ischia, oltre a mettere a serio rischio la salute pubblica. Il Rio Corbore dalla sua funzione di traghettamento delle acque piovane e di conservazione dei terreni fertili che toccava, è diventata una pluviale dove gli scarichi delle acque reflue di abitazioni e aziende lo hanno distrutto da un punto di vista ambientale. Scarichi con molta probabilità abusivi. Il Comitato ha siglato l’atto di querela, chiedendo che chiunque abbia potuto commettere danni di tipo ambientale nel bacino del Rio Corbore venga punito penalmente; la querela è stata sottoscritta da numerose associazione, nello specifico da Giovan Giuseppe Vuoso, Presidente del “Comitato Rio Corbore” e della Associazione “Il Germoglio”, Nicola Lamonica, Coordinatore regionale “VAS – Verdi Ambiente e società”, Giuseppe Mazara, Responsabile Legambiente Isola d’Ischia, Alessandra Punzo, Responsabile “Lega animali e ambiente”, Salvatore Cuomo, Presidente Comitato “Salviamo Ischia Ponte”, Giovan Giuseppe Agnese Concessionario bagno “Paradiso”, Ventura Di Scala, Concessionario bagno “Daitu”, Rino Romano rapresentante del PAN Assoverde e Ugo Vuoso Presidente del CEIC. Assente, invece, l’Area marina protetta.

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